Letto nel corso del 2023
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Con "Arresti domiciliari. Diari della Pandemia" (House Arrest. Pandemic Diaries, nella traduzione di Mariagrazia Gini), la casa editrice Adelphi (nella collana Microgrammi), ci ha offerto una piccola narrazione autobiografica di Alan Bennett sul lockdown da lui personalmente vissuto al tempo del Covid.
Una piccola gemma che si aggiunge ai molti saggi, resoconti cronachistici e annotazioni diaristiche che sono cresciuti a dismisura sin dai primi mesi della recente pandemia.
E' importante non dimenticare e tornare sempre a meditare su quanto ci è accaduto per potere trasmettere la memoria di questi eventi a chi verrà dopo di noi e ai più giovani, anziché "dimenticare" e consegnare tutto ad una sorta di oblio collettivo, come in parte è accaduto negli anni successivi alla grande epidemia influenzale del 1918-1919.
(Sinossi) All’inizio del 2020, l’intera umanità si è trovata d’improvviso immersa in uno dei più sinistri romanzi distopici che siano mai stati concepiti.
Solo che non era un romanzo.
E mentre la pandemia dilagava in successive ondate, non meno contagiose erano le ondate di retorica che si sono abbattute su tutti noi, in molteplici varianti.
Contro questo secondo flagello, un farmaco efficace e senza effetti collaterali è Arresti domiciliari, dove Alan Bennett – e chi, altrimenti? – riesce a guardare alle ripercussioni della catastrofe con sovrano understatement, sfiorandole con quel tocco leggero che è solo suo, in un diario che, giorno dopo giorno, intreccia riflessioni e ricordi del passato ad aneddoti e osservazioni sull’inopinata congiuntura del presente
L’autore. Alan Bennett è nato a Leeds, nello Yorkshire, il 9 maggio 1934. Il padre era macellaio, la madre casalinga. A Cambridge, Bennett comincia a scrivere sketch insieme a Michael Frayn. Poi si diploma, e gli ci vogliono due anni per decidere di non diventare pastore della chiesa anglicana. Ma la vocazione e la sua crisi si rivelano proficue, se nel 1959 Alan Bennett debutterà al Fringe Festival di Edimburgo proprio con la parodia di un sermone. Nel 1965, dopo una fortunatissima serie di spettacoli insieme alla rivista «Beyond the Fringe», viene ingaggiato dalla BBC come attore. Nel 1968 mette in scena il primo dei suoi grandi testi, Forty Years On. Nel 1983 scrive il testo di An Englishman Abroad, film per la TV con la regia di John Schlesinger; sua è anche la sceneggiatura dell'irresistibile Pranzo Reale (A Private Function, 1985) diretto da Malcolm Mowbray, mentre più recentemente (1995) Nicholas Hytner ha portato sul grande schermo un'altra sua fortunatissima commedia, La pazzia di Re Giorgio (The Madness of George III, 1992), pubblicata da Adelphi nel 1996. Nel 1992 la BBC ha trasmesso la prima serie dei suoi lavori forse più acclamati, i monologhi di Talking Heads (trad. it. Signore e signori, Adelphi, 2004), interpretati, oltre che da Bennett stesso, da attrici immense quali Maggie Smith, Julie Walters e Patricia Routledge. La seconda serie è andata in onda, con crescente successo, nel 1998 ed è stata pubblicata da Adelphi nel 2016 con il titolo Il gioco del panino. Tra gli altri suoi libri ricordiamo: Una vita come le altre, L'imbarazzo della scelta, Due storie sporche.
I suoi libri sono pubblicati da Adelphi.
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