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Vedo uno avanzare verso di me
E ha la mano destra fasciata
dentro un grosso involucro bianco
Subito dopo incrocio un altro
Questo ha la mano e il polso sinistro
bloccati dentro un tutore nero
In più, il braccio è sospeso al collo
con una fascia
Guarda un po’ che coincidenza, ho pensato,
Vorrà dire qualcosa?
Qualcuno mi sta inviando un messaggio criptato?
Poi, arriva un’altra comparsa
della corte dei miracoli
É uno mezzo sciancato
che cammina a fatica
sostenendosi con una stampella
che gli serve a non far toccare terra
al piede destro penzolante
E di seguito c’è un ciccione
che cammina
con i rotoli di adipe,
appena dissimulati dentro un’ampia blusa,
tremolanti come gelatina
Un cane ingobbito
sta defecando
e si guarda attorno vigile
Un altro sta irrorando di piscio
un sacco della spazzatura abbandonato sul marciapiedi
Cani sciolti senza padrone
Cani senza collare
Mi rammento che il giorno prima,
sull’imbrunire,
avevo visto una cacca diarroica
abbandonata proprio al centro del passaggio
da un padrone di cane irrispettoso
e avevo pensato
È criminale lasciarla così
È peggio di una buccia di banana
Chi ci dovesse mettere il piede sopra
rischia di prendersi uno scivolone cosmico!
E, in effetti, passando da quel punto,
vedo quel che rimane di quella cacata
che adesso è tutta spalmata sul cemento
per un metro e più
(La mia profezia si é avverata.
Qualcuno si é preso lo scivolone!)
Ma c’è ancora di più
Ecco che scorgo
accovacciato tra due auto parcheggiate
un cristiano intento a liberarsi l’intestino
Anche lui - come il cane di prima -
si guarda in giro
vigile, guardingo,
la testa che emerge
come un mobile periscopio
tra le due macchine accostate
Non appena mi vede
entra in apprensione:
me me accorgo dai fremiti
della mimica facciale
Gli faccio un gesto benevolo
come a dirgli,
Da me non dovrai temere alcun male!
Proseguo,
e c’é uno addossato contro un muro
su cui campeggia una scritta
“Io la pipi non la faccio qui!”
che piscia
E un lungo rivolo di urina
scorre sul marciapiede
aprendosi strada
tra le sue gambe divaricate
sino alla cunetta,
come un fresco torrentello di montagna
Anche il pisciatore contro il muro
si accorge del mio passaggio,
ma rimane imperturbabile
Non ha bisogno di alcun cenno di incoraggiamento
(in fondo cos'è ormai pisciare in luogo pubblico?
Ormai condividiamo pienamente la natura dei cani)
Camminando sono costretto
a scansare chiazze di vomito,
ultime tracce di bagordi notturni
poggio i piedi, gimkanando,
come se mi stessi facendo strada
attraverso un campo minato
Nuvole di orrendi miasmi
a tratti mi assalgono
e sembrano volermi soffocare
nelle loro spire
E, in qualche modo,
anche dagli assalti chimico-olfattivi
esco indenne
Finalmente, scorgo un fiorellino di campo,
nato nella crepatura del cemento
Mi sembra di sentirne la fragranza esile, quasi
Ma é solo un accenno,
perché altre orrende puzze assediano
le mie nari
Odore di pesce andato a male
e l’intenso afrore di sarda salata
mescolato a quello di risciacquature innominabili
che, prosciugandosi, hanno lasciato
sull’asfalto chiazze di morchia fetide e untuose
Devo camminare con accortezza
attento a dove metto i piedi
La carogna di un gatto
mi guarda con i suoi occhi lattiginosi
rimasti spalancati
nell’ultimo tremito dell’agonia
E per oggi é tutto,
fine della trasmissione in diretta
dalla caverna di Ali Baba
La caverna di Ali Baba (foto di Maurizio Crispi)
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