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Dopo molto tempo
mi sono ritrovato a vogare sul canoino
Ero nel piccolo golfo di Mondello
e procedevo in direzione della sede del Lauria
Ma non ero sul canoino
in dotazione del Circolo
Quando ero in prossimità
del punto di attracco,
mi preparavo ad accostare
In modo da avvicinarmi
ai fondali più bassi
di poppa,
andando cioè a ritroso,
remando contro, in altri termini
Il fondale non era sabbioso,
come é nella realtà,
ma irto di scogli aspri
che vedevo nitidamente
nella trasparenza dell’acqua
Anche la conformazione del punto d’attracco
era differente:
anziché la superficie liscia
e in dolce declivio dello scivolo per le barche
vi erano grosse rocce affioranti
piene di punte aguzze
Si era formata una risacca
che mi trascinava velocemente
verso quei massi guarniti di denti
che, in un solo attimo,
al primo tocco,
avrebbero frantumato la fragile chiglia
Intraprendevo una lotta con la risacca
per risospingere l’imbarcazione
verso il largo e al sicuro
Per quanto vogassi,
rimanevo in una situazione di stallo
e, a poco a poco, andavo perdendo terreno
(acqua, sarebbe meglio dire)
e vedevo quelle asperità minacciose
farsi sempre più vicine
Non ho scampo, pensavo,
Ora mi schianto!
Poi con la forza della disperazione
facevo scendere in acqua i remi
per un’ultima volta
e facevo leva,
concentrato in uno sforzo sovrumano,
i muscoli gonfi allo spasimo,
sino a quando il barchino,
superata l’impasse,
non cominciava a sfilare verso fuori
Sono salvo!
Sono libero!
E vogavo di nuovo
verso il mare aperto
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