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18 luglio 2022 1 18 /07 /luglio /2022 11:54
L'ultimo volo di Sylvain Estibal

(16 luglio 2015) L'ultimo volo (titolo originale: Le dernier vol de Lancaster, trad. di Orietta Mori), scritto dal francese Sylvain Estibal e pubblicato in Italia da Ponte alle Grazie (2004), racconta la storia di Bill Lancaster (nato il 14 febbraio 1898, a Birmingham, e deceduto nel Deserto del Sahara il 20 aprile del 1933), ex-Ufficiale della RAF, e pioniere dell'aviazione civile, uno di quelli che furono poi definiti "i temerari sulle macchine volanti". Nel volume viene proposta in forma di memoir narrativo il diario di Bill Lancaster, quando agonizzante attende nel pieno del deserto del Sahara dei soccorsi che mai arriveranno.
Questo volume l'ho acquistato tempo addietro in un remainder e, finalmente, una volta che nel rimescolamento degli strati archeologici della mia libreria di casa, è venuto alla luce, non ho resistito alla tentazione di leggerlo. Ed é stata una lettura davvero emozionante.
Come dicevo, Bill Lancaster fu un pioniere dell'aviazione e durante la guerra fu arruolato nella RAF. Successivamente, compì delle imprese ragguardevoli tra le quali la traversata in coppia (con la fidanzata Chubbie Miller) da Londra all'Australia.
Dopo di esse, si ritrovò al centro di una vicenda di cronaca nera, quando fu implicato nell'omicidio di un giornalista che, un po' pesantemente, aveva corteggiato la sua Chubby. Al termine del procedimento penale, tuttavia, da che era stato considerato come il principale indiziato venne dichiarato innocente, ma ciò nonostante la stima di cui godeva sino a prima del fatto venne ad essere pesantemente intaccata.
Decise, nel 1933, di acquistare un aereo - con il supporto dei suoi familiari - e di partire alla ricerca di un nuovo record: la trasvolata da Londra a Città del Capo nel tempo più breve.
Poco dopo la sosta ad Orano (Algera) dove si presentò con un certo ritardo rispetto alla tabella di marcia, avendo ripreso il volo - forse affrettatamente e senza aver fatto tutti i dovuti controlli, qualcosa andò storto e di lui si persero le tracce.
Vennero intraprese delle azioni di soccorso e di recupero, ma non con la dovuta tempestività, forse. In parte perchè le sue tracce si erano perse durante l'attraversamento di una delle zone più inospitali del Sahara (il deserto del Tanezroufts), ma anche perchè il suo nome a causa del precedente giudiziario non era ben visto. E, per lo stesso motivo, la fidanzata, dopo aver bussato a molte porte, non riuscì ad ottenere che uno solo sponsor, dei molti operanti già allora nel campo delle aziende produttrici di aeroplani, le affidasse un aereo per volare alla sua ricerca: una ricerca che, comunque, senza alcuna indicazione sulla posizione dell’atterraggio di fortuna - anche solo approssimativa -, sarebbe stata difficilissima e di esito incerto, se non impossibile come quella di un ago in un pagliaio.
Solo 30 anni dopo, un drappello di militari meharisti francesi, in ricognizione, in quella zona desertica, rilevó in distanza un punto nero che, ad un sopralluogo ravvicinato, fu identificato proprio come la carcassa di un aereo di vecchia costruzione. Accanto all'ombra di un ala ridotta ad una mera intelaiatura, giaceva il corpo mummificato di Bill Lancaster. Appeso all'ala, inoltre, venne rinvenuto un involto nel quale era contenuto il diario, puntualmente tenuto da Lancaster, nel quale egli aveva annotato tutti i momenti della sua lenta agonia, durata ben otto giorni, dai momenti iniziali in cui grande era ancora la speranza di essere tratto in salvo, agli ultimi giorni in cui dominavano lo sconforto e la disperazione, quando i segni della disidratazione si andavano facendo sempre più evidenti ed incalzanti.
