/image%2F1498857%2F20231020%2Fob_cb93bd_santa-irene.jpg)
Oggi è il 20 ottobre ed è il giorno dedicato a Santa Irene.
Quindi era il giorno in cui ricorreva la piccola festa familiare per celebrare l’onomastico della mamma.
Era un giorno speciale in cui tanti della famiglia, anche se in orari diversi della giornata, venivano da noi, come anche tanti altri ed altre che ci tenevano a farle gli auguri.
Mio fratello, alla vigilia, mi ricordava sempre di trovare un regalino per lei.
E poi, siccome lo consideravamo un giorno speciale, c’erano i dolci oppure una piccola torta.
Era bello.
Era un giorno spensierato.
E quindi, anche adesso, che la mamma non c’é più (e non c'è più nemmeno mio fratello), io continuo a ricordarmene e a celebrarlo in silenzio, anche se ormai - in queste occasioni che potrebbero essere rievocative o celebrative - nemmeno con i miei cugini ci incontriamo più.
Fu mio nonno a volere per la mamma il nome Irene (che peraltro era già in famiglia perché lo portava una sorella della nonna).
E perché il nonno volle proprio quel nome?
Alla nascita della mamma (8 marzo 1918) la I Guerra Mondiale era ancora in corso e dunque lui volle fortemente questo nome come augurio per una prossima pace tra i popoli.
Il nome Irene è di origine greca ed era quello portato dalla dea della Pace.
Eirene o Irene (in greco antico: Eἰρήνη, Eirḕnē) era nella mitologia greca la dea della pace, di cui costituisce la personificazione. Figlia di Zeus e di Temi, era una delle Ore. Il corrispondente nella mitologia romana era Pax.
E credo che mio nonno pensasse a questa simbologia del nome piuttosto che alle caratteristiche della Santa che, comunque, sono pure interessanti.
Irene di Tessalonica, o Irene di Salonicco (Aquileia, III secolo – Salonicco, 304), fu una cristiana che subì il supplizio a Tessalonica; è venerata come santa dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.
Irene era la più giovane di tre sorelle; le altre due erano Agape e Chionia. Secondo la tradizione, questi non erano i loro nomi originali: divenute cristiane, furono battezzate e furono loro attribuiti i nomi di Agape, nome con il quale i Greci chiamavano la Carità, la stessa predicata da Paolo di Tarso durante i suoi viaggi; Chionia, che in greco significa neve, a ricordo della purezza; e Irene, che simboleggia la pace. Esse vivevano ad Aquileia ed erano figlie di genitori pagani.
Oltre che ornate di virtù, le tre sorelle dovevano essere anche molto ricche e di nobili origini.
Agape, Chionia e Irene furono sempre additate come modello di santità, da parte degli altri fedeli; alla giovanissima Irene furono addirittura affidati i Libri Sacri contenenti la parola di Dio, ed ella fu sempre una custode affezionata e scrupolosa: li depose dentro delle cassette e li posò insieme ai tanti scrigni che racchiudevano i suoi innumerevoli gioielli.
La cosa curiosa è che il sogno che segue è delle prime ore del 20 ottobre 2012, giorno dell'onomastico di nostra madre
/image%2F1498857%2F20231020%2Fob_4b3183_mamma.jpg)
Sognavo di essere a casa di mio fratello che prima era anche di mia madre e quella dove ho abitato anche io [e dove sono tornato ad abitare da alcuni anni]
C'era dovunque una grande confusione, tutto era fuori posto
Poi, mi rendevo conto che gran parte delle cose (mobili e suppellettili) venivano proprio dalla stanza della mamma che, dopo la sua morte, è rimasta così com'era
Forse, come una specie di tempio: sappiamo che c'è, ma non c'entriamo mai: solo una volta alla settimana vengono fatte le pulizie e si fa arieggiare
Io sono propenso a non cambiare niente: in fondo che motivo ce ne sarebbe?
La stessa cosa vale per mio fratello
Eppure, era tutto sottosopra
Andavo nella stanza a sbirciare
La porta era aperta (solitamente sta chiusa) e, all'interno, non c'era più il solito arredo di sempre, ma era arredata come un'anonima stanza da letto realizzata con semplici mobili di Ikea [orrore!]
Pareva più che altro una stanza d'albergo, senza nessun segno di vita vissuta
Pensavo di primo acchito che fosse stato il nostro collaborante domestico a fare tutti questi indesiderati cambiamenti, desideroso di farsi una camera tutta per sé
Assurdo! - riflettevo tra me e me - Che motivo ce ne sarebbe visto che la sua stanza già ce l'ha?
Era tutto confuso, però, e non riuscivo nemmeno a ragionare con lucidità, immerso com'ero in quella gran confusione
Più avanti, senza avere ancora risolto il mistero di come si fosse arrivati a quel punto, cercavo di fare ordine nel caos
Prendevo le cose le spostavo, cercando di catalogarle e chiedevo al nostro collaborante se avesse fatto delle foto della stanza prima di rimuovere tutto quanto, in modo tale da avere delle indicazioni su come ricollocare gli oggetti nella loro posizione originaria
Il collaborante si risentiva di questa mia domanda, come se lo rimproverassi
Mi sentivo angosciato, perché non riuscivo a ricordare come fossero disposti alcuni degli oggetti, ma ce n'erano anche altri che non corrispondevano a nessun mio ricordo
In questa fase del tentativo di riordino, mia madre era accanto a me e mi dava dei suggerimenti
Era come se con la sua presenza benevola mi volesse dire che non sono gli oggetti in sé, mantenuti come in un museo, ad essere importanti, ma che vale di più la memoria delle persone che si serba viva dentro di noi
Ero distratto di continuo da piccoli eventi microscopici
Vedevo un piccolo ragno esotico zampettare sul pavimento e cercavo di catturarlo, ma senza successo.
Ed ero incurante del pensiero che potesse essere velenoso
è un sogno di dolcezza e tristezza…
la tua mamma ti dice di andare avanti: anche se è assente, sarà sempre presente nella tua vita, a prescindere dagli oggetti…
In fondo, è un sogno bello, con tua madre al tuo fianco a mettere a posto le cose, no?
scrivi un commento …