Questo scrissi su Facebook un anno fa, dimenticandomi poi di riportarlo su questo blog.
Una delle me avventure/vicissitudini oniriche
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Ci sarà a Palermo il concerto di una nuova banda blues
È un evento straordinario
La banda sarà composta da musicisti talentuosi, un po’ attempatelli, appassionati di blues fin dalla più tenera età (alcuni addirittura compagni di scuola sin dalle Elementari) e che, adesso, concretizzando la loro pluridecennale vocazione, hanno deciso di mettersi assieme creando una band, come i Blues Brothers, quando vengono illuminati da un raggio di luce divina che li trasfigura, indicando loro la strada
Io conosco personalmente alcuni di questi musicisti; sono stato gomito a gomito con loro; ne ho condiviso scelte musicali e passioni e, quindi, non posso mancare di partecipare a questo evento epocale
Mi reco dunque in una location dove, prima dell’evento musicale in senso stretto, si svolgeranno diverse attività con stand culturali e con l’offerta di gadget, CD e altri parafernalia musicali
Mi aggiro all’interno di questa specie di fiera, dove non ci sono ancora molti visitatori
Per il momento, mi pare che io sia addirittura l’unico e solo
Forse sono arrivato in anticipo, non so
(chi tardi arriva male alloggia)
Incontro diverse persone che ho conosciuto in passato e che se ne stanno a presidiare i diversi stand
Non so se dovrei essere contento di vederli, forse sì da un lato, eppure mi sento piuttosto schivo e vorrei starmene in disparte ed evitare gli incontri, ma non c’è niente da fare, siamo io mammete e tu
Poi succede una cosa strana
Devo andare in bagno per espletare le mie necessità fisiologiche e non si tratta di una semplice pisciata, bensì della cosa grossa
Mi indicano il bagno che è, in realtà, un semplice water closet (o forse soltanto una seggetta o un bugliolo) collocato in un punto di passaggio senza alcun riparo per la decenza e la riservatezza
Certamente, non è un luogo assolutamente idoneo alla bisogna e ai bisogni, ma poiché non riesco più a tenermela dovrò comunque usufruirne, caschi il mondo
Come ho detto prima non c’è quasi del tutto flusso di visitatori: quindi, dico a me stesso che posso farlo, riuscirò a farla franca, riuscirò a fare la cacca (diciamolo pure senza mezzi termini) con tranquillità senza che nessuno arrivi a vedermi o a dileggiarmi
Quindi mi accomodo sulla seggetta e faccio ciò che devo
E nel mentre penso ad una sequenza del romanzo “La sottile linea rossa” che lessi da ragazzo (un regalo di papà): e si tratta d’una scena breve e drammatica che mi aveva particolarmente colpito e che appunto evocava la fragilità e vulnerabilità degli esseri umani in simili momenti
Nel periodo di tempo (breve in termini oggettivi, ma lunghissimo e interminabile nella sua valenza di vissuto soggettivo) in cui mi libero comincia ad affluire - manco a farlo apposta - un’enorme quantità di gente: quindi, io mi ritrovo nell’imbarazzante situazione di essere seduto su un water closet con i pantaloni calati e pertanto in una palese ostentazione (per quanto non voluta) di vulnerabilità
E non posso nemmeno ricompormi velocemente, perché - avendo appena espletato - devo prima procedere alle necessarie operazioni di igiene personale
Mi accorgo, tra l’altro, (e con un moto di stizza e disappunto) che manca la carta igienica
Dio mio!, faccio io a mezza voce, alquanto irritato, scocciato, ma in fondo anche imbarazzato
Vicino a me si sono accomodati su delle sedie dei sindacalisti (vedi un po’, dei sindacalisti! Ma chi ce li porto!?)
Mi accorgo anche che, assieme a loro sono arrivati dei mucchi di sottili foglietti di carta traslucida, collocati lì vicino ma per me, nella mia posizione seduta pressoché irraggiungibili, e chiedo loro gentilmente di prenderne alcuni e di darmeli
Ma l’esecutore di quest’operazione è totalmente imbranato: questi foglietti si incollano sulle dita, non riesce a dividerli uno dall’altro: insomma, la situazione ristagna, mentre l’ambiente si fa sempre più affollato
Intanto, io sono riuscito a recuperare una specie di ometto appendiabiti (di quelli con le rotelle), sul quale sono drappeggiati dei tessuti tinti a colori vivaci e l’ho tirato verso di me in modo tale da creare una specie di barriera o di paravento tale da proteggermi dallo sguardo degli astanti, a questo punto dileggiante e sarcastico
Mi sembra di essere bloccato in una situazione di stallo, dalla quale non riesco a venire fuori in alcun modo
Dissolvenza
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