Questo è uno scritto che risale al 2006, anche questo sepolto dentro i meandri del mio profilo Facebook. Lo ripropongo qui perché lo trovo carino ed è un bel ricordo, sia della cagnetta che, dopo una lunga vita, se ne è andata, sia perchè vi si racconta di un'interazione con mio Francesco di allora (allora appena tredicenne).
(Palermo, il 3.3.2006) Un giorno come tanti il cibo di Frida era già bell’e pronto nella sua ciotola, fumante.
Ho chiamato Francesco e gli ho detto: "Dai facciamo uno scherzetto a Frida".
Ho cominciato a fingere di mangiare dalla sua ciotola. Ci ho affondato la testa dentro, iniziando ad emettere una sinfonia di goduriosi rumori di masticazione ed ingurgitamento, con un intercalare di ostentati mugolli di piacere.
Poi, ho passato la ciotola a Francesco perché facesse lo stesso.
Frida se ne stava seduta ai nostri piedi e ci divorava con lo sguardo, attentissima.
Più volte ha deglutito: si vedeva chiaramente che aveva l'acquolina in bocca, ma che, nello stesso tempo, si sentiva terribilmente frustrata.
Ad un certo punto, persistendo lo scherzo, si è fatta lamentosa e ha preso ad emettere qualche guaito.
Abbiamo ripetuto la stessa sceneggiata più volte, scambiandoci la ciotola.
E Frida se ne stava sempre lì, seduta, seguendo con lo sguardo attento ora me, ora Francesco, senza perdersi nulla della scena.
Dopo un po' di quest'andazzo ho detto a Francesco, con un conclusivo mugolio di piacere e con una certa ostentazione; "Che ne dici, ne lasciamo un pochino di questo ottimo desinare a Frida"?
"Va bene", mi ha immediatamente fatto eco lui.
Ho posato la ciotola per terra, nel solito posto.
Frida ci si è avventata con furia e ha cominciato a mangiare ingordamente.
Mai l'avevo vista prima ingurgitare il suo cibo così celermente e con tanta foga.
Magari, mentre trangugiava, pensava: "E' meglio che mi sbrighi: se no questi due disgraziati ci ripensano e vogliono di nuovo mangiare dalla mia ciotola...".
Insomma, in quattro e quattrotto, Frida si è spazzolata tutto il cibo e per concludere ha sberleccato con meticolosità ogni centimetro quadro della sua ciotola, sino a renderla lucente e pulita.
Alla fine del fiero pasto ha emesso un rumoroso rutto e, dopo essere stata a ciondolare per un po' vicino a noi, nell'eventualità che ci fosse dell'altro cibo, è andata ad acciambellarsi nel suo solito angolo.
Con un sospiro di soddisfazione, s'è appisolata, sicuramente pensando: "Ma vedi cosa mi tocca subire..."
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Ecco la Frida! Osservate come mi guarda, mentre mangio la sua carne… La sua carne? E cos'è successo?
Questa è la piccola storia che posso raccontarvi, a partire da questo sguardo.
Sono andato a fare i soliti lavoretti settimanali in campagna.
Avevo comprato dei petti di pollo da cucinare ai ferri.
Ma invece, per distrazione, ho preso dal surgelatore il pacchetto di tritato della canuzza (tipico!).
Quando mi sono accorto dell'errore, ho detto: "Pazienza! Farò a meno della carne!", avendo anche delle verdure da mangiare.
Ma poi ci ho ripensato: ho condito il tritato con olio, sale, origano, abbondante pepe e peperoncino, pan grattato. E l'impasto ho lasciato a riposare.
Ho preso dei pomodorini, li ho sminuzzati e li ho passati in olio caldo, aggiungendo poi tutto il tritato condito per far soffriggere il tutto.
E, quindi ho preso a degustare la carne trita: "Mmmmmmm! Com'è buona"!
La canuzza che, prima mi ha visto maneggiare il suo pacchetto di carne (ormai lo riconosce benissimo: mica stupida!), si è sentita vittima d'una palese ingiustizia.
Mi guarda vogliosa, comunicandomi, con il suo sguardo languido ed intenso insieme, di sentirsi vittima di un'ingiustizia.
Via! Gliene lascerò un poco!
Anche se la mia pietanza improvvisata é venuta su buonissima e sarà veramente duro metterne via una parte.
Ma le fedeli bestioline non bisogna mai tradirle!
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Io e l'ombra - Frammenti e pensieri sparsi
Cammino nella luce chiara del primo mattino Il ginocchio incerto, il piede dolente Un passo dietro l'altro Esco al mattino dicendo a me stesso Vado a fare due passi con Frida l'amico cane defunto e
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