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Unisco qui due miei diversi scritti, risalenti all'anno scorso. Ambedue hanno come il tema il viaggio: il primo, del maggio 2022 è fondato su di un sogno, mentre il secondo - di circa due mesi dopo (del 31 luglio 2022) - espone delle mie riflessioni amare sul mio non viaggiare più e sulla mia stanzialità.
Vista la loro evidente connessione e la loro complementarità, nel recuperarli, ho pensato bene di pubblicarli assieme, accorpati in un unico post.
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Ero in viaggio
Nei miei sogni, guarda un po',
sono spesso in viaggio
Forse, perché non viaggio quasi più,
se non per spostamenti a brevissimo raggio
Ci sono posti meravigliosi
(almeno li penso tali)
dove vorrei andare
e che sono tra i miei sogni nel cassetto
Ma temo che questi viaggi non li farò mai più nella mia vita
e che rimarranno confinati nel reame del sogno
E' passato il tempo dei viaggi e dei pellegrinaggi
Credo fermamente questo
Purtroppo, le circostanze della vita mi hanno indotto ad essere stanziale
Le cose cambiano, i tempi cambiano
Una volta o l'altra vorrei andare a Madeira
E vorrei fare - almeno una volta nella mia vita -
il Cammino di Santiago, prima che sia troppo tardi
e che mi manchino le forze
Ma ritorniamo al mio sogno…
Mi ritrovavo in auto assieme ad altri che non conoscevo
E non ero nella mia auto
C'era tutta una discussione tra me e il guidatore,
poiché quest'ultimo era salito in auto
senza prendere con sé i documenti identità,
le necessarie autorizzazioni e i visti
Gli dicevo che saremmo stati inevitabilmente fermati dai soldati
al prossimo posto di blocco e lì costretti ad una lunga sosta,
senza poter proseguire oltre
Il guidatore caparbio, invece,
sosteneva la tesi che non importava
e che qualcosa in una simile eventualità ci saremmo inventati.
In effetti, nessuno ci fermava
Poi, più avanti, decidevamo di fare una pausa,
parcheggiavamo e andavamo in giro
Ci trovavamo all'interno di una città semidistrutta
oppure, quel che vedevamo,
avrebbe potuto essere un gigantesco parco archeologico
con i lavori di scavo e ripristino lasciati all'improvviso
nel bel mezzo, per chi sa quale motivo
Cominciavo ad esplorare,
allontanandomi dal resto della comitiva
Alcuni degli edifici in rovina tradivano un passato splendore
ed erano tuttavia ancora possenti,
imponenti, per quanto cadenti
Alcuni di essi sembravano antiche sepolture monumentali
o anche dei cenotafi
C'era con noi uno che portava un grosso cane al guinzaglio
e costui trainato dall'irruenza del suo animale
era subito scomparso dalla vista
Osservavo inquieto che la facciata d’una enorme fabbrica
di grossi conci squadrati cominciava, all'improvviso,
a fissurarsi con sinistri scricchiolii
Mi mettevo a correre,
cercando di raggiungere il passeggiatore del cane,
ormai lontano e parzialmente inghiottito
dal cono d’ombra del grande edificio pericolante
E intanto gridavo a pieni polmoni:
"Sta crollando! Sta crollando! Mettiti in salvo!"
Non so se quello avesse sentito le mie invocazioni
Fatto sta che, in pochi attimi,
l'edificio pericolante si disgregava
con un rombo di tuono,
mentre una nube di polvere biancastra di malta
sbriciolata s’è levata in alto,
oscurando la luce del sole
Una scena di apocalissi,
come quella dell'implosione delle Torri Gemelle
(Dissolvenza) - 30 maggio 2022
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Un tempo ero sempre in movimento,
partivo di continuo,
non avevo arrisettu
Ero animato da un demone interno
che mi spingeva ad organizzare
un movimento ogni tot giorni
Partivo in nave, in aereo, in treno
ed anche in auto
e, spesso, in questi viaggi,
portavo con me il cane
Quelli che più mi piacevano
erano i viaggi istantanei,
di due-tre giorni,
toccata e fuga
Ma mi piacevano anche quelli in auto
perché spesso andavo all’avventura
e usavo la macchina come casa mobile
per dormirci e per farmi da mangiare
In sostanza, ero quasi sempre via
Quando ero a Palermo, ero come in pausa
Così mi sentivo
Era come se riuscissi ad essere dovunque
Arrivavo in certi posti lontani
e altri che mi conoscevano
dicevano, un po’ sorpresi:
Ma guarda ci sei anche tu!
Ma come fai?
Ero ubiquitario
Almeno, così mi sentivo
Lo testimoniano le gallerie fotografiche
di cui ho disseminato
il mio profilo social qui su facciabuco
Adesso, invece, sono stanziale
L’idea di dover partire
mi riempie d'un senso infinito di fatica
Non pianifico più,
non immagino il prossimo viaggio,
come accadeva prima
quando le soste a Palermo
erano poco più che il trampolino di lancio
per il viaggio successivo
Guardo le foto di quei viaggi
con un po’ di nostalgia
quando scoprivo luoghi mai visti,
oppure tornavo a quelli già esplorati,
incontrando vecchie conoscenze,
facendone di nuove,
e poi tornavo a casa con un bagaglio
pieno di esperienze (e di letture fatte)
Il viaggio era anche il momento di intense letture, sì
Adesso che non viaggio più
leggo sempre con molta energia,
in fondo, continuo a viaggiare,
ma solo attraverso i libri
L’irrequietezza che mi spingeva ad andare
si è spenta
La fiammella del desiderio, idem
O forse, è soltanto che non sono più un dromomane?
Non saprei
Rimane certo il fatto che io senta dentro di me
un pizzico di nostalgia
per quegli anni ruggenti
Sono un vecchio leone che ha smesso di ruggire
Questo è
(Palermo, il 21 luglio 2022)
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