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17 febbraio 2023 5 17 /02 /febbraio /2023 10:09
Autosberleffo (foto polaroid di Maurizio Crispi)

Negli anni Ottanta acquistai una macchina Polaroid. 
La usai solo per un periodo di tempo limitato: mi piaceva sperimentare e, soprattutto, mi piaceva poter vedere subito la foto già pronta.
Era l'unica tecnologia visuale, al tempo, che consentiva ciò. 
Oggi al tempo della fotografia digitale, uno può vedere subito l'immagine che ha catturato e di foto ne può fare quante ne vuole, non essendoci il limite posto dal costo delle pellicole, e del loro sviluppo e stampa. Tutto oggi è immediato, senza la necessità di "mediatori".
Allora, benché con quella macchina polaroid la tentazione di fare tanti scatti polaroid fosse enorme, occorreva limitarsi, poiché quelle pellicole - se ben ricordo - avevano un costo abbastanza elevato elevato.
E quindi ogni scatto andava ponderato attentamente.
Queste foto che ho trovato dentro una busta sono gli unici scatti polaroid che mi rimangono di quel periodo. Per la loro stessa natura che consentiva una fruizione immediata (ma nello stesso tempo una non "riproducibilità"), spesso e volentieri gli scatti polaroid venivano regalati ad altri soggetti che vi comparissero.
Di quel periodo ce n'erano, in effetti (le ricordo), ma si sono disperse. 
Molti degli autoritratti (oggi si direbbe selfie) li ho fatti nel corso di una mia permanenza solitaria a Levanzo nell'Aprile del 1988, o giù di lì.
Fu una settimana di solitudine totale e benefica.
L'isola - che era ed è la mia preferita delle Egadi - in quel periodo era poco frequentata. 
Passavo le giornate correndo, andando in canoa, passeggiando e leggendo. 
Ricordo che ebbi il dono di giornate con un meteo eccezionalmente bello e temperature miti. Nessun contatto esterno.  Allora la telefonia mobile era ai suoi primordi e quindi non c'era nessuna possibilità di essere "connesso" o "wired", come si direbbe oggi.

Se uno si metteva fuori tiro, lontano da tutto e da tutti lo era per davvero.
 

Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
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Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
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Le foto raccontate. Quelle foto polaroid
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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