Questo scrissi il 3 agosto del 2014, traendo impressioni e spunti di riflessione da una mia passeggiata nel caldo del solleone non ancora, ma quasi, ferragostano.
Ma ritengo che queste impressioni - a leggerle oggi - abbiano ancora una valenza di piena attualità e, per così dire, di 'freschezza'
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Palermo d'estate diventa una città fantasma e i suoi marciapiedi butterati e le sue strade dissestate, ricettacolo di ogni sorta di cose abbandonate, foglie secche, rifiuti e pattume, carte stracciate, fogli di giornale spiegazzate e fruscianti nel vento e deiezioni di ogni genere, da quelle calcinate dal sole a quelle ancora calde, fresche e fumanti (nonché sinceramente olezzanti)
Sembra di vedere una città in uno scenario post-apocalittico, abbandonata dai suoi abitanti in fuga
Nessuno lavora più, tutto si ferma, in una paralisi messicana.
La merda decora marciapiedi ed aiuole
E qualcuno cerca di nobilitarla, mettendogli le ali, facendo degli stronzi abbandonati parodie stercorarie di Icaro che, armato di ali fatte con piume incollate con la cera al suo torso e alle sue braccia (grazie all'ingegno del padre Dedalo), cercò di volare in alto e raggiungere il carro del Sole nel suo quotidiano passaggio su in cielo
E la sua hybris lo uccise, perché come tutti sanno i dardi dell'astro infuocato fecero sciogliere la cera che teneva avvinte le piume ed egli precipitò
Perfino il posteggiatore abusivo se n'è andato, lasciando la sua sedia di plastica rotta vuota e inoccupata.
Quella che vedo è una città in fase di rottamazione
Nel seccume e tra i rifiuti, rimangono soltanto le Trombe dell'Angelo che pendono inutili, incapaci perfino di far crollare le mura di Gerico e di spazzare via le montagne di rifiuti che si accumulano senza sosta
Dalle vetrine di negozi chiusi per ferie definitive occhieggiano manichini, alcuni impudicamente nudi, altri vestiti di tutto punto, uomini, donne e bambini e di notte escono fuori dalle loro case di vetro e invadono le strade silenziose, come zombie alla ricerca di prede
Quel bel pomodoro rosso troneggiante al centro della distesa d'asfalto e che pareva un fiore carico di promesse succose si disfà lentamente sotto il sole nella canicola d'agosto.
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