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La mia giornata è divisa in due parti
La mattina passeggio con i cani
leggo scrivo sbrigo faccende
Di pomeriggio, dal lunedì al venerdì,
faccio il piccione viaggiatore
condannato a lunghe ore in auto
da pendolare, in un eterno loop
Poi, esausto, rientro a casa
Il tempo necessario per fare uscire il cane
e mangiare un boccone
E poi a letto
per cadere in un sonno di piombo
o viceversa imprigionato in ore insonni,
mai sgradite,
perché posso dedicarmi indisturbato
alle mie letture,
sino a quando la palpebra si fa pesante
E poi ci sono le seccature,
i pagamenti da fare
le scadenze da rispettare
e gli imprevisti,
come quei fantasmi del passato
che riemergono ad azzannarti
E quindi, ogni volta che mi pare di concludere qualcosa
e di poter tirare un sospiro di sollievo,
ne arriva una nuova
e mi occorre di nuovo penare e soffrire,
alla ricerca di soluzioni possibili
L’andamento è dunque altalenante,
anche in questo caso c’è il tempo speso
a riprendersi e poi,
senza soluzione di continuo,
arriva quello in cui di nuovo devi lottare, penare,
soffrire, maledire, inveire
La vita, insomma, spaventosamente
assomiglia ad un inarrestabile circuito
di montagne russe
Stancante, quando invece
sarebbe bello godere di un po’ di calma piatta
Invece siamo condannati ad inerpicarci
su per una scala
per poi precipitare giù
in loop continuo
Un dio crudele sovrintende
Ieri ho quasi visto
un incidente sul lavoro
C’era un operaio appollaiato
su di una scala,
di qualche compagnia elettrica
La scala poggiata al muro
lui a circa quattro metri da terra
(all’altezza d'un primo piano)
All’improvviso,
per come si è mosso,
forse incautamente,
ha perso l’equilibrio
ed è precipitato a terra con un tonfo,
sul duro cemento del marciapiedi
È rimasto lì, tutto scomposto, accartocciato,
immobile, forse privo di sensi
Molti sono rimasti a guardare,
sgomenti
Qualcuno ha chiamato i soccorsi
È arrivata l’ambulanza
Lo hanno messo sulla lettiga
Gli hanno infilato nel braccio
l’ago di una flebo
I bambini che uscivano da scuola
guardavano spaventati
altri parevano eccitati
Dopo ore di videogiochi
in cui i personaggi muoiono
o rimangono feriti di continuo
si sono trovati a confrontarsi
con un vero ferito, o con un quasi-morto
Quando hanno girato l’uomo infortunato
nel metterlo sulla lettiga
si é visto che aveva tutta la faccia insanguinata e contusa
Sono rimasto ai margini della folla di curiosi
e me ne sono andato quasi subito
La folla s’é dispersa
solo dopo che l’ambulanza se ne è andata
con la sirena in dissolvenza
C’est la vie
You never can tell
We never die