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6 ottobre 2013 7 06 /10 /ottobre /2013 07:43

La Legge Bossi-Fini va modificata, lasciando che i soccorritori possano soccorrere ed aiutare, senza essere considerati dei delinquenti(Maurizio Crispi) Dopo l'ennesima tragedia del mare al largo di Lampedusa, quella che, appena pochi giorni, ci ha lasciato tutti sgomenti e attoniti, facendoci ricordare tutte le altre che l'hanno preceduta, con la consapevolezza che questa purtroppo non sarà nemmeno l'ultima, tra i tanti provvedimenti da prendere, al di à delle affermazioni di vuota retorica, occupa un posto prioritario un adeguamento o una radicale modifica della Legge Bossi-Fini, soprattutto per quanto riguarda la norma che equipara a reato il soccorso prestato a naufraghi o a persone in procinto di naufragare.
Sulla base di questa aberrante norma, non si può trainare un barcone in evidenti difficoltà, né si possono recuperare dal mare uomini e donne in mare in procinto di annegare.
Chi lo fa viene perseguito a norma di Legge e la sua imbarcazione viene sequestrata come prova del reato, in attesa che il procedimento penale faccia il suo corso: viene considerato complice o autore del reato di immigrazione clandestina, in ogni caso un fiancheggiatore.
Questa norma contravviene con la Legge del mare che, in quanto legge "morale" non scritta, impone di fare quanto è possibile per mettere in salvo delle vite.
La Bossi-Fini è fatta in modo tale da trasformare i soccorrittori volenterosi in tanti Caini che non si prendono cura del proprio fratello Abele e che non sentono nei suoi confronti alcuna responsabilità.
Non capisco l'accanimento nel difendere a spada tratta, in modo ottuso ed insensibile, la Bossi-Fini nella sua interezza.
Ci sono quelli che, pur di seguire la voce della propria coscienza volendo rispettare le vincolanti consuetudini marinaresche hanno provveduto a salvare dei naufraghi, malgrado i divieti e la minaccia di una prosecuzione legale a norma di legge.
E ne hanno patito le conseguenze con cristiana rassegnazione. Ma, ripresentandosi la stessa circostanza, dopo essere stati così duramente puniti, saranno di nuovo soccorrevoli?
Altri, invece, girano la testa da un lato per non guardare e scivolano in un atteggiamento di insensibilità ed indifferenza, pur di non dover rischiare in prima persona.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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