Alcuni autori di cartoon molto sperimentali, negli anni Sessanta presero a considerare la tavola vuota come un tutt'uno e la disegnavano in modo unitario, senza più tenere conto del vincolante vettore lineare che, sino a quel momento aveva stabilto la sequenza di lettura delle singole vignette ai primordi del fumetto nelle cosiddette "strisce" disegnate o "bandes dessinnée". Quegli autori, tanti maestri d'oltralpe, ma tra gli Italiani - per fare un esempio illustre - Crepax (il "papà" di Valentina), utilizzavano lo spazio della tavola per una narrazione globale di cui si poteva prendere l'insieme, ma in cui si poteva scegliere di indugiare al singolo dettaglio, un po' come nel caso della tecnica cinematografica che può alternare al piano d'insieme, il primo piano, con l'intercalare di veloci carrellate in avanti sino alla ripresa macro di un singolo dettaglio (un fiammifero che si accende, un occhio, in cui si vede un riflesso): ma, a differenza del cinema in cui comunque il vettore temporale stabilisce l'ordine sequenziale tra un prima e un dopo, in questo genere di grafismi, tutto era presente contemporaneamente e le opzioni molteplici erano immediatamente combinabili o ricombinabili secondo il capriccio e l'estro del fruitore: dall'insieme si passava al frammento, e procedendo in direzione inversa da singoli frammenti si poteva ritornare all'insieme in una ricombinazione non sempre rispondente all'intenzionalità originaria dell'autore.
I suoi dipinti sembrano opere che fluttuano nello spazio, anche quando sono appesi ad un muro o ad un pannello o perfino al soffitto, realizzati come sono su supporti molto leggeri tali da potere liberamente oscillare, suggerendo una sensazione di leggerezza e il dinamismo aereo delle arpe eoliche fatte di bambù...
In questa sua ricerca, la pittrice è approdata a due temi fondamentali: uno è quello della frammentazione della singola opera che viene scomposta in rettangoli di varia grandezza per essere successivamente ricomposta dallo sguardo che la osserva, non necessariamente nell'ordine che ai singoli pannelli ha dato la pittrice, dall'altro lato quello della possibilità di accostarsi all'opera pittorica con uno sguardo tridimensionale, uno sguardo che, cioè, possa assicurare una visione dei diversi pannelli che compongono il singolo dipinto (che è, nello stesso tempo, uno e molti) da tutte le direzioni dello spazio, per arrivare all'estremo del quadro scomposto sospeso direttamente al soffitto che offre alla visione sia un davanti sia un "dietro", nel quale si materializza una figura monocromatica che corrisponde a quella dipinta sul davanti, le cui parti - tuttavia - sono disposte in una disposizione diversa, quasi con il principio del puzzle che deve essere ricomposto secondo l'arbitrio dell'osservatore, ma seguendo nello stesso tempo le linee tracciate e i cromatismi dipinti in perfetta corrispondenza...
Se si tenta di ricomporre lo sfondo, i danzatori si frammentano a loro volta...
In questa ricerca formale, Loredana Mortellaro è giunta a sperimentare una crescente miniaturizzazione dei frammenti d'immagini, come nel caso di quadri interi ("Seconda primavera" e "Terza primavera" da cui pendono a festoni minuti riquadri o losanghe che riportano a pezzetti e frammenti, la figura intera, e ovviamente l'ordine corretto e le corrispondenze geometriche e cromatiche devono essere ricercate ancora una volta dall'osservatore che, di primo acchitto, si ritrova davanti ad una figura fluttuante, che capta lo sguardo e i pensieri come fosse un "acchiappasogni".
Sicuramente, le opere di Loredana Mortellaro sono fatte per attivare la mente e per smuovere le capacità percettive dell'uomo contemporaneo della società dei consumi intorpidite da una sovrainclusione di stimoli prosaici e preformati.
Ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte di Siracusa, diplomandosi nel 1992.
La sua produzione artistica si è sviluppata verso l'uso della tecnica mista e dell'acrilico, con la sperimentazione di vari materiali e supporti tra i quali materiali plastici, come onduline, forex, policarbonato e plexiglass.
Il suo lavoro progettuale s'indirizza verso installazioni, costituite da vari pannelli di diverse dimensioni, raffiguranti nel loro insieme un'unica immagine scomposta.
"Le opere sono pensate e progettate sotto un duplice aspetto formale partendo da una composizione geometrica di forme elementari che occupano lo spazio di una parete, quindi su tale composizione viene dipinta un'immagine che si scompone nei vari elementi geometrici. L'immagine viene così frammentata, pertanto l'osservatore deve affrontare un processo mentale per ristabilire l'unità della stessa". (dal catalogo/raccolta fotografica che offre una rassegna commentata delle sue principali opere)
In tal modo le sue opere possono dinamicamente dilatarsi o comprimersi nello spazio, s-componendosi e ri-componendosi.
Mail: info@loredanamortellaro.co
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