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17 novembre 2023 5 17 /11 /novembre /2023 05:49
Painkiller. L'impero americano e la grande epidemia americana di oppiacei (titolo originale: "Pain Killer: An Empire of Deceit and the Origin of America’s Opioid Epidemic", nella traduzione di Chiara Libero), opera di inchiesta dello scrittore e giornalista Barry Meier

Painkiller. L'impero americano e la grande epidemia americana di oppiacei (titolo originale: "Pain Killer: An Empire of Deceit and the Origin of America’s Opioid Epidemic", nella traduzione di Chiara Libero), opera di inchiesta dello scrittore e giornalista Barry Meier, pubblicato nel 2022 da Mondadori (collana Oscar nuovi bestsellers), è una lettura di estremo interesse, poiché amplia di molto lo sguardo che la recente miniserie Netflix ha consentito di gettare sulla epidemia da oppiodi che si è registrata negli Stati Uniti dalla fine degli anni novanta del secolo scorso al 2020, avendo al suo centro l'Oxycontin, l'oppiaceo (la cui molecola è ricavata dalla tebaina, uno degli alcaloidi dell'oppio) millantato come “a lento rilascio” e sicuro, messo a punto dalla Purdue Pharma, azienda di proprietà della famiglia Sackler da sempre imprenditori del farmaco.
E’ stata un'epidemia di impressionanti dimensioni dal momento che si calcola che i morti per cause dovute/correlate all'assunzione di Oxycontin, siano stati oltre 250.000.

Il libro mette in luce con molta più forza le basi operative da cui è partita la famiglia Sackler che ha fondato, di fatto, le tecniche dell'orientamento marketing aggressivo dei farmaci, con tutta una serie di accorgimenti strategici, tra cui anche il controllo delle pubblicazioni " o scientifiche" o presunte tali. Tecniche che, nello specifico degli oppiacei "terapeutici" erano già state collaudate con il farmaco MS Contin (Morphine Solphate, in cui come per Oxycontin, il "contin" sta per "continous", ossia "a rilascio prolungato".
Il lancio di MS Contin e di OxyContin, dopo, si inserisce peraltro in un clima in cui sin dalla fine degli Ottanta si comincia a ragionare diversamente sulla terapia del dolore e sulla necessità di trovare dei farmaci adatti al trattamento del dolore cronico anche al di fuori delle situazioni oncologiche terminali.
In questo terreno la Purdue Pharma, grazie anche alle società correlate (e controllate dalla famiglia Sackler) si inserisce perfettamente con il suo marketing aggressivo e con il sistema da un lato di sistematica disinformazione indirizzata ai medici di base, cioè ai GP e non solo agli specialisti di terapia del dolore, e dall'altro di un sistema di incentivi ai medici prescrittori, oltre che con una costante minimizzazione del fenomeno della diversione sul mercato illegale nei modi più diversi sino ad arrivare alle cosiddette "

".
Il libro-inchiesta di Meier racconta tutto questo in modo avvincente e con ricchezza di particolare e la sua narrazione si legge come un romanzo.
Vi è naturalmente un atto d'accusa nei confronti del Big Pharma e della capacità delle lobby farmaceutiche di manipolare l'opinione pubblica, i medici, i politici nel perseguimento ostentato dei propri interessi di profitto.

Il libro, ma anche le due diverse miniserie che sono state prodotte, ispirandosi a questi drammatici eventi, inducono a riflettere e a porsi degli interrogativi sulla forza iatrogenica dei farmaci quando i medici non prescrivono più secondo scienza e coscienza, ma perché forzosamente indotti da un marketing aggressivo e mistificatorio, oltre che ad essere incoraggiati ad un un utilizzo di certi farmaci "pericolosi" in quanto generatori di dipendenza, seguendo delle indicazioni "off label", senza le necessarie tutele e essendo privi di un'informazione sincera e disinteressata. 
 

