A volte si assiste ad eventi singolari e surreali, in qualche modo.
Capita, ad esempio che in occasione di pubblici eventi, si cerchi un posto lievemente sopraelevato dove sedersi e poter guardare comodamente ciò che accade, al di sopra di una mare di teste fluttuanti.
A Palermo in occasione di un recente evento pubblico di Capoeira, una Roda nella moderna declinazione di questa disciplina, con più di un centinaio di partecipanti (oltre ad altrettanti - se non di più - spettatori tra familiari e curisoi) nella centrale Piazza Giuseppe Verdi di Palermo (di fronte al Teatro Massimo), due extracomuntari per vedere meglio si erano accomodati sulla sponda di un camioncino lì parcheggiato, per meglio godersi lo spettacolo: e se lo godevano alla grande, battendo le mani al ritmo adrenalinico delle percussioni e dei berimbao.
L'addetto al camioncino stava raccogliendo la spazzatura che riempiva diversi cestini sparsi lunghi il marciapiede.
Tutt'a un tratto, il comodo appoggio che i due avevano trovato è stato messo in moto dal guidatore che, nel frattempo, aveva completato il suo carico: e i due sono stati portati via, assieme ai sacchi di monnezza.
I due hanno reagito allo svolgersi dei fatti con autorinonia e fair play (non hanno cercato di scendere, tantomeno) e mi hanno ammiccato mentre li fotografavo, continuando nello stesso tempo ad accompagnare con il battito delle mani la musica della Roda che, adesso, per loro stava andando in dissolvenza.
Non hanno tentato di scendere, quasi sentissero ormai di far parte del furgoncino, come a dire: "Vediamo adesso dove ci portano".
Oppure: "Vediamo a quale altro spettacolo potremo assistere".
Una grande fortuna quella di aver scelto di sedersi su di una panchina mobile!
Mi è venuto di pensare ad uno dei viaggi fantastici di Sindbad il Marinaio, quando l'avventuroso personaggio durante il suo primo viaggio si trova a sbarcare su di un piccola isola tondeggiante al centro del mare, alla ricerca di acqua di cui fare scorta. Mentre lui e i suoi uomini esplorano il piccolo lembo di terra,sul quale sono cresciute macchie di alberi e dove rinvengono anche una piccola sorgiva, questo imporovvisamente con loro sgomento comincia a muoversi e a sussultare. E di cosa sdi trattava?
Ebbene, era un enorme pesce che galleggiava addormentato tra i flutti: la Balena-isola!
Tutti gli altri uomini scappano terrorizzati, solo Sindbad spinto dalla curiosità di voler vedere e di voler capire rimane.
Mio padre, quando ero piccolo, mi leggeva spesso le avventure di Sindbad il Marinaio, ma di questo storia in particolare non ricordo il finale (benchè questa fosse una delle storie che maggiormente destava la mia meravigliavia, come anche quella dell'incontro con il minaccioso uccello Rok).