
Piazzetta di borgata
e alberi rivestiti di verde tenero
e siliquastri risplendenti
di gemme amaranto
e, per loro, il manto di smeraldo
non è ancora arrivato
Tempo lento
C'è una giostrina
ferma e silenziosa
E c'è anche una mini-ruota
dotata di navicelle-mazinga
che oscillano lievi,
ma non ci sono bambini
e mancano voci, giochi e risa
Panchine numerose,
anch'esse vuote
molte di loro
quasi del tutto sommerse
dalla crescita selvaggia
di erbe infestanti
Solo dalla spalliera di una
emerge una testa rivestita di candidi capelli,
talmente immobile
da far pensare ad una statua
con un mazzo di fiori di plastica e una foto sbiadita
Dovunque,
incarti vuoti,
fogli di giornale gualciti e sporchi,
resti di frettolosi picnic
che ispirano una vena sottile di malinconica assenza
Il sole primaverile
picchia forte
Il vento fa incurvare
gli steli d'erba
E, nell'ombra, si avverte
Sono preso da un greve torpore,
le palpebre pesanti
mi si chiudono
e vorrei lasciarmi sprofondare
nel letto invitante
d'erba smeraldina e foglie morte
e sentire l'odore della terra
ancora umida di pioggia
La tentazione è forte
Ma lo so...
Seguendo quest'impulso
potrei anche scivolare in un pozzo di solitudine,
o in una prigione labirintica,
o in una Chernobyl della mente
o in una fredda cripta di cemento
E allora volgo le spalle
all'incanto della piazzetta
e m'incammino a lenti passi
per andare
altrove
______________________________________________
Questo scritto l'ho recuperato da una vecchia galleria fotografica su Facebook (Aprile 2013), di cui era il commento.
In quelle foto c'era mio fratello, ed anche Frida, allora nel pieno delle forze.
Testo e galleria fotografica sono il ricordo di uno dei tanti momenti che condividevo con mio fratello: lo accompagnavo alle sue riunioni e poi me ne stavo a vagabondare nei dintorni, senza meta.
Raccogliendo pensieri ed immagini.
scrivi un commento …