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1 dicembre 2011 4 01 /12 /dicembre /2011 16:16

magia-nera-marjorie-bowen-2011-gargoyle-copertina.jpgMagia nera (titolo originale: Black Magic: a Tale of the Rise and Fall of the Antichrist) è un romanzo di Marjorie Bowen, al secolo Gabrielle Margaret Vere Campbell Long (1885-1952), prolifica scrittrice inglese che trascorse lunghi anni della sua vita in Italia (sposò un Siciliano) e che, proprio perché donna, ebbe vita difficile come scrittrice tanto da dover utilizzare - per pubblicare molte delle sue opere - anche degli pseudonimi maschili. Scrittice complessa e poliedrica, ma confinata per alcuni versi al genere, tanto da essere stata battezzata da taluni "The Mistress of the Macabre". Questa è una delle prime opere ad essere tradotta in italiano grazie alla casa editrice Gargoyle, nella accattivante traduzione di Bernardo Cicchetti.

Dirk, scultore e pittore vive da solo in una grande casa in un borgo fiammingo (Anversa), devastato dal ferro e dal fuoco d’un precedente assedio: qui, nel segreto delle vaste stanze inutilizzate, se da un lato cerca di portare avanti la sua arte (ma all’inizio viene descritto nell’atto di dipingere d’oro una grande scultura lignea raffigurante un diavolo) ha iniziato a praticare la Magia Nera, leggendo testi proibiti e tentando esperimenti oscuri con formule e riti magici.

Anche Thierry, giovane e di alti natali, che giunge a bussare alla porta della sua casa al seguito del nobile Balthasar di Courtrai in cerca di notizie di Ursula di Rooselaare, la giovane moglie ripudiata, possiede in segreto una certa inclinazione per la magia nera.
I due, su questo terreno comune, s’intendono subito e comprendono – intuitivamente – di essere entrambi attratti dalla sinistre pratica.

Thierry decide di rimanere con Dirk e di intraprendere con lui un viaggio per approfondire la conoscenza delle Arti magiche.

I due abbandonano la casa, lasciandola così com’è, con tutte le sue cose dentro, e si trasformano in clerici vagantes, ma di un genere del tutto particolare (dichiaratamente alla ricerca di istruzione, ma in segreto animati dal desiderio di imparare quanto più è possibile sui rituali più arcani della magia nera e leggere dai testi negromantici proibiti)

Facendo lungo la via numerosi incontri, alcuni dei quali contrassegnati dalla messa in atto da parte di Dirk d’una cifra scellerata, i due sodali si spostano sino a Francoforte, dove alla luce del sole divengono studenti della locale Università e dove, in segreto, continuano ad approfondire lo studio della magia nera.

Proprio a seguito delle conseguenze dell’applicazione delle arti magiche sono costretti a fuggire precipitosamente e, nel corso della loro fuga, avvengono altri incontri, tra cui quello con una bella donna di cui Thierry si innamora e, per la quale, vorrebbe abbandonare l’amico e maestro.

Si comprende bene che, dietro la comune passione per le arti magiche, il vincolo forte che li lega è una forte corrente di omosessualità latente, di cui il polo dominante è rappresentato da Dirk piuttosto che da Thierry.

Almeno così sembra,  perché il finale a sorpresa rovescerà radicalmente la convinzione che il lettore si è andato costruendo strada facendo.

Dei due, Thierry è il personaggio più controverso, in quanto la pratica della magia nera e i primi esperimenti portati avanti con pieno successo attivano in lui timore e una forte conflittualità, oltre alla tormentosa consapevolezza di aver superato dei confini che comportano l'impossibilità del ritorno e di una redenzione. Thierry, infatti, per quanto faccia non riuscirà mai del tutto a sottrarsi alla nefasta influenza di Dirk che, ogni volta, lo tenta con lusinghe e con promesse, sino a sollecitare la sua ambizione più sfrenata con una corona di imperatore.

Dirk, invece, sembra essere davvero l’anima nera del duo, anche perché nelle sue scelte è guidato dall’odio, mentre Thierry lascia aperto nel suo animo uno spiraglio per l’amore e la compassione. E Dirk, spinto da questo fuoco protervo va avanti velocemente nell'apprendimento delle arti magiche che impara anche ad utilizzare senza scrupoli. 

