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Negli anni Sessanta i miei zii con i miei cugini andarono a trascorrere i mesi estivi a Sferracavallo, borgata marinara di antico corso e apprezzato luogo di villeggiatura estivo sin dai primi del Novecento, che è tuttora una frazione di Palermo, e lo fecero per molti anni sino a quando non si spostarono in una casa di proprietà alla Fossa del Gallo.
Io ci andavo spesso, perché con loro eravamo da sempre molto vicini. Io era già autonomo perché avevo le due ruote motorizzate e prima ancora mi muovevo con molta determinazione con la bici.
Poi, papà prese una piccola concessione della Capitaneria di Porto su terreno demaniale costiero per allocarci una piccola capannuccia di legno proprio sulla scogliera su cui si affacciavano le case di altri amici di famiglia e di più lontani parenti.
Ho un ricordo molto bello di quelle estati, straordinario.
Estati felici e spensierate.
Grazie ai miei cugini scopersi la festa di Cosma e Damiano che si svolge proprio lì, a Sferracavallo nell'ultima settimana di settembre culminante con la processione dei due santi che vengono portati sulla loro vara per tutte le vie del paese, da i componenti della confraternita che svolgevano (e svolgono tuttora, credo) questo ufficio a piedi scalzi, con soste più o meno prolungate davanti alle diverse case, soprattutto quando veniva elargita un'offerta generosa.
Le offerte in denaro venivano appuntate sul petto dei due santi.
Se l'offerta era particolarmente generosa i portatori inscenavano una "danza" portentosa (con movimenti in avanti e indietro e laterali) davanti alla casa da cui proveniva l'offerta, muovendosi avanti e indietro e di lato incoraggiati costantemente dal suono della banda che intonava in queste circostanze dei ritmi bersagliereschi.
Nessuna via del paese veniva tralasciata, anche quelle che allora erano a fondo naturale e pietrose (e allora erano molte), irte di asperità.
Ero alle prime armi con la mia attrezzatura fotografica: credo di aver fatto queste foto con la prima reflex (una Asahi Pentax) che avevo avuto in dono dai miei il Natale precedente.
Nel corso degli anni sono tornato diverse volte a seguire questo evento, ma questi primi scatti sono rimasti in assoluto delle foto "seminali". Anche oggi, riguardandole, ne sono contento.
Certo, se allora avessi avuto un teleobiettivo o uno zoom avrei potuto lavorare di più sui dettagli, ma anche così vanno abbastanza a bene e riescono a cogliere lo spirito dell'evento.
I portatori erano i pescatori di Sferracavallo che avevano le piante dei piedi callose perché allora non usavano quasi mai scarpe, e questo gli consentiva di portare i Santi a piedi scalzi. Alla fine della giornata c'era una danza frenetica davanti la chiesa con la musica della banda che si faceva sempre più incalzante e con i portatori che ne seguivano il ritmo sempre con i Santi sulle spalle.
Credo proprio che sia così anche oggi.
È così anche oggi... E la vara, in ultimo, doveva entrare in chiesa senza toccare la cornice della porta se no era un anno di sventure e per i pescatori era veramente pericoloso. Ne sono morti, in mare. Viva i Santi Cosimo e Damiano!
Foto di Maurizio Crispi
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