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Non ci sono sogni
e nemmeno segni
E' stata una notte di sonno
come quello d'un ghiro,
avvoltolato nelle coperte,
ma senza avere riposo vero
Ora, sveglio,
cado preda d'una crisi di starnuti
e mi lacrimano gli occhi
Prendo un libro
Il mio occhio vaga
distratta-mente
sulla pagina scritta
senza trarne profitto o gioia
Scrollo e ri-scrollo
Commento e annoto
Chioso, scrivo, rilancio e condivido
E' il lavoro della notte
o all’alba prima del sorgere del sole
Ieri ho visto, assieme,
le foglie ingiallite sugli alberi
fluttuare nel vento
per poi cadere in una lenta danza,
i tappeti di foglie cadute a terra
e, nello stesso tempo,
le fioriture anticipate del nespolo
e quelle tardive - fuori stagione - delle lantane
Assieme, in un’insolita combinazione,
l’autunno, l’inverno e la primavera
Prima vi erano certezze
Ora è tutto mischiato
Ogni cosa sfuma in un altra
È sempre più difficile dire:
Sono qui!
Oppure, sono lá!
Più difficile collocarsi con esattezza
nel flusso delle cose
Più difficile decodificare gli eventi naturali
È tutto più ambiguo,
più incerto,
più mescolato,
più disorientante
Forse sono questi i segni
d’un mondo che cambia,
della scomparsa dei ritmi naturali
(quelli che ci hanno insegnato essere
naturali e immutabili)
della natura impazzita,
ma anche le avvisaglie della caduta,
imminente e improcrastinabile
Alcuni dicono che siamo
già pienamente immersi
in un flusso di estinzione
Ciò che temiamo
sta già accadendo,
ovvero quella che dicono essere
la sesta estinzione di massa
E, forse, adesso potrò dormire tranquillo
un ultimo sonnellino ristoratore,
prima della fine
Mi è cresciuta la barba
e dovrò radermi
Lo stesso vale per le unghie
Forse questo è un segno non ambiguo
del fatto che sono ancora vivo
Eppure anche questo segno è bifronte
Dicono che i peli e la barba
- come anche le unghie -
continuino a crescere
ancora per un po’
dopo la morte celebrale
Su questo,
dovrò lavorarci su
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Il mondo dietro di te (film e romanzo) In questo thriller apocalittico basato sul romanzo Leave the world behind di Rumaan Alam, seguiamo la storia di una famiglia che si ritrova ad assistere “da lontano” alla fine del mondo mentre è in vacanza. Con loro ci sono anche gli Scott, proprietari della casa che hanno affittato in una località di mare vicino a New York City. Via via succedono cose sempre più strane che convincono il gruppo che sia in corso un cyber-attacco negli Stati Uniti, forse addirittura un colpo di Stato volto a innescare una guerra civile.
Tra le stranezze c’è anche il comportamento della natura che circonda la casa. Più volte i membri della famiglia vedono dei cervi nel giardino sul retro: prima solo un paio, quindi a centinaia. L’apice di questa linea narrativa viene raggiunto quando Amanda e Ruth vengono circondate nel bosco. Gli animali non sembrano aggressivi, si limitano ad avvicinarsi a loro, fin quando le due donne non iniziano a gridare per spaventarli. Ma cosa significa tutto questo? Abbiamo la risposta del regista, nonché creatore di un’altra opera molto cinica come Mr. Robot.
Durante un’intervista con Netflix’s Tudum, il regista Sam Esmail ha infatti spiegato il significato di quelle scene, che ovviamente è molto simbolico. Ha detto:
I cervi sono creature pacifiche. Trasformare quella dolce immagine in qualcosa di inquietante, minaccioso, quasi un avvertimento, ho pensato che fosse davvero interessante. Questo è il trucco di questo film. Abbiamo sempre cercato di prendere le cose che non abbiamo mai considerato una minaccia per poi ribaltarle.
Non è l’unico riferimento alla natura contenuto nel film: anche i fenicotteri si comportano in modo strano, cementando la sensazione che qualcosa di terribilmente storto stia accadendo nel mondo. Una possibile interpretazione potrebbe essere collegata al tema del cambiamento climatico e dei pericoli che la natura sta correndo per via delle azioni dell’uomo: l’avvertimento dei cervi potrebbe quindi essere una sorta di suggerimento su cosa bisognerebbe fare per fermare la fine del mondo, ovvero tornare ad avere un rapporto più intimo con l’ambiente naturale. Peccato che la risposta delle due protagoniste sia inutilmente aggressiva…
Nel romanzo di Rumaan Alam, inoltre, i personaggi scoprono che la prossima generazione di quel branco di cervi è nata col pelo bianco e che i loro movimenti e percorsi migratori sembrano simboleggiare il modo con cui il mondo sta cambiando rapidamente attorno all’umanità, in un modo che non possono controllare o cambiare. Anche qui, il simbolismo si spreca. Il bello di Il mondo dietro di te, come specificato anche dall’autore del libro, è che non fornisce tutte le risposte ma lascia che sia lo spettatore a interpretare determinati eventi.
Leggi anche: Il mondo dietro di te: le principali differenze tra il film Netflix e il romanzo originale
Foto: Netflix
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