Ha piovuto, a spizzichi e a bocconi per tutto il giorno.
Poi, alla fine, nel pomeriggio, è venuto giù un bel temporale.
L'aria di Mondello era pulita, lavata dalla pioggia da ogni traccia di polvere e quindi trasparente.
La coltre di nubi sospinta dal vento si era già aperta, lasciando grosse zolle di cumuli a navigare all'orizzonte, con il sole al tramonto che con i suoi ultimi raggi si sinsinuava di essi tingendoli di un morbido colore rosato.
E bisogna smammare.
Un mesto addio alla stagione mondellana con il fresco e l'umidità della recente pioggia.
Un addio all'estate, mentre dei cani senza collare e senza guinzaglio ospiti permanenti del lungomare trotterellavano impettiti, consapevoli di essere tornati nel pieno possesso del loro dominio.
Anche la borgata marinara é insolitamente deserta: la pioggia ha fatto fuggire tutti e ha distolto gli extracomunitari dall'esporre - come ogni pomeriggio - le proprie mercanzie e paccottiglie varie sul lungomare.
Intanto è calata la sera, anche troppo velocemente, complici le nubi che ancora affollano il cielo; il mare s'è fatto sempre più scuro e le luci sono diventate brillanti come stelle.
Le nuvole in alto riflettevano il colore di quelle luci e anche la roccia della montagna ha assunto delle intense tonalità dorate,surreali.
Ho percorso il lungomare ancora più deserto che all'andata, ad eccezione di sparuti podisti intenti nella loro fatica quotidiana.
Quando sono arrivato al punto di partenza, sotto la luce gialla di un lampione, una ragazza dai capelli biondi se ne stava tutta rannicchiata, a piangere.
Io non so perché.
L'essenza stessa della solitudine e dello sconforto.
Avrei voluto chiederle: "Perchè piangi? Cosa ti rende triste?".
Ma non l'ho fatto e sono andato via, senza trovare in me il coraggio di interrompere quella solitudine.