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Voglio raggiungere A.
nella casetta di Capo Zafferano
Eravamo stati assieme ad una specie di convegno
(non ricordo cosa riguardasse:
forse il tema principale trattato era il Karma
e il modo in cui la conoscenza e l'addestramento all'uso consapevole
del vento energetico possano modificarlo e farlo evolvere)
Ci separiamo, sicuri del fatto
che di lì a poco
ci saremmo rivisti
Io mi fermo ad uno spaccio di alimentari
per acquistare qualcosa da mangiare
C'è anche un reparto gastronomia
e un'espositore di pezzi di rosticceria appena fatti,
ancora fumanti di cottura
Scelgo qualcosa
e aspetto che il commesso al bancone mi incarti tutto
Gli chiedo anche una birra grande
Mi chiede di che marca
Io dico: Una birra messina, in bottiglia grande,
per favore e grazie,!
Ma l'inserviente è di tutt'altro parere
Comincia ad elencare tutti i diversi tipi di birra che hanno in catalogo,
da quelle più banali alle più esotiche
enunciandone tutte le qualità
Sono alquanto indispettito e non mi lascio abbindolare
Rimango fermo sulla mia posizione
La birra messina è la migliore - affermo
Quelle estere sono spazzatura o una presa per il culo
E poi abbiamo anche altre birre nostrane che sono eccellenti
Per esempio c'è la ichusa, concludo, ottima, che fanno in Sardegna
Si materializza accanto a me un Maurizio
che conosco dai tempi del lavoro,
il quale dice: Hai sbagliato si dice Icnusa!
Ah, sì! Grazie!, io replico piccato, Ma la correzione non ha alcuna rilevanza
Ichusa o Icnusa, non fa alcuna differenza, sempre buona è
L'inserviente mantiene un atteggiamento di sufficienza
e non si da per vinto
Gli chiedo di darmi i miei involti in modo tale
che io possa andare via
ma lui, dispettoso li tiene in ostaggio
Per farmeli consegnare e pagare il dovuto
devo litigare con lui ed alzare la voce
Usciamo, io e il mio alter ego
Ci mettiamo in auto e partiamo
Quando siamo ben distanti,
mi batto la mano sulla fronte
C****! Mi sono dimenticato di prendere la birra!
L'altro Maurizio mi fa: Siamo andati troppo avanti!
Non possiamo tornare indietro!
Ed invece sì, faccio io, stizzito!
Ma A. ci sta aspettando!, fa l'alter ego
Non importa, replico io, E' una questione di principio!
Cambiamo direzione
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Dopo un po' arriviamo in un posto distante
che non è certo quello dove si trovava lo spaccio di alimentari
Mi sembra di riconoscerlo, tuttavia
E' uno dei rifugi montani del CAS
- o è quello di Piano Zucchi
o il Sempria sopra Castelbuono -
Scendiamo dall'auto,
con gli involti del pranzo sotto il braccio
Il mio alter ego omonimo è scomparso
e, al suo posto , c'è ora un giovane avvocato di mia conoscenza
Entriamo nell'atrio del rifugio
e cerchiamo di parlare con qualcuno della reception
che però è deserta
Siamo innervositi dall'attesa
Vorrei chiamare A,
ma non trovo più il mio telefono
Devo avere lasciato pure quello
nello spaccio di alimentari
La mia impazienza cresce a dismisura,
sono arrabbiato
e cerco di placare la mia ira
respirando regolarmente
Dopo un po', con molto comodo, appare una tizia
sciatta e scialba,
e chiede cosa vogliamo
Io sono senza parole
Parla a nome mio l'avvocato
che spiega del motivo della nostra presenza lì
La tizia dice che non può aiutarci in alcun modo
E l'avvocato chiede: Per fare una telefonata?
La tizia indica un telefono a parete, vecchio come il cucco
E' libero! Servitevi pure! Però, mi raccomando,
TELEFONATE BREVI!!
Sissì, diciamo noi quasi in coro
Vado al telefono, ma - oddìo -
come fare? Non ricordo a mente il numero di A.!
Come fare ad avvertirla del ritardo?
Sarà lì a marcire in attesa nella villetta di Capo Zafferano,
e non avendo mie notizie si starà infuriando!
Mi sento perso
Dico all'avvocato: Risaliamo in auto e andiamo!
Ma dove?, fa lui, visto che qui siamo fuori strada e in ogni caso
lontani almeno un centinaio di chilometri
dal posto dove saremmo dovuti arrivare
Non importa, faccio io, troveremo la via!
ma dobbiamo andare via di qui!
Mi metto alla guida risoluto,
ma - adesso - per uscire dal parcheggio
bisogna percorrere uno stretto tunnel
al termine del quale vi è una brusca curva a gomito
dove il passo carrabile sterrato si trasforma
in un sentiero molto stretto,
contornato da una recinzione di filo spinato
Dobbiamo fare marcia indietro, grido concitato,
Da qui non vi è via di uscita!
Ingrano la marcia indietro e parto
Sento subito un rumore di lamiere lacerate
e un forte stridore metallico
Abbiamo toccato!
Ingrano la prima e faccio un balzo avanti,
causando altri rumori stridenti e altri danni
Siamo bloccati! Dio mio!
Come ho ridotto la mia gloriosa auto
con la quale ho già fatto fatto il giro della Terra
sulla linea dell'equatore per ben sei volte
(e mi mancano solo 10.000 km
per completare il settimo giro del pianeta,
che sarà anche il mio Settimo sigillo)
Mi sembra di essere in una situazione senza via d'uscita
Ho mancato l'appuntamento con A.
che sarà infuriata con me
Non ho la mia birra
Ho perso il telefonino
Ho semidistrutto la mia auto
Mentre me ne sto seduto impotente
dentro l'abitacolo della mia vettura
ecco stagliarsi in fondo al tunnel alle mie spalle
la sagoma inconfondibile di mio padre
che non vedo da così tanto tempo
E' sicuramente reduce
da una delle sue passeggiate in montagna
Mi appare calmo e risoluto
Dissolvenza
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