Il libro, costruito come un memoir-collàge,  si basa su proprio su quei diari che, dopo gli esami medico legali, vennero pubblicati integralmente. Ad ogni nota diaristica fanno da contrappunto articoli di giornale, lettere scritte da Chubbie Miller illustranti i suoi disperati tentativi di ottrenere un aereo per partire alla ricerca del suo amato, altre missive scritte da un ufficiale fracese meharista di stanza in un avamposto francese, non distante dal lugo dell'incidente.
E' una lettura struggente che parla di una caparbia lotta per la sopravvivenza sino all'accettazione del fatto ineludibile di dover soccombere, lasciando tuttavia una traccia indelebile della propria lotta.
Seguiamo la sua agonia giorno per giorno e, in contemporanea, l'autore con licenza letteraria, ma con aderenza ai fatti storici ricostruisce lo scenario nel mondo circostanze, le ricerche che non furono mai condotte con vera determinazione, la storia d'amore tra Chubbie Miller e il pilota britannica sino allo sfortunato evento giudiziario che gettò un'ombra su di lui e creò uno stigma dal quale dipese in gran parte la tepidezza dei soccorsi.
Il corpo mummificato di Bill Lancaster venne ritrovato a distanza di 30 anni dall'incidente fatale (nel 1962) da una pattuglia francese in perlustrazione nel micidiale deserto del Tanezfouts, accanto alla carcassa del suo aereo e, appeso a ciò che restava di una delle ali, in un involto accuratamente racchiuso, il diario dei suoi ultimi giorni.
Una storia tragica, che è anche una palpitante storia d'amore.
Le deroghe alla storia reale sono poche e servono soltanto ad accrescere il pathos della vicenda, soprattutto quando Sylvain Estibal immagina che Chubbie sia riuscita ad ottenere un aereo scalcagnato e che giunga direttamente sul posto per tentare di portare le richerche da sola: ed è anche frutto di fantasia l'estremo tentativo di Chubbie di andare ala ricerca del suo Bill a dorso di cammello, perlustrando il deserto con l'aiuto del meharista Chauvet invaghitosi di lei.
La verità assoluta è nei diari di Bill Lancaster che furono pubblicati integralmente poco dopo il loro rinvenimento da Paris Match e, successivamente, nella biografia su di lui, scritta da Ralph Barker.
Del pari reali sono certi articoli di giornali, il cui testo viene riportato, mentre tutto il resto lettere ed epistolari di vario genere sono frutto interamente della fantasia dell'autore, per quanto assolutamente verosimili e coerenti con la vigenti.
La narrazione procede con la scansione temporale dei diari e, ogni giorno trascorso nel deserto, costituisce un capitolo: ogni capitolo presenta in epigrafe delle strofe struggenti tratte da canti tuareg.
(Dal risguardo di copertina) Nel febbraio 1962, in pieno Sahara algerino, una squadra dell'esercito francese scopre la carcassa di un aereo da turismo precipitato nel 1933 e mai ritrovato. Il pilota Bill Lancaster era partito da Lympne, in Inghilterra, diretto a Città del Capo, per tentare di battere il record di volo, stabilito su quel percorso. Appena diffusa la notizia dell'incidente, inizia una corsa contro il tempo che ha per protagonista la fidanzata di Lancaster, anche essa aviatrice, immediatamente partita per le ricerche e lo stesso pilota, attraverso le pagine del suo diario. Un libro d'avventura e d'amore, ma soprattutto un'ode al deserto, amato e odiato, che affascina e disorienta cambiando per sempre le vite di coloro che lo affrontano.



Bill Lancaster, ex-Ufficiale della RAF, pioniere dell'aviazione
Data di nascita: 14 febbraio 1898, Birmingham, Regno Unito
Data di morte: 20 aprile 1933, Deserto del Sahara

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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