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17 giugno 2022 5 17 /06 /giugno /2022 11:57
Foto di riflesso (Maurizio Crispi)

1. Ragazzi, mi s'è ristretto l'orizzonte!
Prima viaggiavo assai
Da qualche parte ho conservato tutti i dossier dei miei viaggi,
di piacere, di studio e per Maratone ed Ultra

Per alcuni anni sono stato davvero esagerato
(si potrebbe dire che ho avuto una vita da dromomane esagerato)
perchè i materiali che documentano questo mio andare
sono accolti in tre o addirittura quattro faldoni per ciascun anno

Poi, in anni recentissimi, il fermo totale
Molto semplicemente, ho smesso
(e di questo ho scritto altrove, di recente)
Ma ci sono state delle avvisaglie striscianti
Già prima, quando è morta la mamma,
ho smesso di andare a Mondello o in altri luoghi di mare vicini
Io che andavo sempre al mare,
quasi quotidianamente,
a fare sport
a passeggiare
a respirare l'aria benefica, carica di iodio
Ho smesso, sia d'inverno sia d'estate
Molti gli alibi per non andare,
accampando d'estate il desiderio di evitare folla e confusione
D'inverno, invece, con il tirare le cose per le lunghe
per poi "accorgermi" che si era fatto troppo tardi,
quando era già troppo tardi per fare qualsiasi cosa
e altri doveri mi chiamavano
Poi, in un momento successivo,
si sono ridotti i viaggi per maratone e ultra
quei viaggi che prima facevo da sportivo attivo
e dopo, quando ho smesso di correre,
da fotografo e giornalista al seguito di grandi eventi
Anche i viaggi familiari
sono finiti, una volta conclusasi l'esperienza degli anni inglesi

Sono immobile

Sì, vado in campagna,
ma la campagna è soltanto un'estensione di casa
dal terreno attorno alla casa non mi muovo mai, in genere
e rimango confinato dentro la recinzione
Sono preso da una specie di accidia nei confronti di qualsiasi spostamento,
che sia fuori dallo spazio domestico
Anche per quanto riguarda le mie uscite quotidiane
seguo il principio della vita nel villaggio
e quindi mi limito a frequentare i luoghi
che facilmente posso raggiungere a piedi da casa
L'esordio strisciante è stato quando è morta la mamma, dicevo,
poi, dopo la morte di mio fratello
(e il periodo inglese s'era appena concluso)
tutto si è accentuato
La vita mi si è ristretta addosso,
tutta intessuta di obblighi e necessità
Fare la spesa
inseguire i pagamenti di ogni genere
portare a spasso i cani e accudirli
andare avanti indietro con Gabriel, come un commesso viaggiatore
o come un piccione messaggero del nulla
E per il resto?
Potrei passare ore seduto nella sdraio
sul balcone di casa
E poi, intento alle mie scritture, al PC
L'idea di uscire mi angustia
Prendo scuse,
perdo tempo,
rimando,
mi secca
e sono sempre qua a presidiare il forte, come il tenente Drogo
de Il Deserto dei Tartari,
mio mito delle letture giovanili
Eh, sì!
Le letture occupano una parte consistente del mio tempo
Con i libri viaggio in modo sostitutivo
e posso andare dovunque,
come con i i film e con le serie TV
Vivo nel mio claustrum,
ma non mi sento prigioniero
Ho vissuto, ho viaggiato, ho visto
ho accumulato ricordi ed esperienze
E ora sono fermo, immobile

Paradossalmente, rimpiango il tempo del lockdown
Infatti, a differenza di molti
che si sono sentiti imprigionati/confinati,
io non ho sofferto in quel periodo
anzi ero contento e soddisfatto
che la vita si fosse ridotta all'essenziale
Il lockdown ha rappresentato per me
una specie di cornice in cui collocare le mie limitazioni,
visto che ero già un esperto sopraffino nell'arte dell'auto-confinamento
E' successo come in passato,
quando - finito il mio servizio nell'esercito -
mi trovai a rimpiangere la semplicità di quella vita
e il fatto che non dovessi sforzarmi
nello scegliere gli indumenti da indossare:
avevo l'uniforme e dovevo soltanto cambiare i capi di vestiario sporchi
con quelli puliti, ma eguali
Nessun dilemma, allora, nessuna incertezza

Selfie (Foto di Maurizio Crispi)

2. Dopo aver scritto, ho sognato
Dovevo andare a seguire una gara di corsa,
non so se da partecipante o cosa
Ero sulla mia auto, assieme ad altri due
La mia auto un po' vecchiotta, ma andava,
sferragliante ed ansimante
I due assieme a me erano degli sconosciuti,
almeno credo
L'auto era ingombra
Oltre a ben due bici, c'erano vari bagagli e scatoloni
Uno di essi conteneva tutto l'occorrente per cucinare delle torte
Tra i diversi ingredienti, ricordo una retina piena di agrumi
Prima di arrrivare alla destinazione finale
era necessario fare una sosta
per caricare altri passeggeri
Finalmente, dopo aver compiuto vari giri tortuosi,
includenti anche il transito per strade sterrate e disagevoli
arrivavamo alla meta intermedia
Qui, trovavo ben tre passeggeri
già in nervosa attesa
Erano chiaramente dei podisti e ciascuno di essi
era dotato di una pesante borsa di paraphernalia
Con sorpresa mi rendevo conto che uno dei tre
era il grande Giorgio Calcaterra,
il Lider Maximo dell'Ultramaratona italiana e del mondo
(almeno sino ad alcuni anni fa)
I tre erano palesemente in ansia
e volevamo partire quanto prima
ma occorreva riorganizzare l'intero carico
Dove mettere tutto quanto,
senza lasciare niente - e soprattutto nessuno - a terra?
Una bella sfida davvero!
E io - assillato dalla fretta dei nuovi passeggeri,
quasi sentendo il loro alito sul collo -
cominciavo a provare e a riprovare,
cercando di ricombinare le cose
come in un gioco di tetrys
D'altra parte, nei miei viaggi storici,
io ero quello responsabile del caricamento dei bagagli,
perchè possedevo una capacità istintiva nel mettere tutto ad incastro
E sì che nel corso dei viaggi le cose
che ti porti appresso sembrano dilatarsi,
man mano che si procede e trascorrono i giorni
Questa volta, tuttavia, malgrado i miei sforzi
qualcosa rimaneva sempre fuori
Ricordo che disfacevo persino il pacco
con gli ingredienti per la torta
e poi non riuscivo più a mettere a posto le cose
nel loro ordine precedente

e il coperchio della scatola non si poteva più chiudere in modo perfetto
Insomma, un vero disastro,
e i miei sforzi risultavano vani,
mentre sudavo copiosamente,
direi anzi che il sudore addirittura
mi ruscellava addosso, inzuppandomi la camicia
e facendomi bruciare gli occhi
I miei nuovi passeggeri erano vieppiù impazienti
e scalpitavano, impietosi, con tolleranza zero
Si capiva che avrebbero voluto essere già sul posto della gara,
sotto il gonfiabile di partenza, senza alcun ulteriore indugio
Ma non c'era storia


Ecco è questa la storia del sogno,
la storia é che non c'era storia

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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