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29 agosto 2024 4 29 /08 /agosto /2024 11:20
Arcobaleno informe, dopo il piovasco (foto di Maurizio Crispi)

Sono crollato in un solo istante

Mi sono svegliato dopo quattro ore filate gonfio di sonno
Ho sognato tanto, ma ricordo poco, quasi nulla, anzi
C’è qualcosa che mi frulla per la testa, e non riesco ad estrarla, per quanto io mi sforzi
Ho l’impressione che qualche volta si rimanga sulla soglia del sogno senza riuscire ad rientrarci dentro, così come sino a qualche istante prima si era vissuto dentro a quel sogno
Ci si arrovella, si fa girare la manovella come in quella vecchia auto, per metterle in moto, ma senza alcun risultato: quella scintilla non scatta, quell’immagine trainante di altre non arriva
In fondo, questo trigger è l’elemento ispiratore dell’intera costruzione narrativa di un sogno e ne è il primum movens
C’è soltanto una traccia, molto sottotraccia, in cui io corro, corro, non nel senso che mi affretto, ma nel senso che vado di corsa di lunga lena, per spostarmi da un punto all’altro
Ma questa traccia, al momento, rimane soltanto come un’ossatura spolpata di tutti i suoi tessuti molli e quindi è impossibile tirarne fuori una narrazione coerente
Il pomeriggio di fulmini, tuoni e pioggia e di semioscurità crepuscolare, dovuta alla nuvolaglia minacciosa e incombente che si era radunata nelle ore precedenti, ha avuto un suo fascino potente e decadente al tempo stesso; e non so bene perché, ma ha lasciato dentro di me una coda di malinconia che tuttora non sono ben capace di definire
Poi, quando la pioggia era già cessata e il giorno volgeva al declino, ho visto l'accenno appena abbozzato d'un enorme arcobaleno, iridescente, sbavato, incompleto, che disegnava un arco di vaste proporzioni (che nella sua interezza si poteva solo intuire) e questo è stato sicuramente un segno, non so di cosa, ma tale l’ho percepito
Ho tentato di fare degli scatti, poiché ho avuto la sensazione che nessuno se ne accorgesse di una simile meraviglia
Il mondo procedeva ignaro

 

E ho dormito ancora
E qui ho sognato che salvavo un piccolo (d’età e di dimensioni) cucciolo di cane, delizioso, vivacissimo, con un manto tricolore, a chiazze, che lo faceva allegro e sbarazzino e un musetto tirabaci 
Era di una vivacità incredibile: se ne stava abbandonato al margine della strada, trafficata e piena di auto e moto, e correva avanti e indietro, esplorava olfattivamente con il tartufo umido, cercava, poi di nuovo scattava in brevi corse, alzava la testa, come ad ascoltare intento qualche suono lontano (solo a lui udibile) o ad annusare l’aria 
Lo vedevo anche sconfortato, da solo, e si capiva chiaramente che non aveva dove andare e che non sapeva nemmeno come regolarsi 
Cercavo di acciuffarlo, ma non era cosa facile perché ad ogni tentativo scattava via in corse disordinate, frenetiche e traballanti sulle sue gambette ancora non ben solide
Avevo paura che nella follia del gioco schizzasse via per di fiato e che finisse travolto da un’auto in corsa
Poi, alla fine, ci riuscivo a prenderlo: era trafelato per via delle corse a perdifiato che aveva fatto, tremante per l’eccitazione, ansimante, con la lingua di fuori, il petto che si muoveva come un mantice per far prendere aria a quei piccoli polmoni
Già mi guardava in adorazione e sentivo che il patto era già stretto
Lo mettevo dentro l’auto e lo lasciavo lì per qualche istante, perché avevo qualcosa da fare
Poi tornavo, dopo poco, e già attorno all’auto c’era radunata una piccola folla di gente curiosa che già pensava che quel cucciolotto fosse stato abbandonato ed io atrocemente crudele verso la creatura indifesa
Mettevo a posto tutto, rassicuravo tutti gli astanti in un solo istante,
Salivo a bordo, mettevo in moto e me ne andavo tutti quei buoni samaritani mormorianti
Sì, adesso ricordo che a bordo c’era anche l’altro mio cane, quello grande e grosso 
E adesso son di nuovo due!

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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