Anche in questo caso, quello che leggerete di seguito, è uno scritto di circa un anno fa. Fu pubblicato il 4 luglio 2021 nel mio profilo Facebook e, quindi, inserito come bozza su questo blog in attesa di pubblicazione. Assorbito da altre cose mi son dimenticato di pubblicarlo sino ad oggi, quando in corrispondenza del 4 luglio 2022, Facebook non lo ha fatto riemergere come "ricordo" (memory).
E, dunque, eccolo qua! Benedetto algoritmo di FB!
Cammino per una via
e scorgo, seduto al tavolo di un bar, all'aperto,
il mio amico di vecchia data e compagno di scuola da sempre,
Augusto
E' in compagnia d'uno psicologo,
anche lui una mia vecchia conoscenza,
ma degli anni lavorativi,
una presenza grifagna ed inquietante
Costui è da anni che non lo vedo,
con mio beneficio, devo dire
Vorrei evitare l'incontro, ma lui mi scorge incedere
e già si alza dalla sedia per salutarmi,
sempre con quella sua aria gufeggiante e un po' da menagramo
Augusto, invece, rimane seduto
Saluto obtorto collo anche il Grifagno,
ma la mia attenzione si rivolge all'Augusto
Mi chiedo cosa ci faccia lui
in una simile, improbabile, compagnia
Parliamo del più meno
mi dico stupito di averlo incontrato,
non pensavo che sarebbe tornato a Palermo a breve tempo
Lo invito a pranzare da me,
sempre che non debba ripartire subito
Lui accetta con entusiasmo ed io son contento
Siamo a casa mia e dovremmo appunto desinare
con pietanze che sono già pronte,
provvidenziali, ma il tavolo è mobile:
non riusciamo a trovargli un'adeguata collocazione
che renda confortevole il nostro pasto
Il desco rimane sempre tutto sbilenco ed asimmetrico
rispetto alle linee della stanza,
(odio le asimmetrie negli arredi
vorrei vedere solo linee dritte,
tendo ad applicare sempre dei correttivi
le linee sbilenche, in genere, mi danno fastidio
come quando mi ritrovo a guardare una foto
in cui la linea dell'orizzonte sia inclinata)
Anche se a fatica, io e il mio amico Augusto
riusciamo a pranzare, comunque
e a fare un po' di conversazione
Poi la scena si sposta in una scuola d'infanzia
In un locale ampio e luminoso,
ci sono i bimbi, le animatrici e le maestre,
molto movimento e tanto colore,
luce ed aria che entrano a fiotti da ampi finestroni
e che, allietati come sono dalla colonna sonora
di grida gioiose e di risate,
danno un senso di libertà
Fuori si intravede un paesaggio selvaggio e montagnoso
e, in particolare, una montagna brulla di aspre rocce marroni,
che domina una fitta foresta tropicale
I bambini giocano e al centro della loro attenzione
c'è un tavolo magico, a scomparsa:
nel senso che chiunque vi salga,
dopo un attimo scompare,
come inghiottito dallo stesso tavolo
che dunque appare essere come uno strumento di scena del grande Houdini
In realtà, sul piano del tavolo, v'è una botola
che dà accesso al pianale d'un montacarichi
in comunicazione con il piano di sotto
(come nel caso del collegamento tra il piano delle cucine
e la tavola dei banchetti nella nostra Palazzina Cinese di Palermo)
Una delle maestre con molta riluttanza si presta al gioco e scompare
tra risatelle e gridolini di gioia e di sorpresa
dei bimbi assiepati attorno al tavolo
Io per un po' guardo il gioco e sorrido tra me e me
poi lancio un occhiata fuori dal finestrone
per accorgermi con sgomento che la montagna impervia
svettante sulla fitta vegetazione
sta eruttando una colonna di fumo nero inquietante
e, alla sua base, si vedono baluginare bagliori rossastri,
mentre lapilli incandescenti solcano il cielo,
tracciando strie di fumo grigio-nero
Grido: "C'è un eruzione in corso,
dobbiamo metterci in salvo il più presto possibile!".
ma il mio grido di allarme passa inascoltato, nessun si muove
Tutti rimangono come incollati nelle loro posizioni,
e continuano imperterriti nel gioco,
indifferenti a tutto il resto
Io penso che saremo presto travolti
da quella terribile colata lavica, dal fango e dai detriti,
e che non avremo scampo
Ma sì, in fondo, cosa importa!?
E' il nostro momento, probabilmente...
Sono preoccupato ed improvvisamente vedo un tremestio nella fitta vegetazione
che separa la fabbrica della scuola dalla montagna che sta esplodendo
e il tremestio altro non è che una tumultuosa avanzata di pietre,
una marea di roccia e lava e fango che scendono
a velocità verso di noi
Grido ancora, sollecitando tutti a mettersi in salvo
ma non ho idea se riusciremo a farlo
Sembra che non ci siano vie di fuga possibili
Dissolvenza
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