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17 luglio 2018 2 17 /07 /luglio /2018 08:57
Maria Attanasio, La Ragazza di Marsiglia, Sellerio Editore, 2018

Maria Attanasio non mi delude mai. E' con particolare interesse che mi sono accostato alla lettura del suo ultimo libro, La Ragazza di Marsiglia (Sellerio, 2018), poichè in esso si parla di Francesco Crispi, mio avo, attraverso la storia singolare di Rosalie Montmasson, la donna savoiarda che egli conobbe durante il suo esilio dopo i moti del 1848 e che sposò a Malta, durante le sue peregrinazioni da esule: la donna che condivise con lui le difficoltà dell'esilio, sogni e speranze: entrambi uniti dal sogno di un'Italia libera e repubblicana, ma in questo - dopo l'unificazione dell'Italia - divisi poichè Crispi virò verso l'incrollabile convinzione che soltanto la Monarchia, in quelle difficili circostanze, avrebbe potuto garantire il mantenimento di un'Italia unita e libera da ingerenze straniere.
Già nel 2011 avevo sentito un accenno della storia singolare di Rosalie Montmasson da parte dell'artista incaricato dall'amministrazione comunale di Ribera di creare un gruppo scultoreo dedicato a Francesco a Crispi, nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Il maestro Rizzuti, infatti, aveva voluto porre accanto a Francesco seduto in posa meditativa e senza alcuna concessione alla retorica delle statue ufficiali, come ad esempio quella del Rutelli, una donna che, pur nei riferimenti simbolici, mi disse, voleva ricordarne la moglie, unica donna a far parte della Spedizione dei Mille, di lui consigliera e ispiratrice. E questa fu l'unica circostanza in cui mi capitò di sentirla menzionata: pur avendo studiato in maniera approfondita la storia di quel periodo al Liceo, certo che agli esami di maturità, in virtù del cognome che porto, mi avrebbero chiesto di Francesco Crispi, patriota e statista, il suo nome non era affatto menzionato.
In effetti, è vero, come afferma la Attanasio la figura di Rosalie Montmasson è stata espunta dalla storia, benchè ella fosse stata insignita di onorificenze garibaldine e sia stata immortalata in un grande libro contenente le foto di tutti coloro che avevano fatto parte dell'impresa (L’album dei Mille, galleria fotografica degli eroi dell’impresa garibaldina, opera di difficile consultazione che la Attanasio nella raccolta dei materiali documentari necessari al suo lavoro ha avuto modo di visionare). Eppure, Francesco Crispi, ad un certo punto, preso dalle paturnie senili di sposarsi una seconda volta con la capricciosa Lina Barbagallo, figlia di un magistrato napolitano che a lui si era rivolto per ottenere una riabilitazione,, fece di tutto per cancellare la sua esistenza e farla dimenticare (ma solo sino ad un certo punto come rivela la Attanasio nel suo libro): arrivando non solo a far considerare nullo quel matrimonio, per levarsi di dosso l'accusa di bigamia, ma facendo anche cancellare nei suoi epistolari e documenti privati qualsiasi riferimento alla sua persona.
La storia viene vista dal punto di vista di Rosalie: e, indubbiamente, in questa faccenda privata che, tuttavia, travasò per un breve periodo nella dimensione pubblica mettendo a repentaglio la carriera politica di Crispi, lo statista non ci fa una bella figura. anche se - come Maria Attanasio lascia intendere, in tarda età, quasi a riscattare dal furore negazionista, Crispi commissionò ad uno scultore "risorgimentale" due busti in bronzo che raffigussareo lui e Rosalie.
L'opera di Maria Attanasio è, a tutti gli effetti, una biografia che si legge come un romanzo. Del romanzo è proprio il taglio, con frequenti cambi di scena e passaggi narrativi dall'hic et nunc al passato, ma è propria del romanzo anche una parziale trasformazione di alcuni dei personaggi storici che vengono, in alcuni casi, rielaborati con licenza letteraria, come - ad esempio - è nel caso di colui che svolse le mansioni di segretario di Francesco Crispi, anche durante i suoi mandati come Presidente del Consiglio (e, per quanto riguarda ciò, in uno degli ultimi capitoli, la Attanasio - insegnate di storia, oltre che poetessa e scrittrice - dà puntuali indicazioni); del saggio storico è proprio, invece, il rigore documentario e l'aver voluto fondare la sua narrazione sul reperimento di tutti i possibili documenti storici, oltre che visitare di persona - da parte dell'autrice -  alcuni dei luoghi topici della vita di Rosalie (Malta soprattutto, con i luoghi dove lei e Crispi vissero e dove contrassero quel matrimonio denegato).
Rosalie è trattata come emblema di tutte le donne, spesso costrette al sacrificio della negazione di sè in funzione delle necessità degli uomini, così come altri personaggi femminile di cui Maria Attanasio ha voluto raccontare in precedenti opere (come è, ad esempio, nel caso "Di Concetta e le sue donne"), unico personaggio tuttavia non di Caltagirone anche se, come ci spiega l'autrice, il suo interesse per Rosalie è scaturito proprio a Caltagirone, a partire dal rinvenimento, proprio a Caltagirone, di una copia in gesso di quel famoso busto commissionato da Francesco Crispi, dopo tutta la querelle giudiziaria e del suo triste esito a testimonianza che magrado tutto egli continuò a sentire nei confronti di Rosalie "la ragazza di Marsiglia" un forte legame.