Painkiller. L'impero americano e la grande epidemia americana di oppiacei (titolo originale: "Pain Killer: An Empire of Deceit and the Origin of America’s Opioid Epidemic", nella traduzione di Chiara Libero), opera di inchiesta dello scrittore e giornalista Barry Meier

(soglie del testo) A metà fra il thriller medico e giudiziario e l'investigazione finanziaria, Pain Killer è soprattutto l'amaro, sconvolgente resoconto della tragedia che ha coinvolto un'intera nazione.
Tra il 1996 e il 2017 circa 200.000 americani sono morti di overdose da antidolorifici regolarmente prescritti, una vera e propria epidemia scatenata dal marketing aggressivo di Purdue Pharma attorno al suo OxyContin, il cui principio attivo è la morfina. Intere famiglie di ogni classe sociale sono state devastate e numerose aziende sono state danneggiate, mentre i proprietari della casa farmaceutica, i "filantropi" Raymond e Mortimer Sackler – i cui nomi sono incisi tra quelli dei benefattori dei musei di mezzo mondo – accumulavano notevoli fortune. Barry Meier racconta come Purdue abbia trasformato OxyContin in un affare miliardario: in passato gli oppioidi, potenti antidolorifici, sono stati usati come "ultima spiaggia" da chi non riusciva a placare il dolore con altri farmaci. Ma la comunicazione di Purdue ha illuso i consumatori che Oxy fosse più sicuro dei comuni analgesici. Il che era falso: anche se assunto sotto controllo medico, infatti, dà dipendenza; ma l'azienda ha volutamente nascosto i dati in suo possesso alle agenzie regolatorie, ai medici e ai pazienti. Pain Killer, qui presentato in un'edizione aggiornata, ci fa conoscere chi ha tratto enormi profitti dalla situazione e chi ne ha pagato il prezzo, chi ha tramato nelle sale dei consigli d'amministrazione e chi ha tentato di lanciare l'allarme: Art Van Zee, un medico condotto della Virginia, che ha avvisato le autorità della sempre più diffusa dipendenza da OxyContin; Lindsay Myers, una promettente studentessa liceale che è arrivata a rubare ai propri genitori per procurarsi il farmaco; l'agente della DEA Laura Nagel che ha denunciato Purdue. Dopo decenni di inchieste, Meier dà anche conto di come il Dipartimento di giustizia non sia riuscito a fermare la politica di Purdue e a proteggere i cittadini. A metà fra il thriller medico e giudiziario e l'investigazione finanziaria, Pain Killer è soprattutto l'amaro, sconvolgente resoconto della tragedia che ha coinvolto un'intera nazione.

L'autore. Barry Meier (New York 1949) dopo gli studi alla Syracuse University, ha iniziato a lavorare come giornalista d'inchiesta per il «Wall Street Journal», il «New York Newsday» e il «New York Times». Molte delle sue inchieste hanno portato a interrogazioni al Congresso. Nel 2017 il suo team ha vinto il Pulitzer for International Reporting.


Dal 2023 Painkiller è diventato una miniserie disponibile sulla piattaforma Netflix

Dal 2023 Painkiller è diventato una miniserie disponibile sulla piattaforma Netflix Alla scoperta di Painkiller: serie tv provocatoria, drammatica e basata su eventi reali

