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Sono a casa di mio figlio
Sono andato a trovarlo per discutere di qualcosa di importante
(almeno credo)
Mentre sono da lui e sto appena cominciando a parlare
mollo una scorreggia
piuttosto rumorosa
ma ho il forte sospetto
poiché il suo rumore è stato leggermente gorgogliante
che. nella famosa graduatoria esposta
in alcuni fondamentali testi di riferimento sulla materia
(De Petologia docet1),
si sia trattato d'una scorreggia umida
Interrompo la conversazione
(che in verità non è nemmeno cominciata),
preoccupato,
preso da un'improvvisa e fastidiosa frenesia,
anche perché avverto un certo stimolo ad andar di corpo
e mi ritiro velocemente in bagno
Mi calo i pantaloni
e mi seggo sul trono
Nel mentre che attendo il momento propizio per liberarmi
(non attivo il torchio addominale)
poiché voglio prendere il tempo per meditare
ed esaminare con accuratezza il cavallo di mutande e pantaloni
Ecco, era proprio come avevo temuto!
Era stato un piritu cu' giummo
(come diciamo noi Siculi)
ovvero il classico caso, devastante, del peto umido,
quello per intenderci accompagnato
da imprevista sgommata nelle mutande
E ora come fare?
Non ho né mutande né pantaloni di ricambio
Quelli che ho sono tutti imbrattati di merda
(ricordo che, da piccolo,
il mio incubo era che mi venisse di fare la cacca a scuola
e che, costretto ad andare in bagno per un'impellenza
non rimandabile,
mi potessi sporcare tutto e poi essere oggetto di dileggio
da parte dei miei compagni)
Sono ammare
(anzi no!, per meglio dire, sono nella merda)
Facendo buon viso a cattivo gioco
prendo a darmi da fare per ripulire
i pantaloni
(delle mutande potrò farne a meno:
infatti, le appallottolo e le butto fuori dalla finestra)
Pulisco e pulisco con la carta igienica inumidita
(di salviettine profumate, manco l'ombra),
ma la merda - ahimè! - non viene via,
aderisce tenace, in uno spesso strato, alla stoffa
Entro nel panico
Intanto, si apre la porta del bagno
e si affaccia mio figlio
assieme ad un gruppetto di suoi amici
che, evidentemente, sono arrivati nel frattempo
(forse sono Quelli-del-Bunkerino)
Mi guardano e mi ridono,
mi irridono beffardi
Essere colti in fragranza (ma anche in flagranza) di cacata
è una delle esperienze più terribili
che possa capitare ad un uomo,
specie se a coglierti sono degli estranei ostili
(ricordo di quando lessi La sottile linea rossa2
e di quanto rimasi impressionato dalla scena in cui
uno dei protagonisti si ritirava nella boscaglia
per un'impellente cacata,
con armi ed attrezzatura,
e veniva colto dai Giap
sul fatto, con le braghe calate,
costretto ad incespicarvi ingloriosamente,
mentre cercava di difendersi
Che brutto modo di morire!,
pensai)
Mi alzo dalla latrina
e tirandomi su i pantaloni ancora imbrattati,
(ma non ci posso fare nulla)
vado verso di loro minaccioso
In particolare mi rivolgo ad uno,
quello più beffardo:
lo apostrofo, gridando e perdendo le staffe.
Gli dico che deve starsene zitto
e che è una testa di minchia,
che anzi se ne deve andare subito da quella casa
(che, in definitiva, è ancora mia)
Mio figlio se ne sta zitto,
(chi tace acconsente, ma in questo caso a chi acconsente?),
non prende le mie difese
Evidentemente parteggiare per me
prendere le mie difese,
non è tra le sue priorità,
penso con una punta di amarezza
Sono stupito dalla mia reazione iraconda
Poi la scena si trasferisce in altro contesto
e sono come in un salotto,
con una compagnia di sofisticati ascoltatori
- uomini e donne -
Mi si chiede di fare un confronto
tra l'opera lirica italiana e francese e quella russa
ed io rispondo, esponendo un'elaborata teoria,
lanciandomi in una vera e propria conferenza
(una lectio magistralis)
Il pubblico mi ascolta infervorato e pieno d'interesse
Nessuno mostra segni di cedimento al sonno
(Dissolvenza)
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Note
1. Il riferimento è a due "classici" della materia che sono rispettivamente La petologia. La scorreggia nella letteratura, nella storia
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e nel costume, di F. Scipioni, (Scipioni Editore) ) e L'Arte di Petare, ovvero il Manuale del Subdolo Artigliere (a cura di Claudio Portico, Traduttore), pubblicato da Se (2019, anche se ha visto molte precedenti edizioni): "È davvero imperdonabile, Lettore, che pur scoreggiando da tempo immemorabile tu non sappia come e perché lo fai, e come andrebbe correttamente fatto. Una tale materia, infatti, è sempre stata vergognosamente trascurata dalla Scienza, che la reputa indegna d'esser trattata, non ritenendo di poter scoprirvi nulla d'interessante. Grossolano errore. Petare è un'arte, dunque una cosa utile alla vita, come sostengono Luciano, Ermogene, Quintiliano e molti altri ancora. In effetti, saper petare correttamente è più importante di quanto solitamente si ritenga. Infine, si può petare con metodo e con gusto, come saprò dimostrarvi in questa trattazione. Non esito dunque a render pubbliche le mie ricerche e le mie scoperte su un'arte di cui è impossibile trovare alcunché di soddisfacente financo nei più ponderosi dizionari nei quali, incredibile a dirsi, il peto sovente non è neppure considerato degno d'esser menzionato. Mi accingo così a offrire i principi di quest'arte a ogni lettore desideroso di ficcarci dentro il naso." (dalla prefazione).