 

Il ritratto dell’unica donna che partecipò all’impresa dei Mille: l’immagine del Risorgimento perduto, della sua parte sconfitta e più bella, in un romanzo sulla libertà di pensiero.

Dal sito web di Sellerio Editore

Il gruppo scultoreo realizzato dal Maestro Salvatore Rizzuti, per conto del Comune di Ribero, per commemorare Francesco Crispi nel 150° dell'Unità d'Italia

(Dal risguardo di copertina) Chi sfogliasse L’album dei Mille, galleria fotografica degli eroi dell’impresa garibaldina, al n. 338 troverebbe la foto di Rosalia Montmasson, l’unica donna che s’imbarcò alla volta della Sicilia. Chi era quest’oscurata protagonista del Risorgimento? Una ragazza che incontra e si innamora di un giovane rivoluzionario pieno di sé, e per amore lo segue in tutte le avventure fino a quando lui l’abbandona? Oppure un’intransigente repubblicana che si lega a un patriota, che alla fine ne tradisce gli ideali?
Per vent’anni Rosalia Montmasson fu moglie di Francesco Crispi, che seguì in tutti gli esili, condividendone azione e utopia, senza paura e senza riserve, facendosi cospiratrice e patriota al servizio della causa mazziniana. Si erano incontrati a Marsiglia: lui esule in fuga dalla Sicilia borbonica, lei lavandaia stiratrice che si era lasciata alle spalle l’asfittico paesino d’origine dell’Alta Savoia. Diventata mazziniana anche lei, entrò a poco a poco nella vita di riunioni e di azioni clandestine di lui, perfino le più rischiose e forse terroristiche, giungendo ad assumere un proprio ruolo, stimato anche da Mazzini.
Poi l’impresa garibaldina, l’Unità, e la svolta monarchica di Crispi. Le divergenze e i contrasti tra Francesco e Rosalia si accentuarono, ormai la ragazza di Marsiglia è solo un impiccio sentimentale e politico per lui, che nel 1878 – divenuto potente ministro – riuscì con cavilli formali e l’avallo di una compiacente magistratura a farsi annullare il matrimonio. Da quel momento, Rosalia Montmasson fu fatta sparire dalla vita di Crispi, dai libri, e dalla memoria collettiva, una totale rimozione dalla storia risorgimentale che si è protratta fino a oggi; a lei Maria Attanasio, in questo avvincente romanzo storico, restituisce voce e identità, recuperando anche una sommersa e avventurosa coralità di oscuri eroi.
Con un ritmo narrativo di inchiesta letteraria su una vicenda nascosta del Risorgimento, la scrittrice ne ha cercato le tracce, ripercorrendo i luoghi, scavando tra cronache e documenti, appassionandosi alla vita di questa donna dal temperamento straordinario, ribelle a ogni condizionamento e sudditanza. E ce la racconta in un romanzo sulla libertà di pensiero, che è quasi una storia al femminile sul processo unitario italiano: il ritratto in grande di una donna in grande, dipinta quale immagine del Risorgimento perduto, della sua parte sconfitta e più bella.
L'autrice. Maria Attanasio (Caltagirone, 1943) collabora a riviste e giornali. Ha scritto poesie (Interni, 1979; Nero barocco nero, 1985; Eros e mente, 1996; Amnesia del movimento delle nuvole, 2003) e saggi. Con questa casa editrice ha pubblicato Correva l’anno 1698 e nella città avvenne il fatto memorabile(1994), Piccole cronache di un secolo (1997, con Domenico Amoroso), Di Concetta e le sue donne (1999) Il falsario di Caltagirone (2007), Il condominio di Via della Notte (2013) e La ragazza di Marsiglia (2018).

