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Sono ospite di G.
Vago per il suo appartamento
che si trova all’ultimo piano
d'un enorme condominio,
attico e superattico
fusi assieme
Alcuni ambienti, infatti,
sono alti e ampi come cattedrali
Sono ammirato ed anche un po’ spaurito
Ci si perde in una simile vastità
Si riflette, inevitabilmente,
sulla propria piccolezza
Sono andato in visita da G.
accompagnato da A.
ma ci siamo subito persi di vista con A.
Lei e G. sono rimaste a chiacchierare
mentre io
- come un bambino irrequieto -
mi sono lanciato nell’esplorazione
dell’appartamento
Alcuni ambienti sono un po’ trascurati,
altri - chiaramente - appaiono scarsamente utilizzati,
forse da anni,
altre stanze hanno il soffitto
tanto alto che lì dentro
si potrebbero formare delle nuvole
e susseguirsi mutevoli eventi climatici
Mi rendo conto che ho indosso ai piedi
delle ciabatte da casa,
mentre in mano porto
delle mie vecchie timberland
tutte sformate
(che non vedevo da tempo)
Esco ed entro in continuazione
dall’appartamento,
pieno di meraviglia
Il bello di questa dimora è che ha
molteplici vie d’ingresso e di uscita
Alcune sono pienamente visibili e ovvie
Altre invece sono più occultate
e, in qualche misura, più discrete
Atre ancora sono vie
di salvamento o di emergenza
L’esplorazione è importante
per poterle conoscere tutte
Ma la cosa più bella
è che una volta fuori
dall’appartamento
sembra di ritrovarsi
nel punto più alto
di meravigliosi giardini pensili di Babilonia
Cammino a lungo
su queste terrazze digradanti
senza mai arrivare ad una fine
Porto sempre con me,
allegramente sotto il braccio,
le vecchie timberland
Cade una pioggia leggera
e soffiano raffiche di vento
Non so come farò a rientrare
nell’appartamento da cui provengo
per ritrovare G. e A.
Mi chiedo se siano preoccupate
per via del protrarsi della mia assenza
Ho perso la strada
Penso a quella enorme stanza
vasta come la navata di una chiesa
e mi chiedo se anche lì dentro
si siamo addensate le nubi
e stia piovendo
(dissolvenza)