Natale si avvicina a grandi passi
E' sempre troppo veloce il Natale
con i suoi passi felpati
Fine novembre, l'evento cruciale
cui tutto sembra debba convergere
sembra ancora lontanissimo
Poi è inizio dicembre e, all'improvviso,
i giorni e le notti
cominciano a vorticare
conducendo in un turbinio
gli assetati di feste
all'inebriante mulinello di gioia e ineffabili piaceri
prescritti da altri
E' scontato che tutto si debba ripetere
secondo un copione prestabilito
Dopo le attese festose ed ansiose della mia infanzia
dopo i preparativi accurati di doni e contro-doni,
in eventi affrontati per anni
con fedele attenzione,
adesso non ne posso più
Sono stanco
Vorrei essere libero da abitudini asfissianti
omologanti
tutti a fare la stessa cosa
come in una catena di montaggio
perché si deve
Il commercio ha rovinato la festa,
e non siamo stati noi umani
- badiamo bene -
ad averla rovinata
Sono stati il commercio e le parole vuote
di tutti i vacui parlatori
prezzolati della radio e della televisione
che ci infarciscono la testa di cazzate
e che ci uniformano ad un unico modello:
a tutti deve piacere la stessa cosa,
fatta nella stessa modo,
non si deve mai deviare dal solco principale
Occorre gioire quando viene dato il comando di gioire
Oppure piangere quando viene dato il comando di piangere
Sono state le multinazionali ad averla rovinata,
la festa (e le feste),
Big data e big pharma
Io dico basta
Non ne posso più più
Come una tartaruga mi ritiro nel mio guscio
ma anche lì non credo di poter essere al sicuro
da infiltrazioni nefaste
Anche alla tartaruga più sospettosa ed accorta
arrivano comunque il veleno delle microplastiche
e gli inquinanti dell'aria
Ed allora nascondo la mia testa sotto il cuscino,
per dormire e stra-dormire
non prima di aver messo i miei calzini,
usati un solo giorno,
a svaporare sul davanzale della finestra
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