Ma chi è veramente Dirk? E’ semplicemente un aspirante negromante che va acquisendo sempre più potere, man mano che si addentra nella conoscenza delle arti oscure? Oppure è qualcosa di più?

Il lettore, attraverso un intreccio intricato, verrà condotto a poco a poco al disvelamento della verità, sino a vedere finalmente Dirk salire al soglio pontificio.

Magia nera è un romanzo anomalo a firma di una donna, in un campo che – salvo rare eccezioni – è sempre stato dominato da uomini: è una trama fatta di intreccio narrativo, di incontri con numerosi personaggi che tessono trame i cui fili però sono sempre tenuti assieme alla lunga da Dirk, che – con l’ausilio della magia – riesce ad essere un potente manipolatore, annullando di fatto i rigurgiti di buone intenzioni delle persone che gli sono più vicine e, in qualche modo corrompendole. Di stilemi horror in senso stretto ve ne sono ben pochi, mentre tra una pagina e l’altra serpeggiano in modo sottile il perturbante e il soprannaturale i cui modi e le cui declinazioni nella letteratura vengono magistralmente analizzati nell’introduzione di Fabrizio Foni, specializzato in Italianistica e studioso della narrativa "nera" italiana al passaggio  dal XIX al XX secolo, dal titolo “Il papa mago, nel segno della tradizione, attraverso il fantastico, verso l’enigma”, un vero e proprio saggio molto approfondito, in cui il soprannaturale viene esaminato alla luce delle categorie del fantastico secondo Todorov e dell’analisi approfondita del noto critico letterario Francesco Orlando. Fabrizio Foni ci mostra con dovizie di esempi i modi in cui le tre diverse categorie del soprannaturale (di “tradizione”, di “ignoranza” e di “trasposizione” si intrecciano ed interagiscono; nello stesso tempo con colti riferimenti guida i lettori ad una metanalisi del testo, indicandoci puntualmente una serie di riferimenti storici e di personaggi realmente vissuti.

Chi vi dovesse cercare un romanzo horror "classico" rimarrà deluso, ma nello stesso tempo vi troverà per contro molti altri pregi e spunti di interesse, poiché l’opera della Bowen offre una riflessione su alcuni temi universali che sono quelli della lotta tra il Bene e il Male, l’ambizione e la brama di potere che, con le arti manipolatorie e del comportamento altrui, la menzogna e l'inganno, conducono l’uomo a compiere - scivolando lungo una china di sempre maggiore amoralità - i peggiori misfatti in nome del principio secondo cui il fine giustifica i mezzi.

E in questo senso “Magia nera” è indubbiamente un romanzo di grande respiro che da un lato si ispira al gotico prima maniera (ad opere capostipiti come “Il Castello di Otranto” o “Il Monaco” e, dall’altro, al romanzo storico della migliore tradizione europea ed italiana (nella prefazione sono anche citati “I Promessi Sposi”), anche se sotto questo profilo la Bowen sembra essere più interessata alla suggestioni che non all’assoluta esattezza del dettaglio storico.

 

Dal risguardo di copertina. Nell'oscuro periodo della caccia alle streghe, Dirk Renswoude, un misterioso giovane che vive in un monastero ad Anversa dove studia e pratica in segreto magia nera, un giorno riceve una visita inaspettata che gli cambierà la vita. L'incontro con Thierry, e la scoperta di avere in comune con lui tendenze malefiche e sete di dominio, lo portano ad abbandonare la sua dimora per approfondire gli studi proibiti in grandi università come Basilea e Francoforte. I due studenti vivono in simbiosi e si esercitano con più o meno successo nelle arti magiche fino a lambire le più alte sfere del potere. Tuttavia, a causa di innumerevoli tentennamenti, tradimenti, ricatti e intrighi di corte, i due occultisti si perdono di vista per dieci lunghi anni. Quando si ritroveranno niente sembrerà più come prima. Una serie di terribili colpi di scena rivelerà la malvagità e la verità sui personaggi più potenti della Chiesa e dell'Impero Romano d'Occidente. Prefazione di Fabrizio Foni.

