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Con molto piacere ho letto il romanzo ultimo di Italo Bonera, Il male che fa bene, pubblicato da Calibano (2023).
Quella che vi è narrata è una vicenda che si muove tra atmosfere thriller, spy story e avventura e se - vogliamo - anche con un pizzico di complottismo (con servizi occulti di intelligence che muovono come burattini i diversi personaggi), con un antefatto che si svolge a Milano nell'inverno del 1979 e un protagonista, Fausto Varriale, che essendosi lasciato alle spalle un passato problematico, è diventato uomo di ventura, mercenario prezzolato, killer ad ingaggio, che viene reclutato per compiere missioni pericolose e omicidi mirati (azioni che rappresentano "Il male che fa bene").
Fausto Varriale è un uomo che nella sua vita ha assunto molti nomi e che altri ne dovrà assumere: il suo lavoro comporta spesso dei repentini cambi di identità. Ha un socio, Adan - anche lui uomo di ventura - con il quale si accinge a compiere (e ci siamo spostati alla fine del secondo decennio del nuovo secolo, quindi a distanza di circa trent'anni dall'antefatto) una missione nel deserto della Siria per neutralizzare (o meglio "cancellare" del tutto) un laboratorio clandestino che opera nei territori controllati dall'ISIS.
Ma qualcosa va storto, Adan viene colpito a morte, mentre Frank Domasio (il Fausto Varriale d'un tempo) sopravvive e salva una avvenente giovane donna, Layla, che è tenuta in quel laboratorio in una condizione di prigionia.
Quindi, il nostro intraprende la via del ritorno verso l'Italia, perché la morte di Adan lo ha messo in crisi e lo ha portato a desiderare di mettersi finalmente a riposo, prima che sia troppo tardi anche per lui.
Comincia quindi per lui, assieme a Layla, una lunga odissea attraverso Beirut, Istanbul e quindi su di un cargo come passeggeri clandestini (anche se paganti) sino in Italia e, dalla Puglia, l'ultima tappa sino alla nativa Brescia e al suo quartiere un tempo malfamato e oggi sede della movida, il Carmine, dove i due prenderanno alloggio con l'intenzione di rimanere (e l'illustrazione di copertina - di cui, per inciso, è autore lo stesso Bonera - rappresenta vividamente Via Giovita Scalvini, in pieno Carmine, dove i due trovano casa).
Fausto Varriale, alias Frank Domasio, alias Filippo Donati, è stato nei trent'anni precedenti un asset (come si dice in inglese, cioè una "risorsa") per i servizi segreti e l'intelligence (e per i manovratori occulti) e, inconsapevole, continuerà ad esserlo, mentre ai suoi danni (e a sua insaputa) si muovono delle trame.
Il male che fa bene si sviluppa con una narrazione splendidamente costruita (e supportata da un minuzioso lavoro di documentazione) che tiene il lettore incollato alla pagina, sino ad un'imprevedibile conclusione, nel corso dell'ultima tappa del lungo viaggio intrapreso da Fausto Varriale (e con lui dal lettore) che è l'India.
Se dovessi collocare quest'opera nella mia libreria, la metterei accanto ad alcuni sorprendenti romanzi di Giancarlo Narciso che mi sono particolarmente piaciuti. Vi è indubbiamente qualche affinità. E trovo che sia del tutto differente da precedenti romanzi, con qualche contatto forse con Cielo e ferro. Il futuro è cambiato (scritto a quattro mani con Paolo Frusca, La Ponga, 2013), per via dell'ambientazione medio-orientale di cui Bonera è un grande appassionato (oltre che esserne profondamente documentato, anche dei risvolti sociali e geopolitici), anche se quest'ultimo si muove di più sul versante SF e anticipazione.
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(Quarta di copertina) Trent'anni di fuga da tutto - da una condanna, da se stesso, dalle responsabilità verso gli altri - per diventare un mercenario, un avventuriero senza etica. Ma l'incontro con una ragazza rapita dall'Isis riporta alla luce il rimorso per tutto il male fatto: non un amore, ma la speranza di un'impossibile redenzione.
Un'odissea individualistica che, tra la Milano degli anni Settanta e quella del terzo millennio, tocca il deserto siriano, le rovine della guerra civile, i palazzi di cristallo di Beirut, i vicoli di Istanbul, il centro storico di Brescia, l'India. Un'avventura mozzafiato e sorprendente.
L'autore. Italo Bonera, bresciano, 1962, ha pubblicato i romanzi “Ph0xGen!” (con Paolo Frusca, Urania Mondadori, 2010), “Io non sono come voi” (Gargoyle, 2013), “Cielo e ferro” (con Paolo Frusca, La Ponga, 2014), “Rosso noir, un pulp italiano” (Meridiano Zero, 2017) e diversi racconti su varie testate, tra le quali la rivista Inkroci e le collane da edicola Urania e Segretissimo di Mondadori.
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Ha cominciato a scrivere, scrivere sul serio, vent'anni fa. Senza chiedersi se fosse tardi, a quarant'anni compiuti. Tu chiamala,... Scopri di più
https://www.bresciaoggi.it/rubriche/l-intervista-della-domenica/italo-bonera-1.9864745
(Maurizio Crispi) Cielo e Ferro. Il futuro è cambiato di Italo Bonera e Paolo Frusca (Ponga Edizioni, 2014) dal punto di vista formale, è un ibrido: scritto a quattro mani da Italo Bonera e da Paolo
( Maurizio Crispi ) Nel romanzo "Io non sono come voi" (Gargoyle, 2013), arrivato tra i i cinque finalisti del Premio Urania, assegnato nel 2012, Italo Bonera manifesta una forte vocazione ...
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