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Notte opaca
E non ricordo i sogni
Incubazione fallita
Per questa volta
non potrò essere oniromante
Rimango contrariato
se non ci sono sogni da raccontare
e da scrivere
Mi sento come un viaggiatore
che ritorna da un suo viaggio
in terre lontane ed esotiche
e non ha nulla da riferire
di ciò che ha visto
perché tutto ha dimenticato
o perché, semplicemente,
mentre viaggiava
la sua mente dormiva,
i suoi occhi erano ciechi,
le sue orecchie sorde
la sua bocca muta
Dopo ogni notte,
al mio risveglio,
vorrei poter dire:
Ecco dove sono stato!
Ecco cosa mi è successo!
Ho fatto cose insolite
(a volte un po’ bizzarre)
Ho incontrato genti diverse
Ho incontrato coloro
che non sono più
e ho parlato loro
come fossero vivi
e loro mi hanno parlato
Ho imparato qualcosa di nuovo
su me stesso
Dicendo questo mi sentirei
come Elio Aristide o quell'Artemidoro di Daldi,
che furono tra i primi cartografi del sogno
e dei suoi reami
misteriosi e controversi
La notte, talvolta, è avara dei suoi doni
e bisogna sapere attendere
il momento più propizio
per tornare ad essere
vagabondo delle stelle e dei ricordi
Ho messo una musica
in sottofondo
per lenire la mia veglia
senza il ricordo fertile
di tracce oniriche
e per lasciare liberi
i miei pensieri di vagare
alla ricerca d’un filo da acciuffare
per poterlo tirare pian piano
portando alla luce
ciò che rimane nascosto
Se non sono oniromante,
cercherò d'essere almeno cercatore di tracce
Non prendetemi sul serio
Butto giù una parola,
senza sapere cosa voglio scrivere
Le altre seguono
una appresso all’altra,
come in un rosario
per una sorta di predestinazione
E non sono più io che decido
cosa debba prendere forma intellegibile
o se debba dar vita ad un'insalata mista
In fondo scrivere
è come buttare giù in frasi
la traccia di un sogno che emerge al risveglio
Non si sa mai dove si va a parare
Si tira fuori un filo
che sporge da una trama ordinata
e lo si comincia a tirare piano piano
per non spezzarlo prima del tempo
Il filo rappresenta la rottura
in quella trama ordinata
ed é il novum che emerge con prepotenza,
portando con sé la meraviglia
oppure l’orrore,
ma anche la gioia e il dolore
Adesso che é finita la musica
ho anche finito di scrivere,
per oggi
Vedremo domani
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