Davanti al St. Barts Hospital (Saint Bartholomew's Hospital), imponente ed antichissimo ospedale londinese, si distende la grande area di Smithfield che venne trasformata in epoca vittoriana nello Smithfield Meat Market, ma che - sino a prima di questo grandioso ammodernamento - si presentava come un grande spazio aperto dove venivano convogliate le bestie da macellare e dove, nel corso dei secoli, accadde di tutto, come l'esecuzione di pene capitali, il martirio di personaggi storici, come il famoso William Wallace, eroe della lotta scozzese per l'indipendenza e ad altri episodi scellerati legati alla storia religiosa, ma anche più volte citato nella tradizione letteraria mistery - come ad esempio nel recente romanzo di Gianfranco Manfredi, Tecniche di resurrezione (Gargoyle, 2010) - ed anche tristemente noto per il commercio di cadaveri che venivano ceduti per pochi denari ai medici del vicino ospedale che potevano così studiare l'anatomia in corpore vili.
Camminando per lo Smith Meat Market, per quanto le attività si siano spente (la maggior parte di esse ha luogo durante le ore notturne) e tutto sia pulitissimo, si sente aleggiare l'odore del sangue e delle bestie macellate: e queste forti sensazioni olfattive riportano indietro al passato truce delle esecuzioni capitali, delle torture e dei martiri.
Qui il passeggiatore indolente avrà la ventura di imbattersi in insolite cabine telefoniche.
Per esempio, a poca distanza dall'imponente Galleria di ferro e vetro del Meat Market si potrà osservare una cabina in nero, anziché dipinta nel tradizionale rosso che le accomuna alle solide cassette cilindriche per imbucare le lettere del Royal Mail Service; ma si potrà anche notare una fila di cabine telefoniche in cui si alternano quelle "normal size" con altre "large size", forse per accogliere utenti di altezza superiore alla media.
Proprio davanti alla facciata dell'imponente Saint Barths se ne potrà notare una "speciale" ed isolata che inneggia a Sherlock Holmes...
la cabina è costellata di bigliettini del genere post-it, attaccati all'esterno, di altri - all'interno - alcuni legati con sottili cordicelle al filo che collega il ricevitore all'apparecchio -, e in più fregiata con altre scritte in pennarello indelebile: si tratta in modo pressocché uniforme di messaggi che inneggiano all'investigatore-prototipo (dopo il Dupin di Edgar Allan Poe) di tutti gli investigatori deduttivi che fanno ricorso ai moderni metodi scientifici per dipanare ingarbugliate - e apparentemente irrisolvibili - matasse di crimini appena compiuti o in fieri (anche se, successivamente, alcuni esperti in semiotica, hanno considerato il famoso investigatore di Baker Street come il vessillifero del metodo cosiddetto "abduttivo".
In sostanza, il succo della maggior parte dei messaggi è una professione di fede nei confronti di Sherlock Holmes e nella sua esistenza "fattuale", del tipo "I believe in Sherlock in Sherlock Holmes".
Si tratta dunque di un piccolo-grande tributo al personaggio dalla fantasia di Sir Arthur Conan Doyle da parte di quel vasto - informale - movimento di opinione che considera tuttora Sherlock Holmes come realmente esistito.
Perchè questa cabina telefonica è stata prescelta, ci si potrebbe chiedere?
Sembra che qui - proprio in questo punto -, nel corso di un film televisivo di epoca recente, parte di una serie realizzata per la BBC, Sherlock Homes apparentemente trovasse la morte, cadendo dal tetto del Saint Barths nel corso di una lotta con un suo avversario.
Malgrado gli inneggiamenti che trasformano questa cabina telefonica in un vero e proprio mausoleo dedicato al personaggio-simbolo delle moderne scienze investigative, al suo interno, si respira un'aria ammorbata di odore di piscio vecchio e stantio.
(Maureen Simpson) I had a look to find out about the Sherlock Holmes phone box outside St Barths. There are quite a few blog entries but cant find an actual factual thing saying how it started. But here is one little article (corredato di numerose foto, dove si potrà leggere quanto segue)::
"We recently stumbled across this phone box, bedecked with tributes to Sherlock Holmes, outside St Bart’s in Smithfield. In the last series of the BBC’s Sherlock, our hero fell to his apparent death from the roof of the hospital. Although the final scene revealed that trickery was afoot, it hasn’t stopped fans of the sleuth leaving personal messages at this latter-day Reichenbach.
Although most of the notes are tongue-in-cheek, we think an informal shrine at this site is a splendid idea, and very much in keeping with the long tradition of pretending Holmes is a real man, rather than a fiction".
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