Mio figlio Francesco è stato decisamente preso dal virus della lettura, dopo un inizio lento e, soprattutto, incerto.
Per quanto già prima si sia cimentato in imprese di lettura non indfferenti con 'incameramento delle "Cronache di Narnia", oppure della saga de "Il Trono di Spade", Il ciclo di Earthsea di Ursula Kroeber le Guin, "Le Cronache della Terra Emersa" di Licia Troisi o ancora de "Il Signore degli Anelli" di Tolkien, il trampolino di decollo della vera e viscerale passione per la lettura è stato assicurato dall'approccio alla narrativa di Stephen King, ma adesso noto che c'è un'apertura di interessi a pieno campo, sostenuta da una vivace acccensione di interesse nei confronti di ciò che ancora non conosce e che potrebbe rappresentare un suo nuovo orizzonte di lettura..
Parliamo spesso di libri e, adesso, il terreno si è fatto fecondo, perchè i diversi input possano attecchire e determinare risposte fervide, ma anche laddove non dovessero attecchire è sufficiente che questi semi siano lasciati lì come in un terreno a maggese, forse destinati un giorno a germogliare. E, in ogni caso, il semplice fatto di sapere che ci sono infiniti continenti e pianeti da esplorare è suffciente come potente stimolo ad esplorare, seguendo le proprie vie.
Come soleva fare mio padre con me, a partire dalle nostre conversazioni, faccio a Franci delle proposte di lettura su percorsi nuovi e così è capitato che si sia parlato di autori che in periodi diversi della mia vita io ho avuto tra i miei preferiti.
Nel corso di una nostra conversazione, gli ho fatto, ad esempio, una breve presentazione di H. P. Lovecraft, il "Solitario di Providence", ma gli ho anche parlato di Douglas Preston e di Lincoln Child, con un'incursione nel mondo del feuilleton francese (da I Misteri di Parigi a Rocambole, passando per le storie di Fantomas).
Francesco mi appare nello stesso tempo entusiasta e scoraggiato.
Entusiasta, perchè ascolta con interesse ed annota nel suo taccuino tutti i riferimenti e i suggerimenti che gli paiono interessanti,mettendo alcuni libri in un ipotetico carnet di lettura (cosa che facevo anche io alla sua età, per poii accorgermi che non rispettavo mai l'ordine ideale che mi ero prefiguravo, perchè saltava sempre fuori un libro imprevisto che scardinava ogni piano di lettura prefigurato).
Scoraggiato, qiuando commenta che sinora - nella lettura - ha perso del tempo e che ora dovrà affannarsi per recuperare.
Io l'ho rassicurato, dicendogli che - alla sua età - leggevo sì, ma non tantissimo poi, poiché erano tante le cose da fare.Gli ho raccontato anche che, da piccolo, ero affascinato dalla quantità di libri dei miei genitori che mi ritrovavo per casa e che quie libri avrei voluto conoscerli tutti, uno per uno.
E che già allora mi apparivano come una muraglia che, talvolta, mi pareva invalicabile.
Una muraglia che, a modo mio, provavo a scalare, come quando mi appollaiavo sulla scala e passavo lunghe mattine estive ad esplorare i volumi che abitavano i piani alti della libreria oppure quando decisi di catalogare tutti i libri di casa, progetto a cui lavorai alacremente per un'intera estate, quando compivo i 13 anni, arenandomi poi, quando mi imbattei in alcuni volumi che erano - per le mie conoscenze - di difficile catalogazione (non avevo messo a punto dei criteri per effettuare l'incrocio per argomenti).
Ho detto a Franci, raccontandogli tutto questo, che adesso dopo anni, posso dire che, pur non avendo esattamente scalato proprio quella muraglia con cui mi confrontavo da piccolo, ne ho costruita una tutta mia, mattone dopo mattone (ogni libro letto o esplorato un mattone); e ho aggiunto che, dunque, non deve lasciarsi prendere dallo scoraggiamento, visto che anche lui è incamminato sulla via fertile di costruire una propria personale muraglia di libri, aggiungendo un mattone all'altro
Il muro di libri è personale e del tutto originale, poichè per quanto ci si sforzi di seguire le indicazioni e le suggestioni derivanti dalla cultura familiare, poi i propri interessi prendono forma in una maniera diversa e i percorsi di lettura si fanno intricati e si diramano in nuove vie, a seconda degli interessi del momento e delle circostanze: si costruisce così un percorso attraverso una borgesiana e labirintica Biblioteca di Babele.
E credo proprio che Francesco sia incamminato lungo questa via proficua e appassionante.