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Sento un peso che mi opprime il petto
e mi impedisce di respirare
Cammino per le strade del primo mattino
L'autunno all'improvviso
ha preso ad avanzare
le foglie secche dei platani formano un tappeto per terra
Non ho molto da dire
Mi sento solo svuotato,
oppresso da questa pietra che mi grava sul petto
e non riesco a mandarla via
Un passo dopo l'altro
Avanti
Un passo dopo l'altro
Uno due uno due
il cane ansima accanto a me
Uno due uno due
Penso con mestizia ai tanti anziani chiusi negli ospizi
chiamati, nobilitandoli,
"Case di riposo", oppure "oasi della serenità"
o "il focolare" o anche "la gioia della mia vecchiaia" e così via
Tutti nomi accattivanti che racchiudono
lo squallore e la solitudine
Spero di non finire così un giorno
Senza niente,
accudito da badanti prezzolati che mi trattano
con voci sgarbate e che mi spintonano,
perché io non dia troppo fastidio
Sarei circondato da aguzzini,
Troppo stanco per poter leggere,
forse anche semicieco,
senza nessuno che mi legga un libro ad alta voce
non autosufficiente
non voglio ridurmi così
Voglio poter vivere con dignità,
sino all'ultimo
Non ho mai portato la mamma in ospedale
nei suoi ultimi giorni
Ho fatto tutto quel che si poteva
Continuava le sue cure
Non c'era altro che si potesse fare per lei
Lei lo ribadiva sempre
"Non voglio essere portata in Ospedale,
voglio stare qui a casa mia!"
L'ultima notte, però mi disse:
"Stanotte non vado a letto,
rimango a dormire qui in poltrona
Portami la mia borsa, la voglio accanto a me!
E portami anche la sveglia
e caricamela per le cinque di mattina!"
E così si addormentò,
in una transizione più profonda di un sonno normale
E trovò in pace la sua via
Alle cinque del mattino in punto
la sveglia emise il suo trillo
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