La trascrizione di questo frammento onirico del 15 ottobre 2022. la pubblicai in un post sul mio profilo Facebook.
Come spesso mi capita, ho trascurato di trasferire questa mia nota diaristica qui sul mio blog.
Ed ora eccola!
Non è mai troppo tardi per rimediare!
E aggiungerò che quanto scrissi mi piace molto per la sua gioiosità e ariosità (qualità, ambedue, insolite nelle piccole, insulse, scritture)
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Sono in campagna.
Il mio terreno è vasto e si estende per diversi acri su terreni collinari ed ondulati (ma non è vero, si ho un terreno in campagna, ma non é certamente vasto e nemmeno è grande quanto il Bosco dei Cento Acri di Winnie the Pooh!)
Terra fertile ed irrigua, prati verde smeraldo, sentieri (anche questa descrizione é pura materia onirica, poiché il mio terreno è molto asciutto e pietroso!)
Mi alleno per un trekking e percorro delle tracce che si sviluppano lungo il perimetro della proprietà, scoprendo di continuo degli angoli inediti e delle vedute straordinarie.
E' come se il terreno contenesse il mondo intero e più vasto (un mondo nel mondo)
Ci sono dei casali abbandonati, alcuni sono in legno, tipo dei padiglioni sulle dune
Altri sono strutture in muratura con appartamenti da tempo disabitati e in stato di abbandono, eppure forniti ancora di tutto il necessario, i pavimenti rivestiti da una coltre di foglie secche ed escrementi di topo.
Entro in alcuni di essi per esplorarli
Mi è sempre piaciuto esplorare i ruderi, penetrare al loro interno ed aspirare l'aria fresca ed umida che sa un po' di muffa
Poi mi ritrovo su di un terrazzamento delimitato da una ringhiera che mi appare come un unico belvedere di proporzioni titaniche quasi fosse una specie di muraglia cinese e qui mi metto a correre prima in un senso e poi nell'altro e, lungo questo camminamento, devo anche attraversare dei lunghissimi tunnel
Di nuovo ritorno in piena campagna e qui Black mi corre incontro festoso, caracollando, per poi scattare all'inseguimento di due anatre (o oche) che cominciano a correre in modo buffo, starnazzando
Ecco che arriva un gigantesco cane da pastore tutto bianco, molto più grande di Black e, con tutta la sua mole, gli corre incontro, quasi a volerlo investire e calpestare, ma Black intende questa poderosa rincorsa verso di lui come invito al gioco e prende a fare delle corse nervose, accompagnate da finte e da repentini cambi di direzione
Poi, all'improvviso, arriva - chi sa da dove - un caprone, bianco, ed anche lui si mette a correre e capitombolare per nulla minaccioso. L'atmosfera è quella di un gioco condiviso ed io sono lieto che la mia campagna sia animata da tutte queste presenze viventi
Ci manca soltanto un asinello e potrei toccare il cielo con un dito
Mi sento pervaso da un senso di meraviglia
Al di là della mia recinzione vedo un casale diruto, un tempo utilizzato da pastori, e fuori addobbate su di un filo ci sono appese delle lenzuola candide che si agitano nel vento
L'aria è impregnata di buoni odori, di terra umida e di legna bruciata, e di un lieve sentore di stallatico
Mi sembra di essere in attesa del presepe vivente, prossimo venturo
Tutto qui (e poi vado in dissolvenza)
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