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Soffia una brezza fresca, finalmente
Cammino a passo lieve lungo il viale buio,
fiancheggiato su ambedue i lati da grandi jacarande
Il marciapiede è deserto,
via dalla pazza folla
Da un lato la recinzione d'una scuola,
dall’altro basse palazzine
d’inizio Novecento
Le macchine parcheggiate fitte
non danno fastidio
Sembrano tristi reliquie
Sono immobili,
Mi appaiono
come grosse bestie addormentate o morte
Non inquinano,
non ronfano,
soltanto se ne stanno acquattate
nell’ombra densa degli alberi, in attesa
Il cemento del percorso pedonale ed anche l'asfalto
sono ricoperti di foglie disseccate dalla calura
La luce dei lampioni si disperde
nella densa canopia arborea
che tutto assorbe, quietamente
Poi, quando svolto per la traversa,
e risalgo sino alla strada parallela,
ecco di nuovo l’immersione violenta
nel turbinio del movimento
e del tempo accelerato,
nella folla e nei fumi di scarico,
nei divertimenti vacui di una sera di settembre