 

Nota bio-bibliografica

bowen3.gifGabrielle Margaret Vere Campbell Long nasce il 1 novembre 1885 a Hayling Island, Hampshire.
Il padre, Douglas Campbell, e la madre, Josephine Elizabeth Ellis Bowen, si separano quando ha tre anni; Margaret viene da questa spesso colpevolizzata perche' bruttina, mentre la sorella minore, più graziosa, raccoglie l'approvazione materna.

Le difficili esperienze dell'infanzia, dovute alla povertà e al tenore di vita libero e vagabondo della tremenda madre, saranno descritte nell'unico testo pubblicato sotto il suo vero nome, Margaret Campbell: The Debate Continues, Being the Autobiography of Marjorie Bowen, uscito nel 1939 e che raccolse l'ammirazione del mondo letterario del tempo.

I molti personaggi femminili perversi della narrativa della Bowen riflettono le personali esperienze sopportate a causa della madre e della sorella dalla giovane Margaret, tanto che non é difficile vedere della vera autobiografia nella descrizione della lotta tra due sorelle in The Last Bouquet.

Non ricevendo alcuna istruzione formale, Margaret si istruisce da sé frequentando le biblioteche e imparando a leggere da autodidatta il francese, l'italiano, e persino il latino.

Nel 1906 pubblica il primo romanzo, The Viper of Milan, a soli 21 anni.
Nel 1912 per affrancarsi da casa sposa il siciliano Emilio Costanzo Zeffirino, che non la tratta bene; la prima figlia muore in fasce, e nel racconto di un fantasma bambino (The Blue Glove, in The Pleasant Husband & other stories, 1921) emerge tutto il dolore di tale perdita.

Il secondo figlio viene affidato ad una governante mentre lei accudisce in Italia il marito gravemente malato di tubercolosi, che la lascia vedova nel 1916.

Dopo nemmeno un anno diventa Mrs. Arthur L. Long, un altro marito sposato senza amore, il quale le dà altri due figli.

Margaret scrive incessantemente nei generi più vari: racconti per bambini, romanzi, novelle, sceneggiature, biografie, e persino gialli, più per bisogno di denaro che per vero interesse artistico.

Utilizza una gran varietà di pseudonimi, spesso riconducenti ad una pseudo-identità maschile spinta dalla necessità di poter stare sul "mercato": Marjorie Bowen, con il quale e' universalmente nota, ma anche Joseph Shearing, George Preedy, Robert Paye, John Winch (e forse anche Eveyn Winch, Bertha Winch).

Come Joseph Shearing pubblica sinistri romanzi gotici pieni di mistero e di terrore.

Muore il 23 dicembre 1952.

Per un approfondimento vedi: The Life of Marjorie Bowen, Mistress of the Macabre  

 

Nota biografica di Fabrizio Foni

Fabrizio-Foni.pngÈ ricercatore di Italianistica.

Insegna all’Università di Liegi e collabora con l’Università di Trieste. La sua tesi di Dottorato ha vinto la sesta edizione del premio Lama e trama. Tra i suoi contributi: Alla fiera dei mostri. Racconti pulp, orrori e arcane fantasticherie nelle riviste italiane 1899-1932 (Tunué, 2007), le antologie Il gran ballo dei tavolini. Sette racconti fantastici da «La Domenica del Corriere» (Nerosubianco, 2008) e Ottocento nero italiano. Narrativa fantastica e crudele (Aragno, 2009, assieme a Claudio Gallo). Con Luciano Curreri ha curato Un po’ prima della fine? Ultimi romanzi di Salgari tra novità e ripetizione (Sossella, 2009). Del 2010 il saggio Piccoli mostri crescono. Nero, fantastico e bizzarrie varie nella prima annata de "La Domenica del Corriere" (1899), edito da Perdisa.

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commenti

P
Complimenti per il sito! Molto bello!
Rispondi
C
Augurandoti un buon Natale e un felice anno nuovo, invito te e i tuoi visitatori a votare i migliori film e attori del 2011. Come blogger di cinema, ti ricordo di votare anche nella sezione<br /> apposita.<br /> <br /> I MIGLIORI FILM DEL 2011
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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