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Notte di sonno opaca
Sonno profondo, però,
di riposo e rigenerazione
Sono qua adesso,
sveglio, nel cuore della notte,
mentre l’alba si approssima
In un angolo della stanza
c’è della lanugine che s’è accumulata
nel corso dei giorni
ed anche il cadavere d’una grossa mosca
Mi riprometto di fare le pulizie
da giorni
e sempre mi ritrovo a rimandare
Dovrò pur farlo prima o poi
Più che la lanugine
a disturbarmi
è la mosca morta
Chi sa perché
Ho sognato e nulla ricordo
Ero da qualche parte
Facevo delle cose
Reiteravo e ripetevo
Ho camminato
Ho corso
Ho pedalato per le vie della città
Talvolta ho parlato,
pronunciando qualche parola sparuta
ma il mio interlocutore era sempre
ombra, fantasma,
ineffabile traccia
E dunque ero sempre solo
Compensavo, allora, parlando da solo,
dicendo, emettendo suoni,
ingoiando parole e masticandole,
una alla volta
come chicchi d’uva succosi
oppure sputandole fuori
come gli acini rimasti
che, tra i denti,
danno fastidio e vanno eliminati
Volevo anche scrivere
ma cosa, poi?
Le parole sfuggivano da tutte le parti
Non ne avevo più alcun controllo
Controllo versus creazione
Creatività impossibile
Mission impossible
Attesa
Verranno giorni migliori
Oppure no!
Segnali di resa, di caduta
o forse anche d'inarrestabile decadenza
L’Impero Romano,
dopo aver raggiunto
la sua massima espansione,
crollò e decadde
insidiato dalle orde barbariche
che tuttavia erano anche
afflusso di sangue nuovo
e di vitali nuove energie
Il disordine e il caos
generarono un nuovo ordine
Corsi e ricorsi
Alternanza di fasi
Decadenza e rinascita
Vediamo
cosa ci attende
al prossimo giro di giostra
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(14 aprile 2024) Qual é il senso?
Ho sognato che ero in viaggio
(sempre in viaggio sono in sogno!)
e mi ritrovo nello scompartimento di un treno
che fischia e sferraglia
C’è un collega di lavoro, con me,
e nessun altro
Facciamo conversazione
sui più disparati argomenti,
ma non ricordo i contenuti
Altro non ricordo
C’è una vaga scontentezza,
la sensazione di non aver centrato gli obiettivi,
una vaga percezione di aver perso,
di essere uno sconfitto,
uno che ha percorso tanta strada per nulla
Penso al figlio grande: un senso di sconfitta
Penso al piccolo: altrettanto,
anche se ho la certezza
che mi vuole molto bene per adesso
Penso di aver perso tempo
a costruire castelli di carte o di sabbia
Il vento con il suo primo refolo
farà crollare l’edificio di carte e le disperderà,
così come disperderà per ogni dove
ogni singolo granello di sabbia
Pensavo di avere molto da dire
ma adesso anche quella vena
s’é inaridita
Vedo per terra i cocci di un vaso rotto,
o forse di un’anfora
Non so quando o perché sia caduto
O per colpa di chi
Con molta vividezza, ne vedo i frammenti sparsi
alcuni molto grossi e cospicui
Malgrado ciò, quel vaso
non potrà più essere ricostruito
perché mancano i pezzi più piccoli
che - benché minuscoli -
sono cruciali come chiavi di volta
Sono basito ed esterrefatto,
forse anche annichilito
Tossisco ripetutamente
come per espellere il Male dall’interno
Poi mi fermo e mi ascolto
Ma questa sera non c’è più
alcuna sinfonietta d’autunno o d’inverno
solo il sibilo del vento freddo
che soffia dalle desertiche steppe del Nord
Poi, dopo lunga lotta,
m sono addormentato di nuovo e ho sognato ancora
Ed ero di nuovo in viaggio
mi trovavo in una grande città, forse Londra
Che facevo?
