(Maurizio Crispi) Si è svolto a Palazzo Steri a Palermo, il 7 aprile 2013, il convegno-seminario sui temi della disabilità, dal titolo "Diverso da chi? Riflessioni ed esperienze dal mondo della disabilità", organizzato dal Goethe Institut di Palermo e dall'Università degli Studi di Palermo.
Il convegno si era annunciato (come era evidente, analizzandone il programma) come un luogo di discussione di temi importanti con l'apporto di molti ed originali contributi, come poi è stato.
Erano stati invitati i rappresentanti di alcuni associazioni di diversamente abili e di organizzazioni del Volontariato per mettere a confronto le rispettive esperienze.
L'interesse del programma è, poi, stato confermato dalla ricchezza effettiva degli interventi e dalla vivacità del dibattito.
A rendere più vivo e affollato l'incontro è stato il fatto che la partecipazione avrebbe garantito ai partecipanti, se studenti universitari di diverse facoltà dell'Ateneo palermitano, un credito formativo.
E, quindi, proprio a causa di ciò, l'aula era davvero gremita di pubblico.
Era chiaro che molti degli studenti fossero venuti solo per ottenere il credito formativo, ma anche questi sono modi con cui si fa crescere la cultura e la conoscenza sui temi della disabilità.
Già, la cultura sui temi della disabilità e delle diversità...!
E da 30 anni che a Palermo, grazie all'impegno e alla dedizione di alcuni rappresentanti di Associazioni delle Disabilità, si dibattono questi temi e si cerca di mantenere viva l'attenzione di chi ha il potere decisionale perchè promuova leggi e attui normative.
Ma che dico trent'anni? Saranno 40 o forse anche di più!
In quest'ambito, l'attenzione deve essere sempre elevata e la guardia va mantenuta costantemente alta, perché - specie di questi tempi di ristrettezze di budget - basta un colpo di spugna per cancellare alcune garanzie e sospendere l'applicazione di alcune normative.
L'iniziativa è stata lodevole, ma su una cosa gli organizzatori hanno fallito, scivolando in verità su di una molto banale - e non solo metafisica - buccia di banana.
Hanno ceduto alla lusinga del luogo prestigioso, scegliendo come sede del convegno Palazzo dello Steri, risalente al XV secolo e sede del Rettorato dell'Ateneo Palermitano e, in particolare, hanno ottenuto come location la splendida Sala delle Capriate, anzichè valutare l'opportunità d'una sede - magari non altrettanto prestigiosa - ma funzionale all'obiettivo di rendere il luogo del convegno accessibile sia normalmente abili sia ai diversamente abili. Laddove, rivolgendosi al Comune di Palermo, avrebbero potuto disporre di luoghi "normalmente" accessibili ai disabili, spaziosi a sufficienza per accogliere un pubblico vasto ed attrezzati per le eisgenze di un convegno.
La Sala delle Capriate, ubicata al terzo piano dell'antico palazzo chiaramontano non è direttamente raggiungibile con i moderni ascensori e, per accedervi, bisogna usare le scale per passare dal secondo al terzo piano.
E' stato così che alcuni dei diversamente abili intervenuti hanno dovuto essere trasportati a forza di braccia su per una fuga di gradini stretti e dalle alzate di tutto rispetto.
Poi, dopo il danno, anche la beffa...
Infatti, il padrone di casa, in rappresentanza degli organizzatori, ha reso noto che poiché s'era verificata un'imprevista affluenza di pubblico, e non essendo la Sala delle Capriate idonea a sostenere un simile afflusso, bisognava pertanto confluire nella Sala delle Armi, ubicata al piano terra.
E, così, i disabili che, con tanta e fatica e sudore, erano stati trasportati a braccia hanno dovuto riprendere la via delle scale.
Poi, il convegno-seminario è andato benissimo e i contenuti esposti sono risultati di grande interesse.
Ma è stato sufficiente un dettaglio di mala organizzazione a suscitare un interrogativo legittimo.
Un'iniziativa di questo tipo è stata intrapresa per motivi filantropici o piuttosto soltanto per esigenze di vetrina (cavalcando un argomento che suscita interesse sociale)?
E, in questa seconda ipotesi, se la motivazione più profonda era la "vetrina", non si potrebbe giustamente pensare che la scelta del Palazzo dello Steri come sede del seminario appropriata e prestigiosa fosse stata motivata dalle tali esigenze più che dell'attenzione alla funzionalità e al rispetto di quanti - disabili o anziani - avrebbero dovuto confrontarsi con delle barriere architettoniche?
Lascio aperta la domanda ad eventuali risposte.
In ogni caso, una mossa falsa come questa solleva dei seri dubbi circa il fatto che proprio chi ha organizzato non sia stato capace di attenersi ad un'assodata e chiara "cultura sulle disabilità".