(Maurizio Crispi) Si legge velocemente "Sonno" (Einaudi 2014), il piccolo romanzo (o forse sarebbe meglio definirlo "racconto") di Murakami Haruki, arricchito dalle belle illustrazioni di Kat Menschick).
La struttura di questo breve racconto visionario é semplice: una donna che da diciassette giorni non dorme più del tutto scrive il suo diario che ci fa discendere nei misteri della mancanza estrema di sonno, non sofferta, ma accettata, come possiblità di ingresso in un mondo alternativo, in cui il confine tra il sonno e la veglia si fa evanescente e le cose paradossalmente sembrano rovesciarsi, poiché le attività compiute durante la veglia notturna (in cui il solipsismo radicale e la sensazione di diversità estraniante, dovuta alla consapevolezza che tutti gli altri dormono profondamente, sono gli elementi dominanti, assieme ad una percezione di totale e sconfinata libertà rispetto ai vincoli posti dagli altri) sembrano essere più vere che non quelle svolte durante il giorno che, invece, sembrano rientrare piuttosto nel campo dell'automatismo e della pseudo-identità.
Il racconto di Murakami pone un interessante quesito, tale da capovolge le comuni concezioni sul sonno: cosa accadrebbe se una persona ordinaria, senza soffrirne e senza sentirsi "malato", non dovesse più riuscire a dormire normalmente e fosse relegata ad una condizione di veglia costante, con i sensi acuiti e pienamente attiva dal punto di vista intellettivo?
O un'estrema mancanza di sonno non sarebbe piuttosto un modo per entrare in un'inquietante terra di nessuno, di buio e di solitudine che finisce con lo sconfinare in una dimensione assimilabile alla morte?
Il finale del racconto è aperto, quasi kafkiano:il lettore può trovarvi la conclusione che preferisce.
Le illustrazioni che fanno da contraltare ala lettura enfatizzano il registro assieme onirico e solipsistico della narrazione.
L'edizione Einaudi si contraddistingue, perchè - strategicamente - l anota di presentazione nel risguardo di copertina è assolutamente stringata e telegrafica.Come a dire: "Nel leggerlo, sbrigatevela voi a trovare dei significati e dei costrutti!".
(Dal risguardo di copertina) Un'illustratrice visionaria e lo scrittore-illusionista per eccellenza si incontrano al confine tra il sonno e la veglia. Uno dei piú bei racconti di Murakami Haruki, in un'edizione accompagnata dagli splendidi disegni di Kat Menschik.
Gli autori. Kat Menschik è nata a Luckenwalde nel 1968. Illustratrice e autrice di fumetti, collabora con numerosi giornali e riviste tra cui «Frankfurter Allgemeine Zeitung», «Stern» e «Brigitte». Ha illustrato Sonno di Murakami Haruki (Einaudi, 2014).
Murakami Haruki è nato a Kyoto nel 1949 ed è cresciuto a Kobe. È autore di molti romanzi, racconti e saggi e ha tradotto in giapponese autori americani come Fitzgerald, Carver, Capote, Salinger. Con La fine del mondo e il paese delle meraviglie Murakami ha vinto in Giappone il Premio Tanizaki. Einaudi ha pubblicato Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Underground, Tutti i figli di Dio danzano (una raccolta di racconti), Norwegian Wood (Tokyo Blues), L'uccello che girava le Viti del Mondo, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Kafka sulla spiaggia, After Dark, L'elefante scomparso e altri racconti, L'arte di correre, Nel segno della pecora, I salici ciechi e la donna addormentata (raccolta di racconti lunghi), 1Q84 (suddiviso in Libri 1 e 2, usciti insieme nel 2011, e Libro 3, uscito nel 2012), A sud del confine, a ovest del sole (2013), Ritratti in jazz (2013, con le illustrazioni di Wada Makoto) e L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio (2014).
Fra il 2013 e il 2014 Einaudi ha pubblicato i tredici titoli della uniform edition nei Super ET, con le copertine di Noma Bar: L'arte di correre, L'elefante scomparso, L'uccello che girava le Viti del Mondo, Norwegian Wood, Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Nel segno della pecora, Kafka sulla spiaggia, I salici ciechi e la donna addormentata, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Tutti i figli di Dio danzano, After Dark e Underground.
«Amo la cultura pop: i Rolling Stones, i Doors, David Lynch, questo genere di cose. Non mi piace ciò che è elitario. Amo i film del terrore, Stephen King, Raymond Chandler, e i polizieschi. Ma non è questo ciò che voglio scrivere. Quello che voglio fare è usarne le strutture, non il contenuto. Mi piace mettere i miei contenuti in queste strutture. Questa è la mia via, il mio stile. Perciò non piaccio né agli scrittori di consumo né ai letterati seri. lo sono a metà strada, e cerco di fare qualcosa di nuovo. [...]
Scrivo storie strane, bizzarre. Non so perché mi piaccia tanto tutto ciò che è strano. In realtà, sono un uomo molto razionale. Non credo alla New Age, né alla reincarnazione, ai sogni, ai tarocchi, all'oroscopo. [...] Ma quando scrivo, scrivo cose bizzarre. Non so perché. Piú sono serio, piú divento balzano e contorto». (Murakami Haruki, «The Salon Magazine», 16-12-1997)
Fin dal suo primo romanzo, Ascolta la canzone del vento, del 1979, Murakami si è imposto sulla scena letteraria giapponese come uno scrittore di primo piano che non sembrava appartenere alla tradizione nipponica. I suoi scenari metropolitani e i riferimenti alla cultura popolare occidentale (da Michel Polnareff ai Beach Boys, dai film di Peckinpah a Jean Seberg), perfino la forma della scrittura, debitrice a Fitzgerald e a Capote, piú che a Kawabata o Tanizaki, proiettavano la letteratura giapponese in spazi nuovi e inattesi. L'influenza della cultura occidentale su uno scrittore giapponese nato nel 1949 non era certo cosí sorprendente di per sé, anzi rispecchiava una formazione comune a un'intera generazione di giovani; ma era la prima volta che queste atmosfere venivano rappresentate nell'ambito della letteratura «alta». Alla sua attività ricca e costante di narratore e saggista, Murakami ha affiancato il lavoro di traduzione letteraria facendo conoscere in Giappone l'opera completa di Raymond Carver, oltre a numerosi racconti e romanzi di Francis Scott Fitzgerald, Truman Capote, Tim O'Brien, John Irving.