Andavo in giro con altri come un turista rispettabile
La città era sovraffollata,
una marea di persone che camminavano indaffarate,
mentre altri - evidentemente turisti - giravano con il naso all’insù ed espressioni estatiche nel viso,
guardando e rimirando
Di questi, alcuni scattavano foto,
click click click
ed era sorprendente vedere
quanto usassero loro camere
come dei mitra
Altri ciarlavano
Altri ancora camminavano,
indifferenti a tutto, come zombie
In questo fiume umano
mi sentivo un po’ perso
e con lo sguardo
scandagliavo la folla
alla ricerca di qualche rappresentante della setta dei poeti estinti
Poi, entravamo in un grande spazio che appariva essere
un grande negozio oppure una libreria
Propenderei a pensare che fosse una libreria
Ci dicevamo che dovevamo scendere al piano sottostante
E ci facevamo spazio a gomitate nella folla anche qui molto cospicua
Avremmo dovuto, a questo punto, percorrere una stretta scala
per accedere al livello inferiore
Mentre stavamo per imboccare il passaggio, vengo assalito da una donna vociferante e scarmigliata, la quale mi grida diffidandomi dal fare un altro passo soltanto
Ma perché poi?
Forse lo dico a parole, oppure no
Comunque, la donna mi risponde, concitata, sostenendo che non ho chiesto a lei l’autorizzazione di andare, che lei è una scrittrice, che sta facendo la presentazione del suo libro e che merita il dovuto rispetto
Vabbè, faccio io, mi dispiace! Come avrei potuto capire che tu eri la Scrittrice?
Mica ce l’hai scritto sulla fronte e nemmeno su una targhettina spillata sul tuo magro petto!
Così dicendo, proseguo nella mia strada
Percorse le scale, giungo in un ampio spazio, anche questo affollato di persone e qui comincio a parlare del battibecco che si era appena verificato
Faccio una sorta di debriefing psichiatrico, spiegando la rava e la fava del comportamento inspiegabile di quella donna
All’inizio parlo in italiano, ma poi - ricordandomi che siamo a Londra - prendo a parlare fluentemente in inglese
Gli astanti apprezzano la cortesia, anche se avevano già afferrato il senso del mio discorso
Forse, se non l’italiano, conoscevano lo spagnolo
Non so
Mi profondo in lunghi discorsi e spiegazioni che tutti ascoltano un estremo interesse
Nel bel mezzo del discorso compare la donna di prima che ora appare ammansita
Prende partecipare, fa i suoi commenti ed esprime delle controdeduzioni, come in una seduta di psicoterapia
Dopo una lunga session in cui tutto sembra filare per il verso giusto, posso finalmente proseguire il mio percorso che prevedeva di uscire all’esterno
In effetti, il passaggio attraverso la libreria e la discesa di un piano erano soltanto azioni finalizzate a poter entrare nel mondo di sotto
Il mondo sotto-il-ponte
Infatti, uscendo da quella stanza sovraffollata, mi ritrovo sotto delle enormi arcate per descrivere le quali non trovavo nel sogno parole adeguate o pietre di paragone
Potevo soltanto fare un raffronto con le più ardite immagini de Le Carceri d'Invenzione di Piranesi
Ero talmente preso dalla meraviglia che tiravo fuori la mia macchina fotografica reflex e cominciavo a scattare foto su foto, cercando di cogliere l’attimo, cercando l’inquadratura migliore
(dissolvenza)
È tempo di alzarsi
e affrontare il nuovo giorno
con vigore e determinazione
La musica percuote timpani
Caleidoscopio di immagini
Potpourri di letture
L’ora è tarda, anche se sono solo le cinque di mattina
Ma ho riposato un numero congruo di ore
La musica martella nelle mie orecchie
Mi dà la carica
Voglio saltare giù dal letto e iniziare il nuovo giorno
Però, nello stesso tempo,
voglio ancora stare a leggere ancora ad ascoltare la musica a oziare
Bene!
Così la nostra vita è fatta di intenti e desideri contrastanti
e dobbiamo sempre navigare,
trovando il giusto equilibrio tra istanze diverse
Non c’è molto altro da dire
e andiamo avanti così
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