(Maurizio Crispi) Percorrendo Tarling Street nella East London (nella circoscrizione Tower Hamlet) si nota uno slargo ventoso ai piedi di un condominio che si erge torreggiante rispetto alle case circostanti (che sono al massimo dell'altezza standard di quattro piani.
Questo edificio io e Maureen lo chiamiamo scherzosamente il "grattacielo" di Tarling Street e, nelle mie prime peregrinazioni in questa parte di Londra, l'ho di frequente utilizzato come punto di riferimento visuale, per capire che, pur percorrendo strade ancora ignote, camminavo nella giusta direzione.
L'altro giorno, proprio sulla strada per andare dal nostro GP (General Practionner), abbiamo notato che, all'interno di una recinzione metallica c'erano degli animali da cortile, e da lì un uomo anziano (che chiamerò The Old Man) proprio in quel momento ne stava uscendo, accostando il cancello alle sue spalle.
Notando che ci eravamo fermati a dare un occhiata tra le sbarre della recinzione, è tornato indietro e, molto cortesemente, ci ha invitato ad entrare per fare un giro esplorativo, ma prima ha voluto mostrarci un'altra cosa.
Ci ha condotto, un poco oltre, sino all'ingresso dello spazio condominiale e ci ha fatto entrare all'interno e, quasi subito, una famigliola asiatica si è affiancata a noi.
Ci ha fatto visitare quello spazio che, come ci ha detto, dopo la fine dei lavori di costruzione, era rimasto brullo e incolto, e ancora ingombro dei materiali del cantiere edile, ottenuto i necessari permessi ha trasformato in un'edificante e grazioso giardino, con tante aiuole, fittamente abitate da una quantità incredibile di piante decorative, da fiore, da essenze e perfino dotato d'uno spazio per le erbe selvatiche.
Una festa per gli occhi, un tripudio di colori e di profumi, nel vento poichè l'edificio molto alto crea una turbolenza d'aria e quindi un micro-clima specifico, un po' differente da quello che si riscontra nel resto della via.
In un'aiuola c'era anche tutta una varietà di pietre proveniente da varie parti del mondo e The Old Man si è soffermato a spiegarci l'origine di un pezzo di calcare che ha più volte rigirato tra le mani con attenzione e riverenza, raccontandoci che veniva da un antico sito archeologico.
Io gli ho detto che, in seguito, gli avrei portato volentieri delle pietre dalla Sicilia.
L'anziano, a quanto pare, si dedica a tempo pieno a curare questo bel giardino ventoso, nel cuore della Londra metropolitana.
Accenna al fatto che prima, nella sua vita lavorativa, viveva nello Yorkshire che, a parte l'industriale Sheffield, è alquanto bucolico e che, solo con il pensionamento si è trasferito qui: Maureen, dopo, mi ha confidato che parlava con un accento e con inflessione da persona colta sopra la media.
Una scelta un po' strana, abbandonare l'atmosfera bucolica imperante in gran parte dello Yorkshire, dove anni fa ho avuto modo di girare in lungo e in largo con la mia vecchia R4 rossa, per infilarsi in un contesto metropolitano: eppure sembra che The Old Man sia riuscito a creare perfettamente un pezzetto di Yorkshire bucolico nel cuore della Londra metropolitana.
Ci mostra con orgoglio due piccole aiuole fiorite, decorate ciascuna con un bel disegno colorato e ci dice, con particolare orgoglio, che sono curate da un gruppo di ragazzini disabili psichici.
Dopo la visita al bel giardino fiorito, ci conduce nuovamente all'ingresso del pollaio: dove entriamo, superando il dislivello rispetto al piano stradali, con l'ausilio di traballanti gradini improvvisati.
Il terreno è morbido sotto i piedi, a causa di uno spesso strato di trucioli di legno.
Ci sono oche, galline e perfino conigli nei loro stabulari.
Tutto ciò - la vita che rappresenta - mette allegria e buonumore.
Alcune varietà di galline appartengono a specie insolite e rare: ce ne indica una in particolare (di cui ci dice anche il nome) ed è la gallina più piccola al mondo.
Poi, ci fa vedere un'altra gallina appartenente ad un'altra razza. Questa fa le uova, ma non le cova e, quindi per farle schiudere, le mette vicino ad un esemplare appartenente ad un diverso breed, disponibile a fare la chioccia.
Ci chiede se per caso vogliamo acquistare delle uova fresche di giornata.
Poi, ci conduce oltre una staccionata, fatta a bella posta in modo che gli animali da cortile non possano passare dall'altra parte, e qui ci sono degli orticelli.
Piccolissimi appezzamenti delle dimensioni di un lenzuolo per neonato, ciascuno curato da un condomino dello stabile.
E c'è davvero di tutto, piselli, lattughe, cavoli, alberi da frutto in dimensioni bonsai (riconosco anche un fico), fragoloni.
Coglie due di questi giunti al punto giusto di maturazione e ce lì offre da assaggiare.
Sono rimasto davvero stupefatto da questa visita.
Un orto e un pollaio, un cortile di animali di domestici, nato dall'inizativa di un singolo individuo e a beneficio dell'intera comunità.
Un'iniziativa che fa comunità, perché fa crescere e rinsalda i legami sociali.
A quanto pare, come ci dice The Old Man ci sono anche delle scolaresche delle scuole immediatamente contigue del quartiere che vengono qui in visita per imparare a conoscere e a rispettare la natura.
Micro-inizativa, peraltro in linea con altre più organiche e strutturate esistenti nella realtà metropolitana di Londra, dove esistono degli ampi appezzamenti di terreno che sono stati destinati ad ospitare delle vere e proprie farm, con tutti gli animali domestici, quindi anche le mucche i cavalli, le pecore e capre: le cosiddette City Farm, dove i bambini possono osservare i vari momenti della loro vita e dove possono vedere come si fa il formaggio, ad esempio, oppure osservare i cicli naturali e riproduttivi dei diversi animali.
Quelle delle farm in città è una sana iniziativa, nel quadro dell'attenzione ai bisogni dell'infanzia, portata avanti per dare modo ai bimbi di avere una conoscenza di prima mano della natura e dei suoi processi, laddove per difficoltà di ogni genere, con estrema facilità potrebbero essere privati di questa esperienza, se dei suoi surrogati attraverso i video e i libri di testo scolastici.
Ancora una volta, come si può riscontrare qui in UK, iniziative all'insegna del progetto sostenuto dal motto "Every Child matters".