Il libro, attribuito ad un sedicente "Conte De la Trompette medico del cavallo di bronzo ad uso delle persone costipate" è databile al XIX secolo ed è stato originariamente pubblicato come appendice al "Journal d’un Genie" di Salvador Dalí nelle Éditions de la Table Ronde.
2. Il romanzo di James Jones fu inizialmente pubblicato da Mondadori negli anni Sessanta, nella prestigiosa collana La Medusa. Successivamente è stato riedito da Neri Pozza, in concomitanza con l'uscita del remake del film che originariamente ne era stato tratto poco dopo l'uscita del romanzo (sempre negli anni Sessanta).
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1942, Arcipelago delle isole Salomone. Nelle prime, tiepide ore del mattino di una bella giornata tropicale, due navi americane da trasporto si avvicinano all’isola di Guadalcanal, occupata dai giapponesi. Per i loro equipaggi non si tratta d’altro che di una missione ordinaria: trasportare truppe fresche di rinforzo. Ma per i fanti che formano il carico delle navi questo viaggio non è né ordinario né noto. Ammassati sul ponte come pecore, gli uomini accendono le sigarette e scrutano la riva. È una bella vista, quella che si gode dal ponte. Sotto il fulgido sole tropicale del mattino una brezza marina agita le fronde delle minuscole palme da cocco dietro la spiaggia grigiastra dell’isola più vicina.
Si direbbe che nulla possa scalfire questo paradiso terrestre, se un’ansia profonda, un’incontrollabile eccitazione nervosa non si impadronissero degli uomini a bordo. Vengono da una divisione regolare d’anteguerra, ma non hanno mai avuto un battesimo del fuoco. Mentre si preparano allo sbarco sanno che un certo numero di loro rimarrà sull’isola, privo di vita, non appena vi metteranno piede. Ignorano, tuttavia, la sorte che spetterà ai sopravvissuti, una volta inoltratisi all’interno di Guadalcanal: una sorte fatta di malaria e colera, scarsità d’acqua e di rifornimenti, e continue, snervanti, micidiali schermaglie coi giapponesi.
Ferito e decorato sul campo durante la battaglia di Guadalcanal, con La sottile linea rossa, James Jones, l’autore di Da qui all’eternità, offre ai lettori uno dei romanzi più autentici sulla Seconda guerra mondiale, oltre che uno dei più riusciti ritratti della generazione di giovani uomini segnata da quell’immane conflitto.
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Classificazione dei peti - Diobacco Home Page
E' quello che si sente pi di frequente. E' un parente stretto del peto "squartatore", ma emesso con minor forza. Di solito si sente nei gruppi di persone che non sono ancora abituati a scoreggiare ...
Il peto comune. E' quello che si sente più di frequente. E' un parente stretto del peto "squartatore", ma è emesso con minor forza. Di solito si sente nei gruppi di persone che non sono ancora abituati a scoreggiare tra loro. Quindi una persona in questo gruppo si innervosisce e rilascia questo peto dal suono così diffuso in una maniera tale che da quel momento in poi si sente a proprio agio con la flatulenza di gruppo. In genere non c'è alcuna puzza col peto comune.
Il peto ansioso. E' quello fatto in un posto in cui uno non vuole che il proprio peto venga sentito da altri. E' quel tipo di peto che fanno uomini e donne nelle librerie, o nei negozi di alimentari o addirittura in strada. In genere sono controllati, di solito quasi impercettibili all'udito, e richiedono molta abilità per essere gestiti nel migliore dei modi.
Il peto con tosse. E' quel peto che colui che scorreggia cerca di mascherare con dei colpi di tosse. Può essere imbarazzante per il flatulente e chi gli sta intorno, se sbaglia il sincronismo del peto con la tosse, o se il peto dura più a lungo di quanto previsto prima di tossire.
Il peto umido. Ha un suono quasi liquido, tipico della sgommata sulle mutande. E' in genere un segnale che avverte la necessità di una imminente visita in bagno.
Il peto ventoso. E' simile allo squartatore, con la differenza di avere un suono cupo che ricorda una folata di vento. E' causato che chi scorreggia espelle velocemente tutto il gas che ha dentro. Questo peto in genere suscita una risata.
Il peto a chiappe strette. Questo peto si riconosce sempre. Suona come se chi scorreggia avesse le chiappe talmente strette quasi da provocargli/le dolore mentre viene emesso.
Il peto squartatore (o sfardalenzuolo o FiliBEEEERTO)
E' uno dei migliori peti in circolazione. E' forte, rude, e provoca un'inarcamento o due delle ciglia. Caratteristiche di questo peto si possono trovare in altri tipi, ma, attenzione a non sbagliare, questo peto è una grossa singola bolla di gas che esce fuori strillando dal sedere del flatulente con un'energia enorme.
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