«Perché si vede sorgere d'un tratto la sagoma della nave dei folli, e il suo equipaggio insensato che invade i paesaggi più familiari? Perché, dalla vecchia alleanza dell'acqua con la follia, è nata un giorno, e proprio quel giorno, questa barca?
[…]
La follia e il folle diventano personaggi importanti nella loro ambiguità: minaccia e derisione, vertiginosa irragionevolezza del mondo, e meschino ridicolo degli uomini.»
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Siamo barcaioli al governo
d’una imbarcazione che naviga,
sempre, senza sosta,
senza mai gettare l’ancora,
sempre stipata all’inverosimile
delle sue capacità
I posti a disposizione dei passeggeri
devono sempre essere tenuti occupati
Uno spazio vuoto a bordo é causa di squilibrio
Se uno per sfiancamento o a fine corsa scende,
un altro deve immediatamente rimpiazzarlo
I vuoti devono essere subito colmati
Uno sale, uno scende
Uno scende e un altro sale
Soffriamo di horror vacui
Questa nostra nave deve sempre viaggiare al massimo del suo carico
Si viaggia senza meta
oppure si sta alla fonda,
per giorni e giorni
Sia che siamo fermi
sia che siamo in movimento
siamo sempre un piccolo avamposto
sperduto nel mare deserto
in attesa di qualcosa che non arriverà mai
e senza poter mai giungere in un porto che sia vero e tale
Il fatto è che il viaggio mai è l’obiettivo principale
anche se ci dicono che lo sia
Noi siamo la ciurma
Noi siamo gli esecutori
Tra noi ci sono i comandanti
Ma ci sono anche i serventi ai pezzi,
i cambusieri, i cuochi e i manutentori
e anche gli agrimensori,
per non parlare degli storiografi
e dei geografi e degli ortolani
Noi guidiamo la nave
e governiamo i passeggeri
preoccupandoci di far sì che, per loro,
il periodo del traghettamento
trascorra nel modo migliore
È un traghettamento fine a se stesso
Non c’è una vera meta
Non c’è un passaggio evolutivo
I nostri passeggeri sono qui,
giusto per essere messi da qualche parte,
perché non c’è un’altra parte
dove possano stare
e quindi è stabilito
che debbano stare sulla nave
La nave viaggia ma,
nello stesso tempo, non viaggia
perché è radicata al fondo del mare
da catene d’acciaio
È incagliata su di una secca,
ma scenari mobili
danno di continuo l’illusione del movimento
Le vele schioccano,
gonfiate da alisei costanti
A tutti i passeggeri viene detto “Stai qua!”
oppure “Sulla nave farai il tuo percorso!”
Ma loro non lo sanno che saranno obbligati
a stare sempre fermi,
per giorni, per settimane,
per mesi e per anni,
e noi con loro
Loro diventando ogni giorno più vecchi
e noi altrettanto
Tra i passeggeri ci sono i ritrosi
ed anche i riottosi,
i disturbatori,
i manipolatori,
i prepotenti e i violenti
Noi governiamo la nave,
la ciurma allo sbando
e i passeggeri, a colpi di frusta,
con fruste di parole e di opere,
con pillole, capsule e gocce a tempesta
Ogni tanto qualcuno scende
Ogni tanto qualcuno sale
Noi siamo sempre a bordo
Siamo il team che si occupa della Narrenschiff,
ma non siamo i soli naviganti:
assieme a noi molti altri
a bordo di tante altre piccole navi
in navigazione senza meta,
le navi dei folli,
senza meta e senza tempo,
a prendere tempo,
a far trascorrere il tempo,
a governare le diversità
per cui altrove non c’è posto
e poi si vedrà
Chi vivrà, vedrà
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La nave dei folli (Brant) - Wikipedia
La nave dei folli ( Das Narrenschiff) è un'opera satirica in tedesco alsaziano di Sebastian Brant, la cui prima edizione fu pubblicata nel 1494 a Basilea. Composta da una serie di 112 satire brevi...
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