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19 novembre 2014 3 19 /11 /novembre /2014 12:05

Sonno. Quando l'estrema mancanza di sonno diventa uno stato liminare, porta d'ingresso ad altri mondi(Maurizio Crispi) Si legge velocemente "Sonno" (Einaudi 2014), il piccolo romanzo (o forse sarebbe meglio definirlo "racconto") di Murakami Haruki, arricchito dalle belle illustrazioni di Kat Menschick).
La struttura di questo breve racconto visionario é semplice: una donna che da diciassette giorni non dorme più del tutto scrive il suo diario che ci fa discendere nei misteri della mancanza estrema di sonno, non sofferta, ma accettata, come possiblità di ingresso in un mondo alternativo, in cui il confine tra il sonno e la veglia si fa evanescente e le cose paradossalmente sembrano rovesciarsi, poiché  le attività compiute durante la veglia notturna (in cui il solipsismo radicale e la sensazione di diversità estraniante, dovuta alla consapevolezza che tutti gli altri dormono profondamente, sono gli elementi dominanti, assieme ad una percezione di totale e sconfinata libertà rispetto ai vincoli posti dagli altri) sembrano essere più vere che non quelle svolte durante il giorno che, invece, sembrano rientrare piuttosto nel campo dell'automatismo e della pseudo-identità.
Il racconto di Murakami pone un interessante quesito, tale da capovolge le comuni concezioni sul sonno: cosa accadrebbe se una persona ordinaria, senza soffrirne e senza sentirsi "malato", non dovesse più riuscire a dormire normalmente e fosse relegata ad una condizione di veglia costante, con i sensi acuiti e pienamente attiva dal punto di vista intellettivo?
O un'estrema mancanza di sonno non sarebbe piuttosto un modo per entrare in un'inquietante terra di nessuno, di buio e di solitudine che finisce con lo sconfinare in una dimensione assimilabile alla morte?
Il finale del racconto è aperto, quasi kafkiano:il lettore può trovarvi la conclusione che preferisce.
Le illustrazioni che fanno da contraltare ala lettura enfatizzano il registro assieme onirico e solipsistico della narrazione.
L'edizione Einaudi si contraddistingue, perchè - strategicamente - l anota di presentazione nel risguardo di copertina è assolutamente stringata e telegrafica.Come a dire: "Nel leggerlo, sbrigatevela voi a trovare dei significati e dei costrutti!".

(Dal risguardo di copertina) Un'illustratrice visionaria e lo scrittore-illusionista per eccellenza si incontrano al confine tra il sonno e la veglia. Uno dei piú bei racconti di Murakami Haruki, in un'edizione accompagnata dagli splendidi disegni di Kat Menschik.

Gli autori. Kat Menschik è nata a Luckenwalde nel 1968. Illustratrice e autrice di fumetti, collabora con numerosi giornali e riviste tra cui «Frankfurter Allgemeine Zeitung», «Stern» e «Brigitte». Ha illustrato Sonno di Murakami Haruki (Einaudi, 2014).

Murakami Haruki è nato a Kyoto nel 1949 ed è cresciuto a Kobe. È autore di molti romanzi, racconti e saggi e ha tradotto in giapponese autori americani come Fitzgerald, Carver, Capote, Salinger. Con La fine del mondo e il paese delle meraviglie Murakami ha vinto in Giappone il Premio Tanizaki. Einaudi ha pubblicato Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Underground, Tutti i figli di Dio danzano (una raccolta di racconti), Norwegian Wood (Tokyo Blues), L'uccello che girava le Viti del Mondo, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Kafka sulla spiaggia, After Dark, L'elefante scomparso e altri racconti, L'arte di correre, Nel segno della pecora, I salici ciechi e la donna addormentata (raccolta di racconti lunghi), 1Q84 (suddiviso in Libri 1 e 2, usciti insieme nel 2011, e Libro 3, uscito nel 2012), A sud del confine, a ovest del sole (2013), Ritratti in jazz (2013, con le illustrazioni di Wada Makoto) e L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio (2014). 
Fra il 2013 e il 2014 Einaudi ha pubblicato i tredici titoli della uniform edition nei Super ET, con le copertine di Noma Bar: L'arte di correre, L'elefante scomparso, L'uccello che girava le Viti del Mondo, Norwegian Wood, Dance Dance Dance, La ragazza dello Sputnik, Nel segno della pecora, Kafka sulla spiaggia, I salici ciechi e la donna addormentata, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Tutti i figli di Dio danzano, After Dark e Underground.

