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Ci sono cose che non so
Ce ne sono altre che non ricordo,
e pur sforzandomi
non riesco a farle riemergere
dal magma dei pensieri e delle tracce perdute
Questa notte ero indaffarato
Camminando e camminando,
dovevo raggiungere certi posti,
uno dei quali era un enorme palazzo,
sede di uffici
Percorrevo strade,
chiedevo informazioni
ad altri Pellegrini come me
con i quali condividevo la stessa sorte
Poi arrivavo, infine, alla mia meta,
mi ritrovavo nell’atrio d’un enorme edificio svettante
e andavo a chiedere delucidazioni
alla reception
Qui una tipa con una mascherina
tutta colorata sul grugno
mi diceva che,
per potermi presentare all’ufficio dove ero diretto
occorreva esibire certi documenti
che io non avevo con me
Entravo in confusione
Chiedevo se potesse andar bene
mostrarli dal cellulare
per eventualmente trasferirli via bluetooth
La receptionist che, intanto,
si era tolta la mascherina
e che aveva i denti tutti blu
(strano)
scuoteva la testa
e mi diceva che non sapeva
Ero esasperato e confuso
È sempre tutto
tanto complicato
e non si cava mai un ragno dal buco
Ho guardato fuori dalla finestra
La via era silente,
tutto immobile
le auto parcheggiate
senza un solo posto libero
Non un’anima dolente in giro
Non piove, non tira vento
E sono tornato a letto a scervellarmi
per trovare il bandolo della matassa
e per acciuffare le perdute tracce
Forse quello che conta di più
é il fatto di essere Pellegrino
sempre in cammino
da un luogo all’altro
o in cerca di qualcosa
La meta cambia di continuo,
si rende ineffabile,
è metamorfica
Quando credi di averla raggiunta
si trasforma in qualcosa d’altro
che non è più ciò che stavi cercando
E, allora, bisogna ricominciare
tutto da capo
Palermo, 18 dicembre 2023
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