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Primo dell’anno andato
secondo giorno dell’anno,
del pari andato
Terza notte, un sogno
Nel Servizio di cui ero responsabile
Molta confusione, andirivieni
Uno squillare continuo di telefoni
Agitarsi delle persone, senza risultati
Sono nella mia stanza d’un tempo
Sento che devo andare via
Dove non so
Decido di prendere con me
Il telefono fisso della mia stanza
Per farne cosa?
Non so…
Oscuramente, sento che mi sarà utile
per comunicare
Con chi? Ancora una volta, non so…
Come sarebbe se oggi che tutti
sono ossessionati dall’essere in contatto l’uno con l’altro
con i telefoni mobili,
il morto portasse con sè il suo dispositivo nella bara
e, una volta giunto nell’aldilà potesse comunicare con i suoi cari?
Interessante prospettiva!
Comunque sia,
cammino con il mio zaino in spalla
e con il telefono fisso sottobraccio,
con il cavo di alimentazione pendente
Ma sono sempre nei locali del Servizio
Mi fermo a parlare con qualcuno
Mi seggo su di una scomoda poltroncina
Somministro del cibo
ad una che é stata appena portata
in ambulanza
e a cui è stata appena comunicata la notizia ferale
che é affetta da una malattia a decorso fatale
La imbocco con pazienza
con mezzi spicchi di arancia, sugosi
E lei li accetta di buon grado
Le lacrime dai suoi occhi
e la disperazione dal suo volto
pian piano recedono
Poi mi alzo e vado via
E finalmente sono all’aperto
Ma ho dimenticato il telefono fisso
(Come farò a restituirlo?
Dovrò rimborsarne il valore?
Oppure nessuno si accorgerà della sua sottrazione?)
Tanti interrogativi destinati a rimanere
senza risposta
Al posto del telefono
stringevo adesso nella mia mano un prallo
Non chiedetemi cosa sia,
perché vi dirò che non lo so
E chi è senza fallo
scagli la prima pietra
E quel prallo era proprio
Un gran bel prallo
So soltanto che era un oggetto in ceramica
finemente lavorata,
a forma di uovo, e che il suo interno
era cavo
come la Terra Cava,
e ricordo anche che emanava
un buon odore di erbe aromatiche,
un sentore delicatamente speziato
Forse quel prallo era un uovo cosmico,
il primordiale inizio di tutto
É un affermazione o una domanda?
Non so…
Con questo wtrano prallo in mano
andavo avanti nella mia avventura
percorrendo larghe strade deserte,
boulevard fiancheggiati da alberi secolari,
piazze enormi in cui mi sentivo sperduto
E poi con in mano quel bel prallo
mi ritrovavo a solcare un bel prato giallo
E, all’improvviso, risuonava
il canto del gallo e
(Dissolvenza)
Palermo, il 3 gennaio 2022