Enzo Ciconte e Nicola Ciconte, Il ministro e le sue mogli. Francesco Crispi tra magistrati, domande della stampa, impunità, Rubettino (Collana Storie Gold), 2010

Per un approfondimento, soprattutto per quanto concerne la storia della querelle giornalistica e l'esame degli aspetti giurisprudenziali implicati nel "caso Crispi" e nella relativa accusa di bigamia, può essere utile leggere lo studio di Enzo Ciconte e Nicola Ciconte, pubblicato da Rubettino (Collana Storie Gold), nel 2009, con il titolo Il ministro e le sue mogli. Francesco Crispi tra magistrati, domande della stampa, impunità.
Nel volume si esamina nel dettaglio, in particolare, la conclusione giurisprudenziale cui si giunse in quel frangente, con una sentenza nella fase istruttoria che, del tutto a favore di Crispi, stabilì che ricossero gli estremi per "non luogo a procedere" per via giudiziale.
Nel volume si sottolinea come fu una soluzione a misura di un uomo potente, politicamente, qual'era Crispi a quel tempo e che ad esso consentì di proseguire nella sua carriera politica, senza ombra alcuna, quantomeno dal punto di vista di eventuali esiti penali.
Lo studio che merita indubbiamente di essere letto è peraltro citato tra le fonti cui Maria Attanasio ha avuto accesso e di cui ha tenuto conto nella stesura della sua opera.

(dal risguardo di copertina) Francesco Crispi sposa Rosalie Montmasson a Malta nel 1854. Lei lo sostiene, è intraprendente, decisa, coraggiosa, unica donna fra i Mille di Garibaldi. I due vivono insieme per oltre venticinque anni. L'unità d'Italia cambia la loro vita, Francesco diventa deputato e con Rosalie al seguito si sposta nelle diverse capitali del Regno: Torino, Firenze, Roma. Il tempo passa e lei sfiorisce. Il rapporto tra i due si fa burrascoso. Lui è sempre più distante e sostiene che le loro nozze non hanno mai avuto validità. Nel 1878 si unisce a Lina Barbagallo con un matrimonio celebrato in casa perché nessuno sapesse niente. Nonostante gli sforzi, però, la notizia trapela e la stampa lo accusa di bigamia ponendogli alcune domande sulla sua moralità e sull'uso pubblico del suo potere. Ben sei domande dalle colonne de "Il Piccolo", il quotidiano più accanito. I giornali rivendicano il diritto di intervenire sulla questione sottolineandone la valenza pubblica. Crispi replica che sono fatti privati e a quelle sei domande non risponde. Perde però la fiducia del re ed è costretto a dimettersi da ministro. La magistratura apre un'inchiesta che si conclude con un giudizio a suo favore. Un "processo breve", anzi brevissimo. Crispi è ancora forte, nonostante le dimissioni, e la magistratura, piegata alle esigenze politiche, è sensibile al potere dominante.

L'autore. Enzo Ciconte, tra i massimi esperti in Italia delle grandi associazioni mafiose, è docente a contratto del corso di "Storia della criminalità organizzata" presso l'Università di Roma Tre.
È stato deputato nella X Legislatura (1987-1992) per il Partito Comunista Italiano, membro della Commissione giustizia e consulente presso la Commissione parlamentare antimafia a tempo pieno per undici anni (1997-2008) e a tempo parziale dal 2010, ha realizzato numerosi studi relativi alla penetrazione delle mafie nel nord Italia.
Autore di libri sul tema della criminalità organizzata, Ciconte ha pubblicato con Rubbettino editore nel 2010 un libro intitolato 'Ndrangheta padana, che per primo ha messo in relazione la rete di illeciti perpetrati quotidianamente in Lombardia e al nord con la complicità degli amministratori locali e di una intera classe politica.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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