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20 aprile 2013 6 20 /04 /aprile /2013 14:49

Quando eravamo piccoli, mio fratello aveva l'(Maurizio Crispi) Quando ero piccolo...
Questo incipit è d'obbligo, quando riemergono ricordi dell'infanzia.
Quando ero piccolo, mio soffriva di "agrilluddana".
Un termine che non troverete certo nei dizionari, per quanta buona volontà ci mettiata.
Agrilluddana era una parola di gergo familiare che stava ad indicare una particolare mimica di disgusto che mio fratello faceva quando gli venivano dati da mangiare gli aranci brasiliani che notoriamente, per quanto dolci possano essere, sono "agri" al gusto.
Per lui piccolo, questo agro era pressocchè insopportabile ed era tale la mimica di disgusto che metteva in mostra quando gli finiva sotto i denti uno spicchio di un arancia brasiliana che la mamma decise in modo autoritario che per lui sarebbero state acquistate e tenute a disposizione le arancie "vaniglia" che non essendo "agre" non gli provocavano l'effetto dell'"agriluddana".
Ed io, piccoletto, non capivo le ragioni di tale privilegio, anche perchè per come mi parevano allora (anche, perchè quelle arance, essendo divenute una sorta di frutto proibito, mi sembravano buonissime.
Era frequente questo scambio di battute tra me e la mamma.
Mamma, mamma, anch'io voglio mangiare le arance vaniglia!

No, tu no!
Ma perchè?

Perche tu non hai l'agriluddana, concludeva perentoria la mamma.
Ed io: Mamma, mamma, voglio anch'io l'agriluddana! Come faccio per averla anch'io?
Ma non c'era verso.
In alcune cose, la mamma era di una rigidità prussiana.
Ed io così le arance vaniglia me le mangiavo di nascosto e, quando servivano per mio fratello, andava a finire che non ce n'erano più.
Facevo in segreto scorpacciate di arance vaniglia...

No, non credetemi del tutto: non ero così così cattivello al punto da lasciare mio fratello a bocca asciutta!
Ma qualcuna di nascosto di quelle arance vaniglia, me la mangiavo, questo è poco, ma è sicuro.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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