Per quanto riguarda la forma, io avrei scritto - più correttamente - "te"...
Per il resto va bene.
Per quanto concerne il contenuto del messaggio, é da apprezzarne l'ottimismo...
Secondo me, queste formule sono come dei mantra propiziatori in un mondo che non offre alcuna certezza, in cui tutto é fluido e mutevole.
Se vogliamo, hanno una valenza apotropaica o sono utilizzati come una formula scaramantica.
Forse chi realizza questi messaggi, pur essendo consapevole della loro impermanenza (la prima pioggia e l'usura determinata dal continuo passaggio delle ruote delle automobili li cancelleranno in un breve volgere di tempo), li considera anche come un baluardo protettivo rispetto alle derive temporali.
In fondo, nulla é cambiato.
Prima si incidevano frasi simili sulla corteccia di alberi secolari ubicati in luoghi che soltanto i due innamorati/amanti conoscevano e che, magari, tornavano a visitare a distanza di anni per rinnovare le loro promesse...
Oggi, la privatezza di quel gesto viene soppiantata d platealitá ed ostentazione: occorre che tutto il mondo sappia perchè il messaggio sia più vero e più "pesante" (forse anche maggiormente vincolante)...
Ciò che soprende è che il più delle volte gli amori così dichiarati sono già finiti nel momento in cui la parla scritta viene depositata in un luogo pubblico e in questo modo sottratta alla fatica di una personale elaborazione interiore.
Vedi anche
I messaggi d'amore dipinti per terra: deperibili, megalomanici e ostentati, all'insegna della "liquidità" delle relazioni.
Foto di Maurizio Crispi: Villa Sperlinga (Palermo), via Francesco Scaduto.