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22 aprile 2013 1 22 /04 /aprile /2013 14:10
Vagabondo a BolognaQueste sono delle notazioni che ho scritto per fissare le mie impressioni, quando il 1° aprile, dopo aver seguito una gara podistica, mi sono fermato per qualche ora a Bologna, in attesa che si facesse l'ora di andar ein aeroporto. C'era una strana atmosfera: erano le ultime ore del Lunedì dell'Angelo e nella città si respirava l'aria di un giorno di vacanza anomala, in cui la città è frequentata soltanto da coloro che non si sono dedicati alla consueta gita fuori porta.

A Bologna fa ancora luce quando ci arrivo, al termine di una gara podistica, ma è tutto freddo e grigio... 

Alberi che protendono i loro rami rami spogli al cielo, come braccia nude slanciate verso un dio muto e senza orecchie per sentire, in un cielo grigio e vuoto.
E poi, mentre cammino con il piccolo zaino sulle spalle, ecco che si impone anche una pioggerella fredda ed insistente 
La città è agli sgoccioli del giorno di festa.
Viandanti si affrettano pigri verso gli ultimi sprazzi di un giorno di bagordi oppure indolente, a seconda dei casi. 
Mendicanti sotto i portici, con i cartelli rozzi vergati a mano in cui chiedono qualche lira oppure dichiarano di aver fame o che hanno tanti bambini da sfamare (gli strumenti del mestiere...)... 
Un suonatore di fisarmonica con le sue noti tristi... 
Vagabondo a BolognaUna cartomante gitana accovacciata davanti al suo banchetto con il suo mazzo di tarocchi ma non c'è nessun cliente a cui predire la sorte. 
Altri musicanti da strada che si preparano a suonare ed intanto accordano i propri strumenti e dispongono l'immancabile recipiente per la raccolta degli oboli.
Gente che va e gente che viene al freddo e poi sotto la pioggia.
Gente seduta ai bar all'aperto riscaldati da grosse stufe da outdoor che generano l'impressione di tanti falò accesi nella notte. 
Gente che tace e gente che chiacchiera, di cose futili
E poi, dopo un viaggio in un bus vuoto come dopo il giorno dell'apocalisse in una città popolata solo di spettri (sia di mendici e di umili, sia di festaioli), c'è l'aeroporto con i suoi enormi spazi vuoti e le sue pareti di plastica e metallo: un antro deserto ed inquietante dove di tutto potrebbe accadere. 
A sorpresa, mi imbatto in un assaggio di foto di una mostra dedicata a Lucio Dalla e inaugurata all'inizio dell'anno con opere di fotografi bolognesi 
Il pulitore di colore che, armato di ramazza e super-mocho, lustra i pavimenti attorno a me e, sentendomi sbadigliare, mi dice: "Hai molto sonno". Una frase insignificante, ma è significativa perché è la prima che sento pronunciare, proprio indirizzata a me dopo molte ore...

E poi altri dormienti attorno a me, tutti abbandonati fiduciosi, e alcuni si sono levati le scarpe per dare respiro ai piedi.
Alcuni, come me, hanno scelto di rifugiarsi in luoghi isolati. 
Altri, invece, preferiscono raggrupparsi e, forse, dalle piccole aggregazioni di dormienti scaturisce il senso di una maggiore sicurezza.
Vagabondo a BolognaE la sensazione del pavimento duro e freddo, quando mi distendo a terra per riposare un po' meglio, il cappuccio della felpa calato sugli occhi, per proteggere gli occhi dalla luce e la testa nuda da spifferi di aria gelida.
Poi, al risveglio, con la bocca ancora impastata, le abluzioni veloci nel bagno pubblico e un vago sentore di cornetti precotti riscaldati al forno che pervade i grandi spazi e che, immediatamente, suscita la voglia del primo caffè.
Comincia a sentirsi l'echeggiare delle rotelle dei trolley tirati avanti ed indietro, ma anche il rumore dei passi cadenzati di gente che vaga alla ricerca di qualcosa.
Alcuni alla ricerca della gate d'imbarco del proprio volo.
Altri alla ricerca di se stessi, forse.

In fondo, siamo tutti alla ricerca di noi stessi.

Alcuni sono irrequieti perché questo non lo sanno, e si smarriscono a fare una quantità di cose futili, invece di concentrarsi sulle poche cose essenziali, quelle che contano veramente.

Ed è quasi giorno.
Un nuovo giorno.
Uno di tanti.


Vagabondo a Bologna

La prima versione di questo scritto faceva così ed era anche un po' più autobiografico.


Antichi portici 
rigurgitano
di viandanti indolenti
nel giorno di festa
che volge alla fine
C'è un uomo che suona
una fisarmonica triste
E una donna gitana,
seduta ad un banchetto,
rimesta i suoi Tarocchi
in attesa di un cliente
cui predire la sorte
Gli alberi spogli
protendono le loro braccia nude
al cielo che trascolora,
come in preghiera
Io
cammino e cammino,
homeless 
per la notte che verrà
E il mio cuore inquieto
vola lontano
verso la Terra di Albione


Vagabondo a Bologna


Vagabondo a Bologna



Foto di Maurizio Crispi
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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