La Stazione ferroviaria di Palermo Lolli è in qualche modo legata alla mia infanzia.
Vi racconto come.
Non era distante dalla casa dove abitavano in Viale Regina Margherita e, spesso, d'estate, qunado l'aria pomeridiana prendeva a rinfrescare, facevamo delle piccole spedizioni fuori casa di cui ero sempre molto contento: uscivamo di casa con mio fratello nella sua sedia mobile a ruote, io, la mamma e la nonna e, pian piano, a piedi scendevamo lungo via Dante per recarci al bar della Stazione Lolli.
Mentre il fronte della Stazione dava proprio sulla Piazza con il grande palmeto su cui si affaccia oggi anche il Cinema Dante, per accedere al bar dotato di un piccolo giardino ombroso, si passava attraverso un cancelletto che si apriva direttamente su Via Dante.
Ricordo che, disposti all'interno, c'erano dei piccoli tavolini e delle sedie di ferro dipinto: noi ci sedevamo lì, all'ombra e al fresco.
Qualche volta c'erano anche i miei cugini.
La mamma ordinava per noi sistematicamente la "Coppa del Nonno" (o si trattava della "Coppa Smeralda" al gusto di amarena? - qui la memoria mi tradisce -) che, proprio in quegli anni, fece da battistrada ai gelati industriali (ma il suo contenitore non era ancora a forma di tazza di caffè).
Io ne ero ghiotto (ma perchè rispetto al classico "cono" o alla briosce rappresentava anche la "novità" e, in più, ci si sbrodolava di meno) e con la palettina di plastica di un colore vivace che cambiava ogni volta, ne mangiavo a poco a poco, senza avidità, per gustare meglio ogni singolo pezzetto: prima, quando il gelato era ancora ben solido mi limitavo a raschiarne leggermente la superficie, facendo formare sulla superficie della paletta dei piccoli ed eleganti riccioli... Poi, man mano che, con il riscaldamento della mano e per effetto della aria tiepida, il contenuto della coppetta si andava ammollando, le palettate diventavano più abbondanti, fino a che dovevo raccogliere il fondo rimanente, ormai semiliquefatto.
Il gusto andava cambiando leggermente man mano che quel gelato passava dallo stato solido a quello semisolido, ma era sempre buonissimo.
Alla fine aveva sopra le labbra due baffi marrone e appiccicosi.
Ho un bel ricordo di quei pomeriggi: il terreno del giardinetto non era cementato ed era molto polveroso.
Io che non potevo stare fermo (solo il gelato ci poteva a rallentarmi per un po') e che calciavo ogni cosa avessi a tiro, alla fine, calzando dei sandali di cuoio "alla francescana" (come a quel tempo si usavano per i bambini della mia età) mi ritrovavo con i piedi completamente imbiancati.
Piedi bianchi di polvere e baffi appiccicosi di gelato: un bel vedere...
E mentre io mi imbiacavo i piedi e mi esibivo in performance monellesche, i grandi conversavano quitamente tra di loro.
Qualche volta, quando arrivavamo, avevano da poco finito di abbeverare le piante e c'era un buon odore di terra bagnata che rendeva ancora più belle queste nostre pigre soste.
Darei tanto, ma davvero tanto, per poter rivivere uno di questi pomeriggi spensierati e felici, senza tempo.
Mio padre non fa parte di questo ricordo: lui di pomeriggio era sempre al lavoro.
Un po' di storia. La Stazione di Palermo Lolli, sita nella centralissima via Dante, entrò in servizio il 28 ottobre 1891, come stazione terminale della linea Palermo-Castelvetrano-Trapani, gestita dalla Società della Ferrovia Sicula Occidentale (FSO). Questa tortuosa linea, che collegava la città alle aree agricole della Sicilia occidentale, era utilizzata più per il traffico merci che quello passeggeri.
Nel progetto originale della Palermo-Castelvetrano-Trapani della FSO (1876) Palermo Lolli non era prevista, e la linea per Trapani si sarebbe dovuta attestare alla stazione di Palermo Centrale, gestita dalla Società per le Strade ferrate Calabro-Sicule, collegandosi al bivio Madonna dell'Orto al preesistente tronco Palermo Centrale-Palermo Porto. Per divergenze tra le due società non se ne fece nulla e, nel 1891, venne inaugurata la stazione Lolli, che insiste sulla sede del cantiere di costruzione della linea.
Il tronco da Palermo Centrale per Lolli e per il porto, che a causa dell'urbanizzazione interferiva con la viabilità stradale in molti punti, fu oggetto di ricorrenti critiche. A partire dagli anni Venti fu studiato un riassetto complessivo del nodo di Palermo, comprendente anche il suo interramento.
Nel 1974 venne aperta la nuova stazione di Palermo Notarbartolo e da quel momento la stazione Lolli perse il suo utilizzo per il servizio passeggeri e rimase, ma per un breve periodo, venendo utilizzata solo per il traffico merci.
Di lì a pochi anni venne definitivamente chiusa.
Rimasta in abbandono per molti anni, nel 2006 la stazione è stata venduta dalla società di gestione Ferrovie Real Estate, del gruppo FS, a un raggruppamento di società private che ne hanno progettato la trasformazione con la creazione di una sezione adibita a museo delle ferrovie.
Il 22 febbraio 2008 all'interno dell'area di pertinenza della stazione è stato inaugurato il cantiere del passante ferroviario urbano della città di Palermo.