Ho scritto e pubblicato questa nota il 14 luglio 2015 nel mio profilo Facebook. Come spesso mi capitava (ora non più. perchè gli sviluppatori di Facebook hanno abolito questa funzione), preso dal turbine di cose da fare non la ho trasposta anche nel mio blog. L'algoritmo di Facebook me la ha riproposta come "ricordo" e, quindi, colgo l'occasione - tardivamente - di rilanciarla qui.
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I gabbiani volano liberi
Le rondini volano libere
Il Grande Topo squittisce e percorre le sue vie
E il Gruffalo viaggia sulle sue tracce
I gatti randagi che vivono sulle strade,
alle ricerca di prede,
conoscono le loro vie
Il sorcio percorre i suoi cunicoli
e regna nel mondo ctonio
Costoro sono tutti liberi
ma sono anche prigionieri
chi del Cielo
chi della Terra
chi della carta stampata che li racchiude
Infinitamente liberi
all'occhio di chi li osserva da fuori,
ma nello stesso prigionieri
anche loro condannati a compiere gli stessi gesti,
reali o virtuali che siano
Noi siamo captivi, coatti, ostaggi,
anche quando crediamo di essere liberi,
impigliati in una sottile ed invisibile rete
di obblighi e pratiche quotidiane
E' del tutto vacuo e inane il sogno
di poter volare libero
come il gabbiano
come la rondine
o quello di poter vagare per le strade di notte
come un essere ferino
Inutile, per quanto consolatorio
Se veramente avessimo le qualità del Gabbiano
o della Rondine
o del Gatto
o del Topo
o di Big Bad Mouse
o di Gruffalo
saremmo di nuovo prigionieri
in uno schema, per quanto differente,
senza saperlo,
di nuovi infelici
e con la sensazione di essere mancanti di qualcosa
Saremmo solo prigionieri di un sogno
come uomini confinati in una caverna
che, senza più contatti con il mondo fuori,
di quest'ultimo vedono soltanto ombre indistinte
e, per questo motivo,
non possono più nemmmeno sognare
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