Di questo libro di Maria Attanasio ho pubblicato una mia nota nella mia bacheca Facebook, ma mai qui sul blog. E ciò nel 2015 circa. Rilancio qui quella recensione, con qualche rimaneggiamento.
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Con il Condominio di Via della Notte (Sellerio Editore, Collana Il Contesto, 2013, Maria Attanasio ci ha regalato un bel romanzo distopico che richiama - come si impone sin quasi da subito alla mente del lettore - 1984 di George Orwell, ma anche Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley.
Maria Attanasio - come conducendo un esperimento in un laboratorio creativo (di scrittura) - esamina i progressivi sviluppi perversi di una società fondata sulla non accettazione dell'Altro da sé e sulla crescita dell'intolleranza, sino alle più estreme conseguenze che sono di tipo dittatoriale e del controllo sempre più esteso e dilagante dalla sfera dei comportamenti a quelli privati.
Il volano di un simile sviluppo nella "esemplare" città di Nordìa è la non accettazione dell'Altro: dal momento in cui si statuisce che alcuni individui sono dei "fuoriluogo" e che vanno discriminati, non accettati, espulsi e - laddove non sia possibile espellerli - vessarli sino alle più estreme conseguenze: questi assunti portano ad atteggiamenti oltranzisti che si estendono dalle scelte più generali, riguardanti l'amministrazione cittadina e una dimensione più macroscopica, a quelle riguardanti il microcosmo dei singoli condomini, dove l'Altro che vi arriva come residente è un estraneo che sconvolge il quieto vivere e dà fastidio con la sua stessa presenza.
Quello descritto magistralmente da Maria Attanasio attraverso le vicende di Rita Massa é il fenomeno che porta alle più abiette intolleranze a partire dal rifiuto basilare dell'Altro da sè, di colui che, anche in piccole scelte e nelle sue più innocue idiosincrasie, viene considerato un non-omologato e, in quanto non-omologabile, un pericolo inaccettabile per la stabilità di una società in cui tutti, per viverci, devono essere tutti eguali in un comune ed indistinto grigiore.
Ciò che Maria Attanasio descrive in forma fiction è in fondo quello che capita in tutte le società che, fondate sul dominio più che sulla condivisione democratica, attivano centri di tortura più o meno occulti, i campi di concentramento finalizzati alla reclusione e all'annullamento dell'Altro, o a tutta una serie di altre attività più o meno brutali di eliminazione fisica.
Ovviamente, l'intolleranza di cui sono animatori gli stessi zelanti cittadini che si pongono come i difensori dell'integrità della propria nicchia societaria e i suoi integgerrimi custodi va di pari passo con l'indifferenza - per quieto vivere - dei più che chiudono uno o entrambi gli occhi per non vedere ciò che accade veramente e che lasciano correre sulle più palesi ingiustizie di cui sono eventualmente testimoni.
Il romanzo di Maria Attanasio è seguito da una nota in cui l'Autrice spiega il percorso che l'ha portata a scriverlo e da una sorta di biografia ragionata in cui per ciascun movimento (o parte) della narrazione l'Autrice rivela alcune fonti testuali che l'hanno ispirata.
Bello da leggere. Bello per le riflessioni cui il lettore viene sollecitato. Bello per gli approfondimenti che si è indotti a fare o per i riscontri di comuni conoscenze letterarie e saggistiche.
(Dal risguardo di copertina) Una metropoli contemporanea, «il migliore dei mondi possibili», una società basata su ordine e sicurezza in cui un decalogo ferreo sancisce confini legislativi e morali. Confini che una donna, armata solo di storie e di parole, è in grado di infrangere. Un omaggio alla tradizione distopica di Aldous Huxley e George Orwell, un romanzo visionario e caustico, che racconta una potenziale deriva della nostra stessa realtà
A Nordìa, futuristica città che non esiste sulle mappe, «vigilanza» è la parola d’ordine per realizzare un sogno di perfezione collettiva fondato sulla disciplina, la sicurezza e un consenso sociale estremo e intollerante. Quel sogno entusiasma la maggioranza della popolazione e spaventa e indigna i pochi che scelgono di resistere o dileguarsi.
Tra questi c’è una famiglia che si va frantumando. La moglie, Rita, sembra accorgersi che le utopie che avevano caratterizzato il suo passato sono diventate una pericolosa nostalgia, e assieme vede svanire l’amore per il marito. Questi, al contrario di lei, non accetta il quieto vivere narcotizzato promulgato dal governo e fugge dal paese, lasciando la donna e la piccola Assia dietro di sé. Con il trascorrere degli anni la situazione di Rita si rivela sempre più difficile, mentre la figlia coltiva un rancore intenso e ribelle.
Un giorno Rita si scopre improvvisamente sola. Per troppo tempo ha guardato da un’altra parte, come sperando si trattasse di un brutto incubo, di un’allucinazione destinata a dissolversi. Ora si trova a lottare per mantenere un suo equilibrio e non soccombere ai rimorsi. La città inizia a inquietarla profondamente: ormai il razzismo è promosso come modernità, i cittadini vengono suddivisi per categorie, il controllo, referendum dopo referendum, diventa sempre più assoluto, tutto è videosorvegliato, non esiste un diritto di accesso e di movimento senza un pass, un codice, una parola d’ordine. Eppure per Rita arriva improvviso un cambiamento: una casa ricevuta in eredità dal padre, che sempre le è stato estraneo, accende una scintilla, una possibilità di rinnovamento. E in questa casa, nel condominio di Via della Notte, la donna decide di affidare alla scrittura il racconto della propria vita, sperando di ritrovarvi un senso, una forma e un’idea di libertà, mettendo però a repentaglio la sua stessa sicurezza.
Storia di una donna pavida e insieme coraggiosa, allegoria sottile quanto evidente delle peggiori derive populiste e autoritarie che caratterizzano il panorama politico e istituzionale italiano, questo romanzo reagisce con intelligenza e cuore, con indignata e tormentata sensibilità, al rumore sinistro che sale dalle macerie di un’epoca.
Nel 2013, "Il condominio di Via della Notte" è stato il libro del mese di agosto più votato dagli ascoltatori di Fahrenheit-Radio3 e ha partecipato alle votazioni per il libro dell'anno.

L'Autrice. Maria Attanasio (Caltagirone, 1943) collabora a riviste e giornali. Ha scritto poesie (Interni, 1979; Nero barocco nero, 1985; Eros e mente, 1996; Amnesia del movimento delle nuvole, 2003) e saggi. Con questa casa editrice ha pubblicato Correva l’anno 1698 e nella città avvenne il fatto memorabile (1994), Piccole cronache di un secolo (1997, con Domenico Amoroso) e Di Concetta e le sue donne (1999). A questi si aggiunge Lo splendore del niente e altre storie, uscito nel 2021.
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