«Amo la cultura pop: i Rolling Stones, i Doors, David Lynch, questo genere di cose. Non mi piace ciò che è elitario. Amo i film del terrore, Stephen King, Raymond Chandler, e i polizieschi. Ma non è questo ciò che voglio scrivere. Quello che voglio fare è usarne le strutture, non il contenuto. Mi piace mettere i miei contenuti in queste strutture. Questa è la mia via, il mio stile. Perciò non piaccio né agli scrittori di consumo né ai letterati seri. lo sono a metà strada, e cerco di fare qualcosa di nuovo. [...]
Scrivo storie strane, bizzarre. Non so perché mi piaccia tanto tutto ciò che è strano. In realtà, sono un uomo molto razionale. Non credo alla New Age, né alla reincarnazione, ai sogni, ai tarocchi, all'oroscopo. [...] Ma quando scrivo, scrivo cose bizzarre. Non so perché. Piú sono serio, piú divento balzano e contorto». (Murakami Haruki, «The Salon Magazine», 16-12-1997)

Fin dal suo primo romanzo, Ascolta la canzone del vento, del 1979, Murakami si è imposto sulla scena letteraria giapponese come uno scrittore di primo piano che non sembrava appartenere alla tradizione nipponica. I suoi scenari metropolitani e i riferimenti alla cultura popolare occidentale (da Michel Polnareff ai Beach Boys, dai film di Peckinpah a Jean Seberg), perfino la forma della scrittura, debitrice a Fitzgerald e a Capote, piú che a Kawabata o Tanizaki, proiettavano la letteratura giapponese in spazi nuovi e inattesi. L'influenza della cultura occidentale su uno scrittore giapponese nato nel 1949 non era certo cosí sorprendente di per sé, anzi rispecchiava una formazione comune a un'intera generazione di giovani; ma era la prima volta che queste atmosfere venivano rappresentate nell'ambito della letteratura «alta». Alla sua attività ricca e costante di narratore e saggista, Murakami ha affiancato il lavoro di traduzione letteraria facendo conoscere in Giappone l'opera completa di Raymond Carver, oltre a numerosi racconti e romanzi di Francis Scott Fitzgerald, Truman Capote, Tim O'Brien, John Irving.

 

 

 

 Leggi le prime pagine di "Sonno"

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commenti

M
E' - secondo me, per approfondire ulteriormente - un racconto allegorico ed onirico al tempo stesso che prospetta una situazione paradossale in cui una persona (la protagonista) non dorme più,<br /> rovesciando il normale assetto sonn-veglia.<br /> In modo tale che la sua "vera" vita diventa il periodo in cui è sveglia, quando invece dovrebbe dormire.<br /> Ma è, nello stesso tempo, considerando il finale a sorpresa e spiazante (un po? kafkiano) una riflessione sul fatto che l'assenza di sonno - paradossalmente - possa finire sogno se non addirittura<br /> incubo dal quale forse potrà non essere possibile fare ritorno.<br /> Del resto, fisiologicamente (é accertato) il nostro cervello ha bisogno imprenscidibile di una certa quantità di sonno (e soprattutto di sogno) giornaliera, senza il quale cessa di funzionare<br /> correttamente, generando la follia e un funzionamento distorto. Ma oltre una certa soglia di carenza di sonno, il cervello automaticamente - per quanto si cerchi di contrastare ciò - se ne va in<br /> stand-by per cercare di rigenerarsi.<br /> Sicché l'assoluta sensazione di libertà che si sperimenta assottigliando sempre di più il tempo dedicato al sonno,finisce con il diventare prigione, solitudine totale, danno irreparabile,<br /> morte.<br /> Penso che sarebbero possibili molte altre interpretazione di fronte a questo ermetico racconto (nel suo finale, almeno): dipende dall'angolatura da cui lo si guarda e al modo in cui il flusso<br /> narrativo si innesta nelle nostre personali esperienze del sonno e del dormire (ed anche dell'insonnia o della mancanza di sonno).<br /> Detto questo, mi è piaciuto, perchè io sono un breve dormitore e di notte mi alzo spesso e faccio delle cose, per poi ritornare a letto, dormire un poco e poi ancora rialzarmi.<br /> Per alzarmi poi definitivamente attorno alle 4 di notte.<br /> E quel tempo, fino a quando mia moglie e Gabriel si svegliano è solo ed esclusivamente mio.<br /> Quindi, mi sono molto identificato con la protagonista...<br /> <br /> Per quanto riguarda il sonno in senso generale, non è necessario dormire tante ore di seguito,l'importante è che se ci si sveglia nel corso della notte, questo non lo si viva come un problema.<br /> Infatti, io - anche alla luce della mia personale esperienza - ho sempre consigliato di smetterla di vivere come se dovessero "produrre sonno" e di dedicarsi ad attività diverse, qualora dovessero<br /> svegliarsi, leggere scrivere, guardare la tel, ascoltare un disco (non fumare una sigaretta, perchè la nicotina ha un'azione vagamente stimolante), dedicarsi ad un hobby, etc etc.<br /> E, quando meno te lo aspetti, il sonno ti sorprende ed arriva un sonnellino ristoratore...
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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