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L'età dello sballo, pubblicato da Rizzoli, nel 2024, è un importante testo di riflessione sulle nuove dipendenze da sostanze e comportamentali, scritto con molta sagacia da Laura Pigozzi, psicologa e psicoterapeuta (ma anche prolifica saggista), sulle tematiche dello "sballo" nell'età contemporanea è estremamente interessante anche per chi come, come me, è da sempre un addetto ai lavori..
Si tratta di un'opera divulgativa, indubbiamente e, in questo senso, indirizzata ad insegnanti e a genitori, ma è anche adatta per la sua complessità e per la sua capacità di fornire sulla tematica uno sguardo unificante (a partire dall'esame approfondito delle vulnerabilità che si creano a livello individuale nei "primi 1000 giorni", agli addetti ai lavori che vogliano abbracciare in uno sguardo onnicomprensivo sia l'aspetto psicologico, sia quello neurofisiologico (supportato dalle più recenti evidenze di neuroimaging).
Si tratta di una lettura che, a tratti, si fa appassionante e coinvolgente e che apre la strada a molte riflessioni, fornendo al contempo chiavi di lettura sul dilagante fenomeno delle nuove dipendenze da comportamenti oppure da oggetti tecnologici che sempre più invadono le nostre vite e quelle dei nostri figli.
Il pensiero dell'autrice è chiaro e univoco: viviamo in un'epoca che amplifica a dismisura le vulnerabilità che si sono formate nella prima parte della vita e di tali vulnerabilità bisogna tenere conto quando ci si approccia a tutti quegli stimoli che possono incanalare verso una o l'altra forma di dipendenza, sia essa farmacologica o comportamentale. Peraltro, le vulnerabilità possono essere contrastate con tutta una serie di stimolazioni virtuosi che hanno a che vedere con l'epigenetica: ed anche tutte le "terapie di parola" possono agire in questa direzione: l'epigenetica, peraltro, può fare da correttivo a vulnerabilità geneticamente determinate.
Il volume è arricchito da un apparato di note molto esaurienti e da una bibliografia che consente a chi volesse di percorrere una strada di utili approfondimenti.
Mi sento di consigliarlo a a insegnanti e genitori per una lettura che sia eventualmente seguita da un confronto con addetti ai lavori.
(Risvolto) Se dagli Stati Uniti arriva l’allarme fentanyl, anche in Italia la diffusione di droghe tra gli adolescenti, dalla cannabis agli psicofarmaci usati per sballare, sta scatenando un’epidemia di dipendenze. Non ci sono mai stati così tanti pazienti affetti da disturbi legati al consumo di droga come in questi ultimi anni e l’età in cui si sviluppano le prime patologie si abbassa ormai alla preadolescenza. Cadere nel circolo vizioso della soddisfazione-astinenza-brama è un gioco pericolosoe paradossale che ci spinge a bramare ciò che ci fa male. Eppure, gli antidoti esistono e uno dei più potenti è il sentimento della vita che viene trasmesso al bambino nei suoi primissimi mesi, ma che può essere perduto o messo in crisi durante la preadolescenza. In assenza di questa trasmissione, il desiderio fatica a nascere e i progetti non decollano. Un disorientamento che espone all’assoluto offerto dalle droghe, dall’alcol, dagli psicofarmaci, dal cibo, da internet, dallo sport ossessivo... Godere senza desiderare è la cifra di una società drogata. Perché sorga il desiderio occorre che il bambino sperimenti la frustrazione e i limiti che possono trasformare il vuoto che narcotizza in una mancanza che rimette in moto il desiderio. Laura Pigozzi mostra una via nuova per comprendere e disinnescare le dipendenze, intrecciando alla psicoanalisi i risultati delle neuroscienze sul cattivo funzionamento del sistema della ricompensa e quelli dell’epigenetica sulla capacità plastica del cervello che beneficia di relazioni ed esperienze positive. Sono la vita di ciascuno di noi, le parole che ci scambiamo, così come le parole che ci hanno costruito, fatto sentire amati o feriti e quelle che si scambiano in terapia, a modificare il funzionamento del cervello. È infatti nelle relazioni personali e sociali che si trova l’uscita dalla condizione disumana della sofferenza mentale, dato che una cura efficace non può prescindere dal collettivo che protegge, dalla rete affettiva che sostiene eì dall’umanesimo della parola che dona dignità.
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L'autrice. Psicoanalista e psicologa clinica, si è formata in Italia e in Francia.
Alla luce della teoria analitica rilegge i fenomeni sociali contemporanei che riguardano i giovani, le donne, le nuove strutture famigliari, i rapporti genitori-figli.
In quanto cantante jazz e formatrice vocale, ha anche formulato una inedita teoria sulla psicoanalisi della voce.
È laureata in filosofia, una passione che l'ha accompagnata per tutta la vita, e in psicologia, in entrambi i casi cum laude.
Rappresentante italiana di diverse associazioni psicoanalitiche europee, collabora a riviste italiane, francesi, spagnole, svizzere.
Ha scritto libri, diversi tradotti in francese e uno in brasiliano. Uno di essi ha vinto il premo di saggistica Citta delle Rose, un altro è stato finalista a un premio CNR e un terzo ha avuto il sostegno alla traduzione dal Ministero della Cultura Italiano riservata ai libri di qualità.
Eccoli: Amori Tossici (Rizzoli, 2023), Sorelle (Rizzoli, 2021),Troppa famiglia fa male (Rizzoli, 2020) Adolescenza Zero (Nottetempo 2019), Mio figlio mi adora (Nottetempo editore 2016), Chi è la più cattiva del reame? (Et./al 2012), Voci smarrite (et./Al. 2013, Poiesis 2022), A nuda voce (Antigone 2008, Poiesis 2017)
È stata ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche nazionali.
Recentemente ha aperto un podcast dal titolo: Uscire dalle dipendenze affettive, che si può ascoltare sulle principali piattaforme.
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