Alla scoperta di Painkiller: serie tv provocatoria, drammatica e basata su eventi reali
"Tutto il comportamento umano è costituito essenzialmente da due cose. Fuggire dal dolore, correre verso il piacere". Sono queste le parole pronunciate da Matthew Broderick mentre recita il ruolo di Richard Sackler - presidente di Purdue Pharma, società conosciuta per lo sviluppo di OxyContin - in Painkiller, serie tv provocatoria e drammatica ispirata all'omonimo libro di Barry Meier.
I 6 episodi della miniserie basata su eventi reali sono disponibili sulla piattaforma Netflix dal 10 agosto 2023, e racconteranno la crisi degli oppioidi che ha colpito gli USA negli ultimi vent'anni, uccidendo centinaia di migliaia di persone.
La limited-series originale della piattaforma di streaming è stata ideata da Eric Newman e dai creatori di Narcos, che hanno fondato le sue radici sul libro d'inchiesta del premio Pulitzer Barry Meier, e sull'articolo The Family That Built the Empire of Pain scritto da Patrick Radden Keefe pubblicato dal The New Yorker.
Una miniserie, e un libro, che seguono i responsabili, le vittime e dei cercatori di verità le cui vite sono state alterate per sempre dall'invenzione dell'OxyContin.
“Painkiller” non è il primo prodotto pensato per indagare la storia degli oppioidi sintetici e arriva soltanto due anni dopo di “Dopesick”, incentrata sul medesimo argomento e a sua volta basata su un attento lavoro di ricerca giornalistica. La serie di Fitzerman-Blue e Harpster è infatti tratta da una duplice fonte: l’articolo del New Yorker “The Family That Built an Empire of Pain” di Patrick Radden Keefe, e il libro “Pain Killer: An Empire of Deceit and the Origin of America’s Opioid Epidemic” di Barry Meier. Il ritorno sul medesimo argomento non deve assolutamente sorprendere, dato che secondo le stime del National Center for Health Statistics soltanto nel 2021 le morti per overdose negli States collegabili agli oppioidi erano più di 80 mila. Non tutte erano direttamente legate all’OxyContin, ma il suo iniziale utilizzo sfrenato seguito dalle restrizioni arrivate intorno al 2015 ha spinto molti consumatori a cercare soluzioni più economiche e reperibili, come eroina e fentanyl.

"Dopesick - Dichiarazione  di dipendenza" è una mini-serie che racconta la lotta contro la dipendenza da oppioidi negli Stati Uniti, per descrivere i presunti conflitti di interesse tra varie agenzie governative - principalmente la FDA e il DOJ - contro la Purdue Pharma e, infine, sulla causa legale[3] contro la stessa Purdue Pharma per le svariate illegalità occorse durante lo sviluppo, il test e commercializzazione del farmaco denominato Ossicodone. La narrazione ripercorre le vicende reali a partire dai primi anni '90, fino ai primi anni 2000 - attraverso diversi personaggi e storie, partendo dalle miniere della Virginia fino al processo operato dalla Procura Federale dello stato di Washington e del Connecticut.

https://youtu.be/Zr7Q9sIFalo

https://www.my-personaltrainer.it/salute/oxycontin-epidemia-da-oppiodi.html#:~:text=Nel%202022%2C%20Purdue%20Pharma%20fu,vent'anni%20negli%20Stati%20Uniti.

Articoli di approfondimento 

The family that built an empire of pain
https://www.newyorker.com/magazine/2017/10/30/the-family-that-built-an-empire-of-pain

https://www.theguardian.com/books/2021/apr/18/empire-of-pain-review-sacklers-opioids-purdue-oxycontin-patrick-radden-keefe

L'immagine di copertina illustra perfettamente il nucleo centrale attorno cui la Purdue Pharma ha costruito la mistificazione attorno all'Oxy Contin.

Al centro campeggia la pillola incriminata, mentre davanti si vede un mucchietto di polvere bianca che altro non è se non la stessa pillola sbriciolata.

Nell'informazione scientifica fornita ai medici si diceva, in modo non esatto, che la preparazione a rilascio continuo e controllato avrebbe minimizzato i rischi di dipendenza nell'uso terapeutico e soprattutto l'utilizzo improprio in caso di "diversione" delle stesse pillole. 

Ma i consumatori leciti (quelli che ottenevano il farmaco con prescrizione medica) e quelli illeciti si resero presto conto che era sufficiente inumidire la superficie della pillola per poterla sbriciolare e ridurla in una polvere fine.
Quando si compivano questi passaggi si perdeva la possibilità del rilascio controllato del principio attivo e l'efficacia del farmaco si manifestava interamente, in tutta la sua potenza.

Purdue Pharma si è sempre rifiutata - anche di fronte all'evidenza - di accettare questa semplice spiegazione, mettendo in discussione la propria preparazione farmaceutica e la sua presunta (o millantata) sicurezza.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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