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Nel sogno di questa notte ero in auto e, forse, dovevo partecipare ad un funerale
Mi stavo spostando per andare al cimitero a deporre dei fiori sulla sepoltura di qualcuno
Di chi si trattasse non ricordo
Facevo fatica ad arrivare poiché c’era un traffico mostruoso, forse dovuto un ingorgo
Non si capiva nulla
Si camminava incolonnati, a passo d’uomo o, forse, di lumaca e, per di più, avevo a che fare con dei camionisti prepotenti che mi facevano ogni sorta di angheria
Nel frangente, dovevo anche fare benzina, poiché ero in rosso fisso, ma non c’era verso
Un camion prima mi impediva di entrare dal distributore e poi, una volta che riuscivo a conquistare una posizione di vantaggio per potermi rifornire, c’erano dei problemi con l’addetto alla pompa per il pagamento, perché mi veniva detto che dovevo andare a prendere un coupon in un certo Ufficio, visto che il rifornimento mi serviva per far visita al cimitero
In alternativa, mi veniva detto, avrei potuto rivolgermi ad un Frate che gestiva uno sportello compassionevole per quelli come me, ma anche per raggiungere questo frate avrei dovuto fare un giro complicato con l’auto, perdendo pertanto il mio vantaggio, oppure - in alternativa - avrei potuto andare a piedi lasciando l’auto dal distributore
Il Frate assumeva per me lo stesso aspetto del Frate Indovino
Optavo per la seconda soluzione, ma scoprivo che raggiungere la postazione del Frate non era cosa facile, e non era nemmeno cosa facile trarre le informazioni necessarie: nessuno sapeva chi fosse questo Frate e nemmeno dove fosse e, se io facevo riferimento alle sommarie informazioni che avevo già ricevuto su di lui, tutti quanti cascavano dalle nuvole e poi rivolgevano gli occhi al cielo come a dire: Dio, aiutaci tu!
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In un altro momento, ero a casa di una mia antica compagna e ci trovavamo a parlare dei mobili che arredavano la sua casa, alcuni dei quali, di pregio erano stati fabbricati da un ebanista che, in passato, anche da me ha fatto dei lavori, tipo libreria, una scrivania e armadi a muro
Notavo che i mobili fabbricati da questo ebanista del sogno erano forniti di speciali targhette, di legno, intagliate a mano le quali, con apposita simbologia, fornivano tutte le indicazioni necessarie, come ad esempio, data di costruzione, tipo di legname, tipo di impellicciatura
E dicevo tra me e me: Ma guarda un po’ che raffinatezza! i mobili fabbricati per me dallo stesso artigiano non hanno questo tipo di targhetta!
Mi sentivo un po’ invidioso di ciò, bonariamente s’intende
Ricordo, al riguardo, che quando questo tale ebanista del ricordo veniva, per qualche motivo, a casa da me, non mancava occasione di squadrare le sue opere, di osservarne lo stato di salute, arrivando al punto da accarezzare il legno in più punti, per verificare se i mobili continuassero a "respirare" bene o se non fossero in sofferenza
In fondo, io pensavo nell’osservarlo intento in questo rituale che si verificava immancabilmente in ogni sua visita, ogni cosa ha una sua vita per chi ha dato vita.
Quell’ebanista trattava i mobili che aveva costruito come fossero suoi figli e ciò ogni volta generava in me una grande emozione
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